Chiesa di San Lorenzo in Nifili – Farnetta di Montecastrilli ( TR )

La chiesa appare sulla collina con la sua straordinaria bellezza. E’ chiusa sempre tranne che per la festa di San Lorenzo 9 e 10 di agosto.

 

Cenni Storici

La chiesa è situata lungo un importante diverticolo romano della Via Amerina che collegava Roma con Amelia, Todi ed il nord.
Questo percorso assunse una significativa rilevanza in epoca alto-medioevale a seguito del controllo longobardo della vicina Via Flaminia.
È probabile che i primi insediamenti nel territorio circostante la chiesa di S. Lorenzo in Nifili si ebbero in epoca romana attorno al III sec. a. C., a seguito del passaggio in direzione di Roma, di alcuni eserciti, in particolare di quello di Annibale.
Si può supporre che la zona era interessata da insediamenti, pur piccoli e temporanei, già in epoca romana, che avrebbero poi avuto sviluppi stabili; quindi le numerose presenze di elementi di spolio di chiara origine romana, sia nella Chiesa di S. Lorenzo che nelle coeve chiese della zona, potrebbero derivare direttamente da insediamenti in situ.
Cesare Augusto Imperatore nel I sec. a. C. assegnò, ad una legione di veterani, il territorio di Todi (e quindi probabilmente anche quello nei pressi della Chiesa di S.Lorenzo in Nifili), che subì quindi un processo di centuriazione anche nelle zone circostanti la chiesa.
La presenza romana e le rilevazioni effettuate portano a confermare la tesi che ci sia stata una probabile trasformazione in chiesa cristiana di un tempio in antis romano.
E’ supponibile che l’epoca di utilizzo del materiale di spoglio è da ritenersi conclusa intorno al 900/1000 e ciò ci permetterebbe di datare la costruzione della chiesa proprio in quel periodo.
Nel XI sec. la chiesa appartiene al monastero benedettino di S. Pietro in Valli, presso Todi. Sull’altare è incisa la data ANNO M.
La notizia più antica su questa chiesa e risale all’anno 1112.
II “Regesto dell’Abbazia di Farfa” pone la chiesa tra i luoghi pii donati in quell’anno dal conte Ravizzone degli Arnolfi alla Abbazia medesima (facendone consegna ai monaci Gregorio e Clemente).
Tutte le chiese, che nell’anno 1112 Ravizzone degli Arnolfi donò all’Abbazia di Farfa erano prima soggette all’Abbazia di San Pietro nel Monte Martano, compresa la Chiesa di S. Lorenzo in Nifili, qui definita S. Lorenzo in Tufili.
Sempre dallo stesso Regesto risulta che nell’anno 1118 l’imperatore di Germania, Enrico V, conferma al monastero di Farfa, tra i suoi beni e privilegi, il possesso della chiesa di S. Lorenzo in Nifili.
Il 24 giugno 1275 la chiesa è registrata sotto il titolo di S. Lorenzo “Infra“, come priorato pagante al Comune di Todi le sue prime decime, nella cifra di 4 libbre, 16 scudi, 6 denari cortonesi.
La città di Todi nel 1290 divide a fini fiscali il territorio ad essa sottoposto in diciannove zone dette plebati; la chiesa di S. Lorenzo in Nifili e le sue pertinenze, incluse nel castello di Farnetta, sono assegnate alla pieve di Santa Vittorina, cui appartengono anche altre nove ville e sei castelli.
Risulta che il 9 dicembre 1302 nell’ultima nota per la registrazione del pagamento delle decime da parte del priore della chiesa di S. Lorenzo in Nifili, tale Dominus Jacobus, viene versato al comune di Todi, la cifra di 9 soldi, 6 ravennati, 6 denari cortonesi.
Dall’Elenco delle chiese della diocesi tudertina dal 1399 al 1467, elenco dei plebati e dei focolari del 1292-93-94, stato delle parrocchie nel 1571, risulta che presso la chiesa di S. Lorenzo registrata come S. Lorenzo in “Yfri“, sono presenti un priore e quattro canonici; ciò fa supporre la presenza di una struttura monastica e conventuale, atta ad ospitare almeno 5 abitazioni.
Il beneficio connesso al podere di S. Lorenzo produce un reddito di 120 scudi, rendita tra le più alte contenute nell’intero elenco.
Il 17 settembre 1574 la chiesa di S. Lorenzo in Nifili fu oggetto della visita di Pietro Camaiani; essa viene definita come chiesa rurale il cui beneficio apparteneva a Don Cristoforo Baglioni di Amelia.
Si constatò che vi erano stati recenti interventi di restauro, di ripavimentazione e di nuova imbiancatura, che la chiesa era provvista di affreschi nella parete della tribuna con immagini di S. Lorenzo e del crocifisso e che necessitava di una tela con il martirio di S. Lorenzo, da utilizzarsi, forse, come pala d’altare.
Sono poi menzionate alcune porte e finestre da restaurare e la necessità di consolidare l’edificio dalla parte del “carcere nuovo” con “propugnacoli” detti speroni, risarcendo anche la parete e l’arco del portale.
Vi erano poi nelle adiacenze alcune case utilizzate dai contadini e dai lavoranti, i quali contribuivano a rendere pingue il beneficio della chiesa, che veniva definito antico, insigne e lodevole.
Dall’inventario dei beni della diocesi di Todi del 1724, risulta che la chiesa di S. Lorenzo in Nifili è caduta da tempo indeterminato in disuso e che i suoi benefici appartengono all’abate Cesare Hondedei, canonico in Roma nella basilica di S. Lorenzo in Damaso, cui sono stati conferiti dal papa Clemente XI.
Accanto alla chiesa, unita ad essa da una porta laterale, vi è una casa per i contadini, a due piani con 4 stanze ciascuno, ed un sito adibito a forno; il podere frutta 120 rubbi.
Dal resoconto della visita pastorale del vescovo Formaliari del 1748 risulta che il beneficio della chiesa di S. Lorenzo in Nifili è di 50 scudi e che la chiesa è sotto la guida del canonico Ondedeo di Bentivoglio, lo stesso della vicina Farnetta già dal 14 febbraio 1728.
Dalla visita pastorale del vescovo Tommaso Struzzieri del 1774 risulta che la chiesa appartiene ancora alla parrocchia della vicina Farnetta e che essa possiede un altare abbastanza ornato, però nella visita successiva del 1790 risulta che la chiesa è da tempo priva di tutti i suoi paramenti sacri.
Intorno all’anno 1922, la chiesa viene utilizzata come magazzino per frumento dai contadini che abitano nella casa adiacente, ad essa vengono addossati altri annessi per gli animali, la strada che conduce alla chiesa viene deviata nella parte posteriore, probabilmente per uno smottamento del terreno.
Tra gli anni 1985 e 1990 la chiesa è interessata da restauri da parte della Soprintendenza dell’Umbria intervenendo sulla cortina muraria della chiesa, sottofondazione, tetto modificandone la pendenza e la forma.
Da diversi anni, per iniziativa della Parrocchia, il giorno 10 agosto, è stata ripristinata la tradizionale “Festa di San Lorenzo” con la celebrazione pomeridiana della Santa Messa cui seguono momenti conviviali e ricreativi.
 

