Casteldilago – Arrone (TR)

Casteldilago è situato sopra uno sperone di roccia che domina il fiume, e ha preso il nome dal lago su cui si specchiava in tempi remoti ma che ora non esiste più. Ne è rimasto solo il ricordo nel toponimo e negli attracchi delle barche poco sopra la strada che conduce al paese.

 

Cenni Storici

Casteldilago è un piccolo borgo a 10,5 km da Terni e ubicato su un colle a 326 mt slm.
Il borgo era una fortificazione strategica per la sicurezza della Valnerina, poiché, edificata su un pianoro roccioso che sovrasta di oltre cento metri la valle dove scorre il fiume Nera, controllava uno snodo viario trasversale alle due grandi arterie consolari: la via Flaminia e la via Salaria, la Via Curia (o Strada Romana), che collegava Rieti e Terni con Spoleto.
L’abitato sorse attorno al luogo scelto nel 514 come eremo da San Lorenzo illuminatore, monaco siriano.
La prima notizia scritta che si ha del castello risale al 1033, si legge nel registro dell’Abbazia di Farfa che un tal Berardo detto Moco donò al monastero alcuni beni tra cui Casteldilago, che tra il 760 e il 1291 ha fatto parte della diocesi di Narni, per poi essere trasferito in quella di Spoleto.
Fu curtis longobarda e, nel 1198, Spoleto, nella sua mira espansionistica verso la Valnerina, la occupò insieme ai paesi limitrofi.
In effetti già alla fine del secolo XII Spoleto vantava dei diritti sul castello e Gentile da Chiavano ne rinnovò la sottomissione alla città nel 1212.
Nel 1241 risulta però ancora possesso imperiale di Federico II.
Il cardinale Rainiero Capocci, rettore del Ducato, ne confermò, nel 1245, la sottomissione a Spoleto, rinnovata nel 1266, dopo la ribellione di Casteldilago durante la guerra per le Terre Arnolfe.
Anche nel 1302 risulta un’ulteriore sottomissione a Spoleto.
Nel 1499 si ribellò e passò sotto il dominio di Terni.
Il papa Alessandro VI intervenne per ristabilire l’antica dominazione spoletina: la pace fu segnata nella Rocca di Spoleto alla presenza di Lucrezia Borgia, governatrice del Ducato.
Tra il 1534 ed il 1549, durante il pontificato di Paolo III Farnese, si dotò di un proprio statuto,
La Comunità era amministrata da un vicario e tre massari che, a partire dal 1743, furono chiamati priori.
Erano eletti dal consiglio generale, costituito dai capifamiglia, tramite estrazione del bussolo.
Come nelle altre comunità limitrofe, tra gli ufficiali c’erano anche il podestà, il camerlengo, il cancelliere, il balivo, il procuratore in Spoleto, il moderatore dell’orologio, l’organista e il maestro di scuola.
Le entrate della Comunità erano costituite dalle privative e dagli affitti; il guadagno maggiore veniva dall’affitto del pascolo delle capre e pecore.
Nel periodo napoleonico Casteldilago seguì le vicende della vicina Arrone, che fu unita al Cantone di Terni e fu amministrato da un maire e da nove consiglieri.
Con la Restaurazione del governo pontificio, l’amministrazione fu di nuovo affidata ad un priore e due aggiunti.
Tra il 1819 e il 1827 divenne appodiato di Arrone.
Con l’Unità d’Italia fu elevato a Comune, per essere poi soppresso con regio decreto del 7 marzo 1875, da allora è una frazione del Comune di Arrone, di cui segue la storia.
Secondo i dati del censimento del 2001, gli abitanti sono 441.
 

Aspetto

Del vecchio castello oggi non restano quasi più tracce, né della rocca, né della cinta muraria, solo qualche rovina.
Ben conservato è, invece, l’antico borgo medioevale, nato sulla piccola altura intorno ad esso.
Salendo al centro del paese, percorrendone i vicoli stretti e scoscesi, acciottolati, intervallati da archi e sottopassi, si può apprezzare ancora il compatto tessuto edilizio medievale, probabilmente duecentesco, caratterizzato da filari irregolari di pietra calcarea bianca.
Vicino merita una visita l’interessante Museo della Ceramica.
All’interno dell’abitato si trova anche un edificio della Prima Chiesa Cattolica riformata d’Italia, fatto erigere ne secolo XIX dal Conte Enrico Campello.
Fuori dall’abitato si trova la Chiesa di San Nicola.
Da vedere anche, nelle vicinanze, un vecchio mulino del XVI secolo: fino a qualche tempo fa erano visibili ancora i vecchi meccanismi di lavorazione ed il bacino di carico dei prodotti, ora è stato trasformato in abitazione privata.
Sempre nei pressi di Casteldilago sorge l’Eremo della Madonna dello Scoglio.
 

Fonti documentative

FAUSTI L., I Castelli e le ville dell’antico contado e distretto della città di Spoleto, Editoriale Umbra, Perugia, 1990
FAUSTI L., Le Chiese della Diocesi di Spoleto nel XIV secolo secondo un codice del XVI secolo, Archivio per la storia ecclesiastica dell’Umbria, Foligno, 1913
GENTILI, GIACCHÈ, RAGNI, TOSCANO, L’Umbria – Manuali per il territorio – La Valnerina, Il Nursino, Il Casciano – Edindustria Roma, 1977
Hydra studi sull’area naturale protetta regionale Parco Fluviale del Nera – Autori Vari, a cura di Miro Virili Edizioni Thyrus 2008
SANSI A., Storia del Comune di Spoleto, Accademia Spoletina, Spoleto, 1876

http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=33295

 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
 

Da vedere nella zona

Vecchio mulino del ‘550 o ‘600: sono visibili ancora i vecchi meccanismi di lavorazione ed il bacino di carico dei prodotti.
Chiesa di San Valentino
Museo della Ceramica
Chiesa di San Nicola
Eremo della Madonna dello Scoglio

Arrone
Castello di Arrone
Chiesa di Santa Maria Assunta
Chiesa di San Giovanni Battista

Buonacquisto
Castello di Buonacquisto
Miniere di Lignite
Pieve di San Venanzio
Chiesa di San Venanzio o Santa Maria Maddalena

Colle Sant’Angelo
Castello di Colle Sant’Angelo

Colleporto
Castello di Colleporto

Le Palombare
Le Palombare

Tripozzo
Castello di Tripozzo
 

Mappa

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