Castello di Bazzano – Spoleto

E’ impossibile creare una galleria iniziale di un’area così vasta, per cui è stato necessario suddividere i vari settori territoriali che potrete apprezzare uno ad uno scorrendo l’articolo.

 

Cenni storici

Sorge lungo le pendici del Monte Giove, all’intersezione tra due importanti ed antiche vie di comunicazione, la Via della Spina e l’antica strada per Norcia.
Il luogo era abitato fin da epoca antica, come testimoniato dai reperti romani che sono venuti alla luce, in particolare nell’area dove sorge la Chiesa di Sant’Andrea ove si possono vedere ancora resti di lapidi, cippi e di due sarcofagi in pietra.
Il nome stesso, Bazzano è con ogni probabilità un prediale di origine romana, che può essere ricondotto sia al nomen Battius, sia alla gens Badia.
Si può pertanto ipotizzare che il primo nucleo abitato sorse in epoca romana nelle ultime propaggini della pianura.
Come per molti alti insediamenti umbri al crollo dell’impero romano alcuni abitanti, per allontanarsi dalla vicina strada della Spina e dalla pianura, non più salubre e sicure, si stabilirono più a monte, in prossimità di un’altra strada, anch’essa molto antica, che collegava questa parte del territorio spoletino con la Via Nursina, ivi erigendo la Rocca di Bazzano, chiamata anche Monaldesca, Mainardesca e Berardesca.
Purtroppo per gli avvenimenti storici di Bazzano, considerato nell’insieme dei vari nuclei abitati, non sono pervenute molte notizie; la prima documentazione nota è l’atto di sottomissione del conte Monaldo a Spoleto, risalente al 1180.
Nel 1279 contava 144 fuochi, ponendosi quindi tra le più popolate ville dello spoletino.
Figura tra i castelli del distretto di Spoleto anche nel 1361.
Ai suoi piedi sorsero le ville di Bazzano di sopra e di Bazzano di sotto, che, alla fine del secolo XIV si fortificarono e divennero castelli.
Nei primi decenni del XV secolo si unì con altri castelli contro Spoleto e per questo il Cardinal Vitelleschi nel 1440 ordinò la distruzione delle mura castellane.
Ma l’ordine, probabilmente, non trovò esecuzione, o le mura furono prontamente ricostruite, perché un castello di Bazzano figura tra quelli soggetti a Spoleto nel 1490.
Il resto della sua storia civile e politica è legata strettamente a quella di Spoleto.
Oggi l’insediamento si compone di quattro nuclei principali, Bazzano Inferiore, Bazzano Superiore, Santa Maria di Bazzano, Rocca di Bazzano, oltre a numerosi piccoli insediamenti, a volte costituiti da isolate torri colombare disseminati nel territorio.
Fanno parte del territorio di Bazzano anche i piccoli nuclei di Oriolo e Osteria di Reggiano.
 
 
 

