Barcaccia – Valfabbrica (PG)

La barca è conservata sotto una tettoia di lamiera abbandonata a se stessa. L’ospedale è diventato un isolato di civili abitazioni

 

Cenni Storici

La località Barcaccia, è posta sul fiume Chiascio, all’incrocio delle due strade medievali (via Salara – Fabrianese e strada Assisi – Gubbio) ed ha rappresentato nei secoli il punto di confine e di scontro degli interessi della città di Gubbio, Assisi e Perugia.
L’attuale nome è legato alla presenza storica di una “Chiatta” utilizzata per passare il fiume, tuttora conservata e protetta sulla riva del Chiascio.
In tempi più remoti veniva chiamata “Barcamara” perchè spesso legata a storie di emigrazione e allontanamenti dagli ambienti familiari.
In epoca medievale nella immediata vicinanza, esistevano due ponti dei quali sono ancora visibili le fondazioni.
I due ponti erano controllati rispettivamente dalla città di Perugia e dai Conti di Coccorano che esigevano la gabella in quanto punto di dogana.
Il fabbricato adiacente è ricordato quale “ospedale” destinato all’accoglienza dei viandanti e dei pellegrini diretti a Roma per visitare la tomba degli Apostoli.
Secondo lo storico Vittorio Falcinelli tale ospedale pare sia stato costruito da Giovanni, signore di Biscina, discendente di una potente famiglia eugubina favorita da Perugia e benvista dai Pontefici Romani, tra cui Clemente VI che elogia Giovanni proprio per aver costruito un monumentale ospedale e un ponte sul Chiascio; sicuramente si tratta delle costruzioni presso Barcaccia.
Nel caso specifico si tratta di due Bolle di Clemente VI dirette a Giovanni di Biscina, conte di Coccorano, al quale il papa rivolge il proprio elogio per aver costruito nell’anno 1330 in località Barcaccia un solenne ospedale ad “usum peregrinorum et pauperum… et pontem magnum” sul fiume
Chiascio.
 

LA BARCA

In un tratto più largo del Chiascio si usava questa imbarcazione come traghetto.
La documentazione completa è in corso, ma dai dati finora reperiti appaiono chiari alcuni elementi comuni ai traghetti in uso sull’Arno, uno identico era presente a Cascina, tra Pontedera e San Frediano, nella tradizione popolare era chiamato “Il barchino di sur arno” e il barcaiolo si chiamava Barriero.
Interessanti sono anche le estremità a capitìno che conservatesi nella forma più larga, consentono di approfondire lo studio di questa struttura.
È inoltre importante far notare come anche in una zona isolata del bacino idrografico del Tevere vi siano forme e strutture comuni a quelle dell’Arno e delle altre zone della regione centrale interna, che mostrano come la comunanza di tradizioni navali ha interessato capillarmente tutta la regione e si siano trasmesse le tecniche costruttive.
Per i confronti fatti e per il nome di zattera dato comunemente a questa imbarcazione (qui come sinonimo di chiatta) è proponibile appunto la derivazione dalla zattera.
Questo anche perché per imbarcazioni simili usate nell’Italia settentrionale come i traghetti (passi), la derivazione dalla zattera è documentabile in tutte le sue fasi, come si ricava dalle memorie che si conservano dalla Romagna estense (Bagnacavallo, Alfonsine, Lavezzola) fino al Delta padano.
Infatti sia il barchino di Fucecchio, che le navi da traghetto dell’Arno e la barca della Barcaccia di Valfabbrica come similitudine costruttiva hanno il fondo che sporge da sotto le sponde, il che vuol dire che il suo rivestimento può essere stato messo dopo la conformazione delle sponde e del volume generale dello scafo, un po’ come nella costruzione dei battelli veneti e padani.
Infatti sia il barchino di Fucecchio, che le navi da traghetto dell’Arno e la barca della Barcaccia di Valfabbrica come similitudine costruttiva hanno il fondo che sporge da sotto le sponde (forma ad “strong>H“), il che vuol dire che il suo rivestimento può essere stato messo dopo la conformazione delle sponde e del volume generale dello scafo, un po’ come nella costruzione dei battelli veneti e padani.
 

Fonti

Cartellonistica del posto
V. Falcinelli – Per Ville e Castelli di Assisi – 1982
G. Bensi – Il castello di Casa Castalda e la sua Pieve – 1974
 

Da vedere nella zona

Chiesa di San Benedetto e Paolino da Coccorano
Diga di Valfabbrica
Castelli limitrofi
 

Mappa

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