Castello di Arrone – Arrone (TR)

Il castello sorge a ridosso del Lago di Piediluco in una zona fra le più belle del ternano.

 

Cenni Storici

Arrone è un comune di circa 2800 abitanti della provincia di Terni.
La storia bimillenaria del borgo è testimoniata dal rinvenimento di un cippo in travertino, di una lastramarmorea con iscrizione presso la chiesa di san Lorenzo a Tripozzo, di una testa femminile in marmo risalente al II sec. a.C., di alcuni bronzetti e di un sigillo provenienti da un probabile santuario sulla cima del monte di Arrone.
Stando comunque alle fonti documentative Arrone deriverebbe il suo nome dalla famiglia dei nobili Arroni, che secondo lo storico folignate Ludovico Iacobilli lo fondarono nel secolo IX d.C.
Lo Iacobilli trasse queste notizie dagli archivi delle abbazie di Subiaco, Farfa e Ferentillo, il nome è comunque documentato nel secolo X con Giuseppe “Dominus Castri Arroni“.
Pare comunque che sul finire del secolo IX, un nobile romano di nome Arrone, legato al gastaldato di Rieti, spinto dalle devastazioni di Saraceni e Ungari, si inoltrò nella Valnerina, si impossessò di uno dei promontori rocciosi che vi si ergevano e vi costruì un castello fortificato, inizialmente in legno e poi ricostruito in muratura.
Questo castello fu il primo nucleo del paese, che prese da lui il nome e successivamente si tramandò a tutta la sua stirpe.
Il feudo in seguito giunse ad estendersi da Papigno a San Pietro in Valle, da Miranda a Labbro, da Piediluco a Melaci e a Polino.
Durante il XIII secolo gli Arroni persero progressivamente terre, autonomia e prestigio in favore di Spoleto, cui dovettero, infine, giurare fedeltà nel 1229.
Gli uomini di Arrone, allora, nel 1315, riscattarono tutto il territorio comunale dagli antichi signori, liberandosi dalla plurisecolare signoria dei “Domini Castri Arroni“; nel 1341, nei documenti, non compaiono più come controparte gli Arroni, ormai trasferitisi a Spoleto, ma la Comunità definitivamente sottomessa a Spoleto; nel 1347 il Comune di Arrone si dotò di uno statuto.
Nel 1527 il territorio subisce il saccheggio delle truppe colonnesi provenienti dal “Sacco di Roma“.
Nel 1542 furono rinnovati gli statuti comunali, approvati da Spoleto, cui la Comunità restava soggetta.
Nei due secoli successivi, la storia di Arrone segue le vicende del distretto di appartenenza e, con Spoleto, ebbe soltanto da dirimere questioni di carattere fiscale.
Nel 1799, fu saccheggiato e incendiato dalle truppe francesi, che punirono crudelmente il paese per essersi ribellato e per essere stato animatore della rivolta della Bassa Valnerina.
Con la Restaurazione, l’amministrazione tornò quella del periodo precedente.
Nel periodo napoleonico la Comunità divenne parte del Dipartimento del Trasimeno, Circondario di Spoleto, Cantone di Terni.
Nel 1817 Casteldilago perse l’autonomia amministrativa e divenne frazione del Comune di Arrone.
La breve parentesi della II Repubblica romana, che non trovò grande seguito nel paese, non sconvolse i ritmi amministrativi che, con la Restaurazione, videro instaurarsi una Commissione municipale provvisoria.
Nel 1860 Arrone si espresse all’unanimità a favore dell’annessione al Regno di Sardegna, entrando poi a far parte del Regno d’Italia e il suo primo sindaco fu il capitano garibaldino Gaetano Turchetti.
Con l’amministrazione unitaria il Comune di Arrone vide aumentate di molto le proprie competenze, dalla costruzione di strade, all’arginatura dei corsi d’acqua, dall’istruzione obbligatoria, alla sanità e all’assistenza; conseguentemente aumentò anche l’organico dell’amministrazione.
Il divario tra le entrate, rimaste immutate, e le uscite in continuo aumento, causò una crisi finanziaria; il Comune, per fronteggiarla, contrasse dei mutui con la Cassa depositi e prestiti e, contemporaneamente, diede il via all’alienazione dei beni comunali oggetto di appropriazioni indebite.
Nei primi decenni del Novecento, Arrone fu modernizzata, attraverso opere pubbliche tese allo sfruttamento delle risorse del territorio: il bacino idroelettrico del Velino fornì elettricità al paese con la costruzione di una rete urbana e all’allaccio con la linea di Spoleto.
Fu, quindi, assicurato il servizio telefonico aperto al pubblico tutti i giorni.
La costituzione della “Società per la tranvia elettrica di Terni” comprese Arrone nei servizi di trasporto pubblico della Valnerina; infine fu istituito il servizio della scuola elementare, pur tra diverse difficoltà, per via del problema dell’edilizia scolastica.
Con l’avvento del fascismo Arrone si sottomise al nuovo regime ma, in occasione della visita del duce nel paese, gli fu consegnata una relazione sull’andamento economico e sociale del paese che non dissimulava lo stato di arretratezza e crisi economica.
 