Bazzano Inferiore

Comunemente chiamata Bazzano di Sotto, provenendo da Spoleto, lungo la Via Bazzanese, sulla destra, si trova la Chiesa di Santa Maria della Pietà che conserva esternamente una struttura cinquecentesca; nell’interno, rimaneggiato nel ‘700, vi è, sopra l’altare, una statua del XIX secolo rappresentante la Madonna che regge il Cristo Morto.
Si incontra poi il primo nucleo abitato, cresciuto fuori del castello, chiamato l’Ancara, costituito di case-torri del XIII-XIV secolo, superato un ponticello si presenta sulla sinistra la modesta Chiesa di San Martino che conserva, nella facciata a due spioventi, resti di affreschi del XVI secolo tra i quali sono ancora leggibili una Madonna col Bambino e un angelo, affresco attribuibile a Piermatteo Gigli.
Poco più avanti, ai piedi del castello, la Pieve di Sant’Andrea, ampiamente rimaneggiata nei secoli scorsi, ma di origini molto antiche, come testimoniato da un reperto di scultura altomedievale qui rinvenuto.
All’esterno sono vari resti romani, in gran parte riutilizzati nel campanile ove è anche una scritta purtroppo illeggibile; due frammenti lapidei, già murati nel garage e nell’orto della casa parrocchiale, sono ora depositati nel museo diocesano di Spoleto.
Un sarcofago in pietra, molto rozzo, è utilizzato nella vicina fontana.
Nel XII- XIII secolo è stata ricostruita con muri a conci squadrati ad unica navata, con tetto a due spioventi e con abside semicircolare, attualmente incorporata nella cella campanaria.
Nella prima metà del XV secolo l’interno della chiesa fu arricchito da affreschi, di cui resta parziale testimonianza nella calotta della vecchia abside, ove rimangono visibili un volto di Cristo, una Madonna col Bambino e Sant’Andrea, e nella parete sinistra della stessa abside ove si scorge una delicata Madonna col Bambino.
Nel 1563 fu data ai canonici di San Gregorio di Spoleto, cessando di dipendere dalla mensa vescovile.
Nel 1567 l’antica chiesa romanica stava cadendo in rovina e si rese urgente una vasta opera di consolidamento e ristrutturazione; l’ultimo consistente rimaneggiamento architettonico è stato attuato nel secolo scorso.
Entrando, nella parete di sinistra, sul primo altare, si ammira una tela del ‘700 con in alto l’Eterno coronato di nuvole e con ai lati due angeli, sotto, a destra San Rocco e San Martino, al centro Tobiolo e l’Arcangelo Gabriele e a sinistra San Sebastiano. Sullo sfondo è la Chiesa di Sant’Andrea ed il castello.
Proseguendo, sopra l’ingresso laterale tela del ‘700 con al centro in alto il SS. Sacramento contornato da due angeli, sotto, a destra San Bonaventura e San Francesco, ed a sinistra, San Tommaso e Sant’Andrea.
Segue un’ulteriore tela, della stessa epoca delle precedenti,con al centro la Madonna col Bambino tra angeli, a destra Santa Caterina e a sinistra San Domenico, intorno corrono i Sacri misteri; un piccolo cartiglio nella parte destra, in basso, reca la scritta, in parte perduta, ANT. S. MARIA / BARABATTUS DE. CAMERIN PINXIT AN . . . .
Sopra l’altare principale tela del XVII secolo con una Crocifissione, San Francesco e Sant’Andrea.
Oltre, sulla destra, altra tela, sempre del XVII secolo, raffigurante il Cristo morto con la Madonna, la Maddalena e San Giovanni.
Prima di ritornare verso l’ingresso principale, sempre sulla parete destra una tela seicentesca rappresentante la Madonna in cielo coronata di angeli con, a destra, Sant’Antonio abate, al centro San Luigi Gonzaga, ed a sinistra San Vincenzo Ferrer.
Dietro la chiesa e con la base rivolta ad essa, è il Castello, d’impianto triangolare, come la gran parte delle fortificazioni nate lungo i pendii.
Malgrado sia in gran parte diruto, tuttavia conserva ancora una struttura d’insieme assai significativa, ha alte torri quadrangolari nei punti più strategici, mura molto alte e una porta di accesso che dava verso il borgo, prossimo alla Chiesa di Sant’Andrea.
Più a monte, in una nicchia inserita sopra la porta del castello di Bazzano Inferiore, orientata verso uno dei sentieri che vi accedono dalla piana di Spoleto, si nota un’edicola raffigurante la Madonna col Bambino, con gli intradossi decorati a fasce e clipei; le si affiancano San Rocco e un altro santo, quasi svanito e frammentario, forse San Sebastiano.
Il tutto è inquadrato architettonicamente da colonne, realizzata nella seconda metà del XVI secolo da decoratori e iconografi locali sotto la guida di don Piermatteo Gigli.
 
 
 

Bazzano Superiore

Detto anche Bazzano di Sopra.
Si raggiunge tornando indietro e seguendo l’antica strada che attraversa ampie distese di oliveti di gran pregio, con esemplari secolari di grande bellezza.
Quasi al termine della salita è la bella villa Massi-Benedetti, al cui interno vegeta un interessante esemplare di Tasso (Taxus baccata), il più antico e grande dell’Umbria.
In corrispondenza di un bivio, dove attualmente discende la nuova carrozzabile, si incontra la Chiesa di San Pietro in Serpillo o in Serpullo.
Era già esistente nel XIV secolo, ma probabilmente più antica, però poco conserva dell’edificio originario, l’attuale struttura è in gran parte il risultato di un consistente rifacimento portato a termine sulla fine del XVIII o agli inizi del XIX secolo, probabilmente opera del Valadier.
All’interno, ad unica navata, presenta sulla destra due tele del XVII secolo: una con l’Incredulità di San Tommaso e l’altra con l’Arcangelo Gabriele che uccide il drago.
Nella parete di fondo, incorniciata da un semplice ed elegante altare, una buona tela della seconda metà del XVII secolo con Gesù che consegna le chiavi del paradiso a San Pietro.
Sulla parete di sinistra altre due tele della fine del XVII secolo: una con la Madonna del Rosario e ai lati Santa Caterina e San Domenico e l’altra con l’Ascensione della Madonna in cielo, San Domenico e San Gabriele.
Prendendo la strada che da San Pietro giunge alla Rocca Monaldesca, ricalcante l’antico tracciato che raggiungeva la via nursina per poi discendere nella valle del Nera, dopo aver attraversato una fila di case sorte ai lati della strada nel XV – XVI secolo, si incontra sulla destra la Chiesa di San Sebastiano.
Sorta o ristrutturata nel XV secolo, la chiesa è ad unica navata e con tetto a due spioventi.
L’interno presenta un interessante arredo che testimonia l’uso come sede di confraternita, oggi assai raro nel territorio spoletino, offrendo, tra l’altro, anche i tipici banchi usati dai confrati con originali ripostigli per il sacco.
Nella parete destra, una modesta tela del XVII secolo con la Madonna e Santi e con una bella cornice in legno intagliata e dorata.
Sopra l’altare, nella parete di fondo, è posta una tela seicentesca con il Cristo in croce e Santi.
Nella stessa parete, dietro l’altare maggiore, nascosto dalla ricordata tela, è parzialmente riemerso un affresco di grandi proporzioni raffigurante una Natività, opera di Fabio Angelucci da Mevale, operoso nello spoletino dal 1568 al 1603, si legge in un piccolo cartiglio la scritta FABIUS ANGELUC… PINSIT AD. M / CCCCII/XXVI.
 
