Pozzo di San Giovanni – Trevi

Il pozzo di San Giovanni è un legame storico tra Sacro e Profano per eccellenza.

 

Presentazione

Il pozzo di San Giovanni, citato in molti testi antichi per le sue acque taumaturgiche si trova nei pressi della chiesa di Santa Maria di Pietrarossa.
Secondo la tradizione, l’acqua fuoriusciva dal pozzo con frequenza annuale e con maggiore abbondanza ogni trenta anni circa, nella notte di San Giovanni (notte del 24 Giugno) ed era allora che, evidentemente, esercitava il suo maggiore potere terapeutico, inoltre si è notato che proprio la notte del 24 giugno, giorno della festa del Santo, l’acqua del pozzo cresce di livello, fatto questo anomalo se si considera che siamo in estate e proprio in questa stagione le falde tendono a scendere.
Molti sono i legami legati al culto delle acque nei riti pagani che si sono trasferiti nelle tradizioni cristiane, e questa ne è la riprova.
Va considerato che l’area di cui stiamo parlando altro non era che l’area sacra dei Romani legata alle terme e al Dio Clitunno che in questo tratto il fiume era considerato Sacro, lo stesso Plinio ne parla, la sorgente faceva parte del percorso di purificazione e di rinascita dei Pagani prima, dei Romani dopo e dei Cristiani ancora oggi.
Non a caso il culto di San Giovanni e della sua acqua terapeutica fa capo a riti religiosi cristiani mirati alla fertilità e alla purificazione, infatti il Santo ( Battista ) usava il rito dell’acqua per rinnovare lo spirito delle persone che andavano da lui a battezzarsi per rinascere a nuova vita e lo stesso Gesù è passato attraverso questa iniziazione.
Parlando quindi di rinascita occorre considerare che la festa del Santo cade il 24 Giugno ( solstizio d’estate ), giorno del rinnovamento della rinascita dopo l’inverno, del risveglio della natura e del rinnovarsi della vita, da associarsi ad un altro rinnovamento che si compie il 25 Dicembre ( solstizio d’inverno ) giorno del rinnovamento dello spirito, infatti non a caso vi nasce Gesù, ( ed ecco che li ritroviamo insieme ).
Quindi come si può dedurre la ritualità cristiana e il pagana viaggiano sullo stesso binario.
A conferma che le tradizioni cristiane ancora oggi fanno riferimento a vecchi culti pagani, è testimoniata dall’usanza nelle campagne fare la cosiddetta “ Acqua di San Giovanni “ che consisteva nel mettere una conca d’acqua all’aperto, la sera della festa, e metterci a bagno cento tipi di erbe e fiori, per poi utilizzare l’acqua per il lavaggio del corpo essendo diventata nella notte, per effetto del Santo, terapeutica e benefica per la pelle e per le sue malattie.
Questo si faceva nelle campagne, ma qui al pozzo nello specifico, a cui si attribuiva all’acqua anche poteri taumaturgici nella cura delle infertilità, nella notte di San Giovanni si facevano processioni di donne nubili,che oltre a fare lavaggi di purificazione, venivano ad invocare la grazia di un marito.
E spesso succedeva che molte ragazze che coltivavano una segreta relazione con qualche giovane del posto approfittavano della processione notturna per scappare con l’amante e fare la cosiddetta
fuga d’amore”.
Figurarsi se la cosa poteva andare avanti così in un momento storico dove i matrimoni erano combinati e la donna era costretta il più delle volte a sposare contro la sua volontà.
Difatti per porre fine a questa situazione scandalosa nel XVI secolo intervenne addirittura il Papa Gregorio XIII che con una Bolla vietò alle donne di andare in pellegrinaggio al pozzo nelle notti di San Giovanni.
Sulle qualità terapeutiche dell’acqua del Pozzo di San Giovanni inoltre era ben informato anche San Francesco, che ligio alle tradizioni andava ad attingere l’acqua a questo pozzo per curare i malati di Lebbra ospitati prezzo il Lebbrosario di San Tommaso che sorgeva a poche centinaia di metri sulla via Flaminia.
Secondo la tradizione si prendeva cura degli ammalati che consolava e guariva, lavando le loro piaghe presso la chiesa di Santa Maria di Pietrarossa, con l’acqua del pozzo lì presente.
Molte altre sono le storie e le leggende legate alla festività di San Giovanni, essendo legato, come si diceva, al solstizio d’estate, quindi della vittoria della luce sulle tenebre.
Una notte come affermato da Maria Castelli Zanzucchi, scrittrice, studiosa di tradizioni nonchè autrice di interessanti pubblicazioni così la definisce:
Il sole raggiunge il 23 Giugno il punto più alto: è sapere comune che la notte di San Giovanni è il tempo in cui i pianeti ed i segni zodiacali concorrono a caricare di virtù le pietre e le erbe. E’ una notte magica, la notte dell’impossibile, dei prodigi, degli inganni, degli influssi malvagi e delle streghe“.
Per quanto concerne le tradizioni della notte magica del 23 Giugno non c’è che l’imbarazzo della scelta, dal “Nocino” ai poteri delle erbe, delle pietre ai Sabba delle streghe, ma noi non staremo qui ad elencarli tutti, vi lasciamo alla vostra personale ricerca sperando di aver stimolato la vostra curiosità.
 

Aspetto

La struttura del pozzo che nella parte alta è in mattoni , presenta nelle parte più profonda una struttura realizzata in epoca romana.
Il sopraelevamento del pozzo si è reso necessario nel corso dei secoli per il notevole innalzamento del Piano di Campagna che l’area ha subito per le varie alluvioni.
La stessa chiesa oggi si trova interrata di più di un metro rispetto al piano esterno.
 

Bibliografia

http://www.regioneumbria.eu/

http://www.comune.trevi.pg.it/

http://www.provincialgeographic.it/

 

Da vedere nella zona

Chiesa di Santa Maria di Pietrarossa
Abbazia di San Pietro
 

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