Aspetto architettonico

Arrone è composto da due antichi nuclei abitativi e da un terzo molto più recente, periferico rispetto all’originario, dislocato nella parte pianeggiante lungo la strada per Polino.
I nuclei più antichi sono denominati “La Terra” e “Santa Maria“.
Santa Maria” sorge nella parte più bassa, attorno alla Chiesa di Santa Maria Assunta , presenta bei palazzi e graziosi scorci.
Nei pressi della collegiata si trova la Chiesa della Madonna della Cerqua.
La parte alta dell’abitato conserva l’originale assetto medioevale, rispecchiando l’antica struttura difensiva con le vecchie mura, e i tipici stretti e pittoreschi vicoli.
L’abitato, infatti, è circondato da un sistema di torri e cinte murarie poste a difesa della strada che collegava la zona di Rieti con quella di Spoleto.
Salendo si incontra una bella torre cilindrica, poi una porta che rappresenta l’accesso al nucleo più antico.
La Terra” rappresenta di fatto l’insediamento primordiale, tanto da testimoniare ancora i caratteri di rocca difensiva grazie alla presenza del castello degli Arroni.
Fra le sue mura custodisce la gotica Chiesa di San Giovanni Battista.
Nei pressi della chiesa si trova la “Porta di San Giovanni“, che collega il borgo al quartiere medievale, caratterizzata da un arco a sesto acuto di tipica ispirazione gotica, a sinistra si nota un malridotto affresco in cui si intravedono una Madonna col Bambino e un San Sebastiano.
Una grande torre a base quadrata, costruita durante la dominazione longobarda, serviva da avvistamento e ultimo baluardo di difesa e combattimento.
Misura circa sette metri di lato e diciassette di altezza ed è ornata da una chioma di ulivo selvatico germogliato all’epoca della costruzione della torre.
Lungo la strada che porta a Polino si incontra la Chiesa di Santa Maria del Carmine, piccolo edificio annesso all’oratorio omonimo; lungo la strada per Casteldilago, nei pressi del cimitero, il Convento di San Francesco.
 

Feste e tradizioni

Da non perdere ad Arrone i festeggiamenti in onore del Patrono San Giovanni Battista (24 giugno) durante i quali si svolge la “Sagra dell’acqua cotta” presso il centro canoistico e, nel periodo natalizio, la rappresentazione del presepe vivente presso l’antico castello.
La vicinanza del paese al fiume Nera ha permesso il prodursi di numerose manifestazioni ad esso legate quali gare di discesa in canoa, in natanti autocostruiti ecc. che si tengono durante tutta l’estate.
 

Frazioni

Del comune fanno parte piccole frazioni molto caratteristiche, soprattutto per la loro origine medioevale ancora oggi capace di dare l’impronta al borgo. Sono: Buonacquisto, Casteldilago, Colleluccio, Colle Sant’Angelo, Palombare, Rosciano, Tripozzo, Valleludra, Vallecupa e Castiglioni.
 

Fonti documentative

FABBI A. Guida della Valnerina: storia e arte / Abeto (PG), presso l’autore, 1977
FABBI A. Storia dei comuni della Valnerina Abeto (PG), presso l’autore, 1976
FAUSTI L., I Castelli e le ville dell’antico contado e distretto della città di Spoleto, Editoriale Umbra, Perugia, 1990
FAUSTI L., Le Chiese della Diocesi di Spoleto nel XIV secolo secondo un codice del XVI secolo, Archivio per la storia ecclesiastica dell’Umbria, Foligno, 1913
GENTILI, GIACCHÈ, RAGNI, TOSCANO, L’Umbria – Manuali per il territorio – La Valnerina, Il Nursino, Il Casciano – Edindustria Roma, 1977
GUERRINI GIUSEPPELe Chiese di Santa Maria Spoleto 2007
Hydra studi sull’area naturale protetta regionale Parco Fluviale del Nera – Autori Vari, a cura di Miro Virili Edizioni Thyrus 2008
PETRALLA MARIO ASCANI ALBERTOArrone nel secolo XVI “Cenni di vita quotidiana”
SANSI A., Storia del Comune di Spoleto, Accademia Spoletina, Spoleto, 1876

http://it.wikipedia.org/wiki/Arrone

http://www.camperontheroad.it/

http://www.comune.arrone.terni.it/dettagli.aspx?c=1&sc=26&id=2&tbl=contenuti

http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=32291

https://www.beni-culturali.eu/opere_d_arte/elenchi/comune/arrone/3409

 

Nota

La galleria fotografica e i testi sono stati elaborati da Silvio Sorcini
 

Da vedere nella zona

Chiesa di Santa Maria Assunta
Chiesa di San Giovanni Battista
Chiesa della Madonna della Cerqua

Buonacquisto
Castello di Buonacquisto
Miniere di Lignite
Pieve di San Venanzio
Chiesa di San Venanzio o Santa Maria Maddalena

Casteldilago
Casteldilago
Chiesa di San Valentino
Museo della Ceramica
Chiesa di San Nicola
Eremo della Madonna dello Scoglio
Convento di San Francesco

Colle Sant’Angelo
Castello di Colle Sant’Angelo

Colleporto
Castello di Colleporto

Le Palombare
Le Palombare

Tripozzo
Castello di Tripozzo
 

Mappa

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