Aspetto esterno

Di piccole dimensioni, è costruita con blocchi di pietra di diversa grandezza, riutilizzando materiali di precedenti edifici romani.
In facciata presenta alcune pregevoli decorazioni floreali.
Una cornice in pietra corre lungo la base di entrambe le pareti laterali e per un breve tratto piega anche verso la facciata; probabilmente su essa si innesta la volta a botte della copertura interna.
Al disopra della porta una bifora con colonna a stampella.
La casa colonica, che un tempo inglobava parte della chiesa, è attualmente in rovina permettendo così la visione quasi completa della chiesa stessa
 

Interno

L’interno è a navata unica con volta a botte, preceduta da un piccolo atrio, anch’esso voltato a botte, dove si notano tracce di affreschi.
Il passaggio tra l’atrio e la navata avviene attraverso un varco sovrastato da un arco a tutto sesto, definito da una decorazione di mattoncini posizionati a dente di sega.
La zona del presbiterio, rialzata con due gradini, ospita l’altare a cippo, che ha un’iscrizione risalente all’anno mille.
L’abside è di forma semicircolare ed ha un semicatino superiore.
La parete interna, opposta a quella dell’altare, presenta degli affreschi ancora in buono stato raffiguranti San Lorenzo e San Giovanni Battista.
A sinistra del presbiterio in una nicchia si nota ancora una Madonna in trono e nella nicchia successiva i resti di un’altra Madonna in trono.
Nella volta della porta altri resti di affreschi non identificabili.
Il cippo d’altare reca la data A.D.M.
Le pareti laterali sono caratterizzate da cornici di pietra di varie forme poste ad altezza diversa e presentano varie tracce di affreschi.
Nell’intonaco sono inoltre visibili segni di aperture rimaneggiate nel tempo.
 

Fonti documentative

Marco Corradi – Castrum Farnectae le famiglie, la storia, le cronache di un castello umbro – 2005

http://it.wikipedia.org/

 

Informativa

La chiesa è visitabile il 9 e 10 agosto per i festeggiamenti di San Lorenzo o prenotando alla pro-loco di Montecastrilli.
 

Nota di ringraziamento

Si ringrazia la Diocesi di Orvieto-Todi per la disponibilità e per aver concesso le autorizzazione alla pubblicazione.
 

Da vedere nella zona

Foresta Fossile di Dunarobba
Castello di Dunarobba
Castello di Farnetta
Castello di Montecastrilli
Chiesa di Santa Vittorina
 

Mappa

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