Castello di Collepepe – Collazzone (PG)

Il paese spicca ed è ben visibile transitando sulla E45 sull’alto della collina che domina la valle del Tevere.

 

Cenni Storici

Questa zona era in epoca mesozoica, cioè circa mezzo milione di anni fa, sommersa dalle acque che formavano il lago Tiberino, quando l’acqua si ritirò e il Tevere cominciò a scorrere nella vallata, su queste fertili terre si insediò l’uomo.
Gli Umbri ne furono i primi abitatori, poi seguirono gli Etruschi.
Agli Etruschi si sostituirono in seguito i Romani.
Nell’ordinamento augusteo il territorio venne assegnato alla Sesta Regione
Testimonianze relative alla presenza dei Romani sono confermate dal ritrovamento di una lapide, risalente al I-III sec. d. C., trovata nei pressi della chiesa di S. Vito, dove è scritto:
M[ARCUS] ULPIUS M[ARCI] F[ILIUS] CLU [STUMINA] TUDER MIL[ES] COH[ORTIS] XIII MILIT[AVIT] ANN[IS] VIII VIXIT ANN[IS] XXXV .
MARCO ULPIO FIGLIO DI MARCO DELLA TRIBÙ CLUSTUMINA TUDERTINO SOLDATO DELLA XIII COORTE FECE IL MILITARE PER OTTO ANNI VISSE TRENTACINQUE ANNI.
In un’altra, coeva della prima, trovata a Collepepe, si legge:
C[AIUS] PUBLIUS [ ..]IUS COLONIAE [AEDILIS] TRIB [UNUS] MILIT[UM] [. ..] [. ..] ET […]
CAIO PUBLIO EDILE DELLA COLONIA TRIBUNO MILITARE
Dunque la zona fu colonizzata dalla tribù Clustumina, alla quale era aggregata la legione XLI dell’esercito augusteo, stabilitosi nel territorio che si estendeva da S. Venanzo a Carsulae.
Tutta la zona era molto importante, in quanto percorsa dalla strada romana, che da Orte portava verso l’Italia del nord, dopo essersi congiunta, presso Gubbio, con la Flaminia.
Da questa scendevano verso Roma i pellegrini dell’Europa del nord, che almeno una volta nella loro vita si recavano presso la tomba di S. Pietro.
Intorno al V-VI sec., Vitige e Totila, re dei Goti, percorsero queste zone durante le guerre contro i Bizantini, comandati da Narsete e Belisario, generali di Giustiniano.
Intorno al 548-550 il territorio entrò a far parte del Ducato di Roma, separato dal Ducato Longobardo di Spoleto dai Monti Martani.
Per porre fine alle contese tra i due Ducati, nel 759-760, in un famoso “placito“, re Desiderio e papa Paolo I tracciarono i confini orientali di Todi con le terre di Spoleto, Bevagna, Assisi e Perugia.
La zona di cui ci stiamo occupando era iscritta, dunque, nel territorio tudertino che giungeva fino al Puglia, a Massa Scine, a San Martino in Cerro, non lontano da Castel Leone, a San Lorenzo, nei pressi di Ripabianca.
In tutto questo territorio la città dominante dunque era Todi.
Questa posizione di preminenza fu consolidata durante un sinodo di vescovi italiani e tedeschi che si tenne nella cattedrale tudertina intorno al Natale del 1001, alla presenza di Ottone III, imperatore del Sacro Romano Impero, e di papa Silvestro II.
Probabilmente, in quella occasione, in cui si discusse non solo di problemi tedeschi, ma anche di questioni italiane, cento famiglie nobili todine ottennero qualche riconoscimento feudale e quindi si sparsero, con più sicuri diritti, nel territorio.
Parallelamente a questi avvenimenti, nelle nostre terre come in tutta Italia, si riscontra il fenomeno della prima evangelizzazione.
Questa si irradiava dalle pievanie o plebania, che erano sorte per la necessità di legare gli ecclesiastici al luogo di apostolato, specie nelle zone più lontane dai centri abitati e, quindi, spesso inospitali.
Nel territorio preso in esame vennero riconosciuti i plebati di Santa Maria di Collazzone, cui era ascritto Collepepe, e di Santa Maria di Valle Mortella, con Casalalta e Collemezzo.
Il territorio nel medioevo subì un consistente incastellamento ed ebbe un incremento demografico abbastanza rilevante: infatti, nel 1290 Collazzone aveva 320 abitanti circa, Collepepe 250, Casalalta 415, Coldimezzo 62.
Come abbiamo ricordato, era un castello che nel 1290 contava circa 250 abitanti ed era il secondo, in grandezza, dopo Collazzone in più aveva una notevole importanza strategica poteva agilmente controllare il flusso di uomini e merci che andavano e venivano da Perugia o dalla Valle Spoletina.
Nel 1306 i Guelfi todini con l’aiuto dei Perugini e degli Spoletini, scavarono in tre giorni tre trabocchetti e una via sotterranea, tolsero l’acqua dalla cisterna, situata in mezzo al castello, entrarono nel castello stesso e lo rasero al suolo.
Probabilmente la cisterna è quella che, ancora oggi situata in mezzo alla piazza del paese, è chiusa da un tombino.
Come risulta da un documento del 26 settembre 1362, conservato nell’Archivio di Todi, Collepepe aveva anche una torre che serviva certamente, il sistema difensivo dell’intera zona.
Il “passo di Collepepe“, infatti, doveva essere custodito per tutto l’anno da ben sei sentinelle (due di giorno e quattro di notte).
Nel corso del XVI secolo tra gli uomini di Collepepe e il Comune di Todi nacque un aspro contenzioso di natura fiscale e per molti anni gli abitanti si rifiutarono di pagare le tasse.
Perugia che ambiva di estendere il dominio anche nella zona di confine sobillava la rivolta fiscale per trarne vantaggi, fino a che il 23 settembre 1588 Agostino Cusano, protonotario apostolico, cioè giudice, emise un “monitorio” o “sentenza” ad istanza degli uomini e della diocesi di Todi, perché il commissario o il podestà di Perugia non avesse preteso di esercitare alcun tipo di giurisdizione sul castello, inoltre veniva severamente proibita ogni turbativa di ordine fiscale, giudiziario e territoriale ponedo così fine alla questione.
Essendo il territorio a vocazione agricola, nel 1544 i massari chiesero di fare il mercato il lunedì, e tale usanza si è protratta fino ai giorni nostri.
Dall’Unità d’Italia è stata aggregata al comune di Collazzone e tale è rimasta fino ai nostri giorni.
 

Aspetto

Il castello ha perso gran parte della cinta muraria conservando solo un tratto a nord-est.
All’ingresso del castello è possibile visitare la torre d’ingresso del borgo (risalente al XIV secolo) e la chiesa parrocchiale.
 
 
 

Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta

Collocata all’interno delle mura castellane, ha subito nel corso dei secoli più di un restauro, che ne ha alterato l’aspetto originario.
Al suo interno sono custodite due tele: una “Madonna del Carmine (…)” ad opera di un pittore del XVIII secolo e l’altra raffigurante i “Santi Emanuele e Vito” attribuita ad un altro pittore della stessa epoca, Emauele Alfani.
 

Da vedere nella zona

Abbazia di Collemedio
 

Fonti documentative

Storia e Microstoria di Collepepe Casalalta e Coldimezzo nel territorio di Collazzone – Raccontata dagli alunni della III B della Scuola Media Statale di Collazzone – 1986

http://www.comune.collazzone.pg.it/

 

Mappa

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