Castello di Morgnano – Spoleto (PG)

Un castello distrutto da un’urbanizzazione selvaggia e un’area industriale distrutta dal progresso.

 

Cenni Storici

Il Castello di Morgnano è la testimonianza di un pessimo intervento di recupero, dettato unicamente da speculazione non andata a buon fine.
Il castello è ora di nuovo abbandonato dopo essere stato oggetto di una pesante ristrutturazione per essere adibito a centro residenziale.
Già villa aperta, fu fortificata sulla fine del XIV secolo dal Comune di Spoleto; faceva parte del complesso sistema di insediamenti fortificati costruiti susseguentemente alla restaurazione albornoziana.
A seguito di una vasta ribellione dei castelli contro Spoleto, cui partecipò anche Morgnano, il Cardinale Legato Vitelleschi, con una legge del 18 Febbraio 1440, disponeva che gli abitanti dei castelli del piano, fabbricati da sessant’anni in poi, fossero tenuti ad abbattere le mura, entro il termine di tre mesi dalla data del decreto, tornando ad essere ville aperte.
Lo stesso stabiliva una multa di venticinque mila ducati, da corrispondere per metà al comune e per metà alla camera apostolica, per ogni castello che non avesse eseguito l’ordine e una multa di cinquantamila fiorini per chi vi avesse ricostruito fortificazioni.
Probabilmente all’ordine non fu però data esecuzione, perché il comune di Spoleto deliberò poi per la conservazione dei castelli, ma fu devastato ed arso dalle milizie del Piccinino e da Vitaliano del Friuli, sicché, nel 1442 gli abitanti dovettero chiedere sussidi a Spoleto per riaversi da quella rovina.
Fu nuovamente dotato di mura dopo il 1475.
È stato abitato fino agli anni 60 del Novecento, poi fu progressivamente abbandonato.
La storia recente di Morgnano è indissolubilmente legata alle miniere, nel 1881 era stata aperta la miniera di Morgnano Santa Croce, e negli ultimi anni del 1800 il professor Arpago Ricci condusse le ricerche per capire come si potessero ampliare.
La lignite estratta era inviata alla società Altiforni e Acciaierie Terni.
Il lavoro era molto duro, ovviamente, ed anche pericoloso per gli incidenti dovuti a crolli ed al gas grisou.
I minatori si portavano a Morgnano da abitazioni distanti anche molti chilometri, e lo facevano quasi tutti a piedi, inverno ed estate.
Così come il ritorno alla sera, dopo ore ed ore di massacrante lavoro sotto terra.
Le miniere arrivarono ad occupare circa millecinquecento persone.
Il 22 marzo 1955, la tragedia: uno scoppio di grisou causò la morte di 23 minatori.
Nel 1961 le miniere, dopo averla ridotta di molto, cessarono definitivamente l’attività, a causa dell’esaurirsi dei filoni e della minore redditività di tutto il settore.
 