 
 

Santa Maria di Bazzano

Proseguendo, si incontra l’altro nucleo fortificato di Bazzano, che conserva ancora parte delle mura di cinta ed un’alta torre.
Nell’abitato, sulla strada che scende alla Chiesa di Santa Maria, è un’edicola votiva tra le più antiche del territorio, si trova nel muro di cinta di un edificio di probabile uso conventuale.
Gli affreschi, raffiguranti la Madonna con Bambino, San Lorenzo, San Giovanni Battista, risalgono alla prima metà del XV secolo sono attribuibili a Bartolomeo da Miranda, forse il pittore più importante del tardogotico spoletino insieme al Maestro di Eggi, autore di un consistente numero di opere.
Si legge l’iscrizione, più tarda dell’affresco, nella tabella dipinta, ANIMATVM DEI / SIMVLACRVM / ADORATE.
Nella parte sud-est del castello, la Chiesa di Santa Maria.
Di architettura romanica,costruita in conci ben connessi, risale probabilmente nel XII – XIII secolo, l’edificio, ha la facciata a due spioventi e copertura con travature a cavalletto, vi è accennato il rosone che risulta, però, annegato nella muratura, mai realizzato; il semplice portale è sovrastato da una finestra semicircolare.
Il campanile, posto a sinistra sul retro, è a vela a doppio fornice, dotato di tre campane.
L’interno, ad unica navata.anche qui più volte manomesso, presenta sulla parete destra un affresco cinquecentesco con la Madonna col Bambino ed intorno, entro quadrati, brani della vita di Gesù.
Nella parete di fondo, entro una cornice architettonica dipinta che investe tutta la parete, un’Annunciazione.
Nei pressi si trova un’edicola con un piccolo altare posizionata su un parapetto, forse eretta in occasione della Missione della Società della Sacra Famiglia, che si tenne nella prospiciente chiesa di Santa Maria nel 1873.
Vi è una stampa che riproduce l’iconografia della Sacra Famiglia inaugurata nel 1872 dal pittore romano Pietro Gagliardi (1809-1890) e diffusa da don Pietro Bonilli.
 
 
 

Rocca di Bazzano

Usciti dalla chiesa, si vede sullo sfondo l’antica Rocca Monaldesca.
La rocca conserva la caratteristica di nucleo saldamente protetto da massicce ed alte mura i cui due accessi dovevano essere difesi da altrettante possenti torri costruite staccate dalle mura lungo la strada.
Entro le mura, oggi pressoché dirute, la Chiesa di San Nicola già parrocchiale.
Dai pochi resti che ancora rimangono si può intuire che la chiesa nacque nel XII secolo ad unica navata e con abside semicircolare.
Non vi rimangono tracce di affreschi, sono invece visibili, nel pavimento, antiche sepolture.
L’interno del castello è caratterizzato da case molto antiche e soprattutto molto interessanti per la loro struttura architettonica che è rimasta pressoché integra e che bene testimoniano un tipo di abitazione del XIII-XIV secolo; adoperata come abbeveratoio una acquasantiera che reca la data 1688.
Oltre il castello, verso est, è il cosiddetto “Scoglio della Rocca“, dove rimangono dei ruderi di una torre di vedetta al servizio del castello.
Oggi la Rocca, restaurata con grande cura, è adibita ad agriturismo.
Vi vegeta un antico mandorlo, di 2,31 metri di circonferenza.
 