Aspetto

Quel che resta del Castello è oggi muta testimonianza di una cattiva pratica di recupero, oggetto di ricostruzione incontrollata e speculazione edilizia che lo hanno privato di quegli elementi di identità e di memoria storica che lo ancoravano al luogo naturale e agli abitanti.
Il consistente intervento non è stato seguito da vendita e il tutto è abbandonato da oltre venti anni.
Depredato di infissi, rubinetti, porte in legno massello, persiane il degrado se ne è reimpossessato, per lungo tempo è stato abitato solo da cani randagi, ora è recintato e messo in sicurezza.
Ai piedi del colle su cui sorge il castello di Morgnano, si trova il borgo che fu al servizio del Castello, anch’esso malridotto.
Di notevole rimane un’edicola cinquecentesca ove una terracotta smaltata policroma sostituisce l’affresco originario raffigurante la Madonna con Bambino e angeli, quasi completamente perduto, salvo qualche figura di angelo che sembra alludere all’iconografia più antica della Madonna di Loreto.
Di fronte sono le vecchie fonti in laterizio, nel cortile dell’adiacente casale vegeta l’olmo più grande dell’Umbria.
Nel borgo si trova un’altra edicola di forma rettangolare, ricavata sulla facciata di un edificio sei-settecentesco.
Dell’affresco originario rimangono labili tracce di motivi a girali vegetali nell’intradosso, ora contiene una moderna terracotta, copia parziale della Madonna in adorazione di Botticelli, posta in sostituzione dell’affresco originario perduto, l’iscrizione recita:
DUE COSE AL MONDO NON TI / ABBANDONERANNO MAI / L’OCCHIO DI DIO OVUNQUE / TI VEDE IL CUORE DELLA / MAMMA CHE SEMPRE TI / SEGUE.
A fianco si scorgono i ruderi del vecchio insediamento, tra cui spiccano un’alta torre colombara e una malridotta chiesina seicentesca.
Scendendo verso l’abitato di Santa Croce di Morgnano, si incontra la Chiesa di San Giovanni Battista.
L’attuale modesto edificio risale XX secolo, ma un antico edificio di culto avente lo stesso titolo è attestato dal trecentesco codice Pelosius, probabilmente risaliva al secolo precedente. Rimangono della vecchia chiesa un elegante tabernacolo, il fonte battesimale, datato 1572, ed altri oggetti liturgici.
Accanto alla porta della sacrestia, sopra un’acquasantiera, è murata una piccola formella (cm 40X54) recante un’iscrizione del secolo XIII, in cui si ricorda l’obbligo del rettore di San Giovanni vecchio di celebrare messe per l’anima di un certo Biagio Vannitti sull’altare di San Biagio allora in costruzione.
Nei due personaggi inginocchiati ai lati di una croce si riconoscono il devoto e l’officiante.
Nel 1540 i benefici ecclesiastici della chiesa, assieme a quella di San Brizio, furono affidati al chierico Flaminio di maestro Salvatore.
Nel piazzale a fianco della chiesa, ora adibito a giardino della scuola materna, è conservata un’epigrafe romana proveniente dal castello di Morgnano.
Il cippo calcareo stondato riporta una scritta a memoria posta dal patrono sulla tomba costruita per sé e per il proprio liberto: [A(ULUS)] OLIUS SP(URI) F(ILIUS) [RU]FUS SIBI ET [- OJLIO A(ULI) KIBERTO] RUFIO. IN F(RONTE) P(EDES) XVI.
All’entrata dell’abitato si può vedere il monumento al minatore, proseguendo si trova un antico opificio ora abbandonato, una cappellina trasformata in abitazione privata e le caratteristiche abitazioni a un solo piano, già utilizzate dai Minatori.
 
 
 

Museo delle Miniere

Il vicino Museo delle Miniere di Morgnano è stato realizzato sull’antica struttura del Pozzo Orlando, uno dei punti di accesso alle gallerie delle vecchie miniere di lignite, luogo simbolo della memoria del lavoro delle miniere, che ha segnato per quasi un secolo la vita della città di Spoleto e del suo territorio.
Il Museo propone oggetti, filmati ed escursioni con la testimonianza diretta degli ex minatori, testimoni diretti del lavoro delle miniere.
 
 
 

Chiesa di Santa Croce

Continuando a salire si incontra la Chiesa di Santa Croce si presenta nell’aspetto attuale con una facciata a capanna, su cui si apre un ornato portale rinascimentale.
Sopra da luce all’interno una grande finestra ottagonale.
Sulla sinistra, leggermente arretrato rispetto alla facciata, si eleva un alto campanile a vela a doppio fornice, realizzato in laterizio.
La modesta costruzione è notevole per la presenza di numerosi elementi in reimpiego, alcuni anche molto belli, tra cui un torcular, lapis pedicinus, che serviva per la macinatura e la pressa delle olive.
Si può ipotizzare che nei pressi esistesse un tempo una villa agricola di epoca romana, di cui ad oggi non si sono rinvenute altre tracce.
L’interno, a navata unica, non presenta elementi di interesse, vi si trova un modesto affresco raffigurante la Madonna col Bambino tra i Santi Pietro e Paolo, ai lati quadretti con scene della vita e della passione di Gesù.
 

Nota di ringraziamento

Si ringrazia Simone Cerquiglini per l’interpretazione dei materiali di reimpiego.
 

Fonti documentative

AA. VV. Edicole Sacre nel territorio della Comunità Montana dei Monti Martani e del Serano
ANGELINI ROTA G. Guida di Spoleto e del suo territorio, A.G. Panetto e Petrelli, 1929
CORDELLA –INVERNI, San Brizio di Spoleto – La Pieve e il Santo – Storia arte territorio, Spoleto, Accademia Spoletina, Spoleto, 2000
FAUSTI LUIGI – I Castelli e le Ville dell’antico Contado e Distretto della città di Spoleto – 1990
NESSI-CECCARONI, Da Spoleto a Montefalco, Itinerari Spoletini 2, Spoleto, 1974
SANSI ACHILLE, Storia del Comune di Spoleto, Accademia Spoletina, Spoleto, 1876

https://www.myspoleto.it/citta/dintorni/Morgnano.html

 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
 

Mappa

Link coordinate Castello di Morgnano: 42.778593, 12.686793
Link coordinate Museo delle Miniere: 42.769408, 12.696399
Link coordinate Chiesa di Santa Croce: 42.770163, 12.689923

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