 
 

Oriolo

Tornati sulla Via della Spina e proseguendo in moderata salita si incontrala piccola località di Oriolo.
Anche questo sito è abitato da lungo tempo, qui fu trovato un sarcofago di travertino coperto con una lastra di piombo.
Sorge sull’incrocio della seconda strada che conduce a Bazzano.
Sull’antico edificio che sorge in corrispondenza della strettoia stradale si scorgono i resti di un orologio a ventiquattro ore e una garitta angolare, sopra v’è un campaniletto a vela, forse memoria di un antico uso del luogo a fini di ospitalità.
Dall’altro lato della strada si trova una chiesina del XVII secolo dedicata a sant’Anna, che racchiude al suo interno un’edicola cinquecentesca, ora priva dell’affresco originario.
Svoltando sulla sinistra si incontra una magnifica roverella e poco dopo, Villa Piccioli, con all’interno la chiesa privata di San Giuseppe Lavoratore, con due belle meridiane.
Tornando alla via della Spina e proseguendo in salita si incontra sulla destra la Chiesa di Santa Maria piè la Costa, piccolo edificio votivo sorto nel XVII secolo su un’edicola con affresco cinquecentesco dai caratteri spagneschi, raffigurante la Madonna col Bambino.
Poco dopo, in proprietà privata e non visitabile quel che resta della chiesa di San Polo o di S. Polo de Quinto.
L’interessantissimo edificio sacro, datato all’VIII – IX secolo, è a pianta circolare rivestito di pietre conce disposte a cortina; ampiamente rimaneggiato nel XII-XIII secolo, forse in occasione della dipendenza dal monastero di San Giuliano di Spoleto, è documentato con certezza dal XIV secolo. L’edificio è stato trasformato nel XVI – XVII secolo in colombaro, poi adibito a magazzino agricolo, ora è parte di un’abitazione privata.
Nella parte ovest dell’edificio si apre l’unico portale a tutto sesto e lunettato sul prospetto; l’interno, che doveva essere coperto a volta, offre soltanto la traccia, sul lato est, di una monofora a feritoia.
Nella casa contigua è inserito un frammento in pietra dell’VIII – IX secolo, secolo ornato di un fiorone con un grosso bottone centrale.
Nei pressi, verso nord, sono i resti di una muratura che può ricordare la struttura di una tomba romana.
 
 
 

Osteria di Reggiano

Si trova all’incrocio della via della Spina con la strada che da Poreta conduceva verso la Forca di Bazzano.
L’osteria è documentata dalla seconda metà del ‘400 ma i fabbricati sembrerebbero risalire ad almeno un secolo prima e il luogo era frequentato già in epoca romana, lo dimostra la presenza in loco di numerosi reperti archeologici, utensili e terrecotte, tombe a tegole e lapidi di epoca romana con iscrizioni.
Nel 1470 fu concessa in locazione, insieme a tutti gli altri terreni e i possedimenti, al nobile Onofrio di Nicola Pianciani dal Priore di Santa Maria di Reggiano e Vicario di Santa Maria dell’Eremita.
Di fatto poi l’osteria rimase in mano ai Pianciani, che controllavano tutta la zona, e solo su finire del Settecento fu in parte ceduta ai Loccatelli – Martorelli, in parte affidata ai Francolini di Spoleto, che poi la donarono alla Congregazione della Carità.
Attualmente vi ha sede una falegnameria.
Nonostante le manomissioni subite si legge ancora la vecchia struttura medioevale caratterizzata da grandi archi in laterizio.
A poca distanza si erge l’antico complesso di Chiesa di Santa Maria di Reggiana, la chiesa, col relativo monastero ed annessa casa colonica.
Numerosi elementi costruttivi e strutturali, come le alte e spesse murature, che cingono il complesso e la presenza di una torre, posta significativamente sul lato che guarda la strada, in seguito utilizzata come campanile della chiesa, fanno supporre un’origine del sito come struttura fortificata a guardia della via della Spina.
Proseguendo in alto, in direzione di Bazzano Superiore si può ammirare una maestosa roverella e, ancora più in alto un interessante insediamento, forse un antico monastero.
 

Fonti documentative

AA.VV., Spina e il suo territorio, Pro Loco Spina Di Campello 2013
ANGELINI ROTA G. Guida di Spoleto e del suo territorio, A.G. Panetto e Petrelli, 1929
DI MARCO L.,La via della Spina: spunti storico-topografici per una ricerca sul territorio, in Spoletium Accademia Spoletina 1984-85
FAUSTI L., I Castelli e le ville dell’antico contado e distretto della città di Spoleto, Editoriale Umbra, Perugia, 1990
FAUSTI L., Le Chiese della Diocesi di Spoleto nel XIV secolo secondo un codice del XVI secolo, Archivio per la storia ecclesiastica dell’Umbria, Foligno, 1913
 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
 

Da vedere nella zona

Chiesa di Santa Maria di Reggiana
 

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