Chiesa di San Giovanni Battista – Sangemini (TR)

La chiesa di origini medievali presenta alcuni aspetti curiosi e simbolici sulla facciata dove forse gli architetti hanno voluto fissare un messaggio nella pietra comprensibile solo ai saggi.

 

Cenni Storici

Giungendo nella piazzetta Garibaldi ci si trova sulla destra l’ex convento degli Agostiniani e l’antica Chiesa di San Giovanni Battista.
Struttura complessa ed originale, fu eretta da San Procolo, primo vescovo di Carsulae fra il 276 e il 310 e destinata a Battistero dell’intera diocesi, che comprendeva molti paesi dei dintorni.
Distrutta dalle invasioni barbariche, fu completamente ricostruita nel sec. VI per volere di Costantino, vescovo di Narni, nella tipica forma ottagonale, per ricordarne la primitiva funzione di battistero, ed elevata ad archipresbiterio.
L’attuale costruzione risale al 1199 ed è opera degli architetti Nicola Simone e Bernardo, come attesta l’iscrizione sulla facciata in stile romanico.
La chiesa fu primaziale fino al 1427, quando, per ordine del vescovo di Narni il titolo passò a quella di San Gemini, San Giovanni Battista fu quindi ceduta agli Agostiniani, ai quali i canonici avevano già lasciato l’officiatura.
 

Aspetto esterno

La facciata principale presenta un portale di stile romanico a mosaici cosmateschi.
Nel timpano della facciata è presente una decorazione ispirata al simbolo del Nodo dell’Apocalisse.
Al di sopra si apre una finestra bifora, di restauro, mentre sul lato sinistro del portale si apre una curiosa finestrella transennata, sicuramente originale, che introduce una nota di asimmetria nella facciata per il resto regolare.
Sempre sulla facciata figurano alcune antiche iscrizioni, tra cui antiche lastre sepolcrali ed una che riporta i nomi di tre architetti che contribuirono alla costruzione della chiesa: Nicola, Simone e Bernardo.
L’ingresso è costituito da scaglioni di travertino.
L’elegante portale con cornice cosmatesca ed i due stipiti che poggiano su leoni accovacciati, richiamano il portale di San Nicolò, le decorazioni a mosaico un tempo presenti non sono conservate eccetto quelle dell’architrave; su quest’ultimo una lacuna è presente in corrispondenza della frattura sul lato sinistro.
Le decorazioni musive del portale sono tipiche del dell’epoca (XII sec.).
Sono i caratteristici mosaici ispirati ai maestri Cosmati eseguiti nella maggioranza utilizzando tessere bianche, rosse e verdi, cioè rispettivamente pietra bianca, porfido rosso e porfido verde di Grecia (serpentino); non mancano però, almeno per il riquadro superiore, uno sparuto numero di tessere in altri marmi o in pasta vitrea.
La sovrastante lunetta presenta due volti virili e barbuti che solitamente, nell’iconografia medievale, rappresentavano il Papa e l’Imperatore, cioè il potere papale ed il potere imperiale.
L’ingresso attuale della chiesa con la relativa facciata furono realizzati nel XVII secolo.
 

Interno

L’interno è a pianta centrale con grandi pilastri ottagonali.
La primitiva pianta ottagonale, con l’apertura di un nuovo ingresso, è stata trasformata in esagono irregolare.
Il pavimento è concavo-conico.
Il ligneo altare maggiore è barocco.
In origine tutta la chiesa era affrescata; ne restano oggi pochi frammenti, un San Sebastiano, a destra dell’ingresso, una Madonna con Bambino a sinistra risalenti al XV secolo, sempre a sinistra un Cristo su un pilastro ottagonale altri Crocifissione, Cristo sul sepolcro, del principio del secolo XVI.
Sull’altare maggiore la tela Madonna del Rosario di Simone Cibori, del 1618, sull’altare a sinistra Madonna della Cintura attribuita a Giovanni Battista Manna ed a destra Santa Rita.
Sul lato sinistro la Fonte battesimale del XVI secolo costituito da due elementi sovrapposti: la vasca lustrale in travertino, di forma circolare, sostenuta da una colonna svasata recante scolpita nel basamento la data del 1582, e la copertura, un prisma a pianta esagonale in noce sormontato da una cupola poligonale, caratterizzata da decorazioni eseguite ad intagli, la cui parte terminale è andata dispersa qualche decina d’anni fa.
La struttura lignea di base presenta lesene angolari con motivo a treccia concluse da testine di putti aggettanti.
All’interno di una cornice a dentelli, ripetuta su ogni lato dell’esagono, si apre una nicchia sormontata da un timpano e da un cartiglio sottolineato da un drappeggio appeso ad anelli. Superiormente nella trabeazione, che diventa fortemente aggettante in prossimità delle sottostanti lesene, si snoda un raffinato e complesso fregio vegetale.
Un ulteriore timpano, inoltre, distingue il fronte centrale, progettato come sportello per consentire l’uso liturgico.
 

Fonti documentative

Silvestro Nessi Sandro Ceccaroni Da Spoleto a Sangemini attraverso le Terre Arnolfe
 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati prodotti da Silvio Sorcini
 

Autorizzazioni

Si ringrazia la Diocesi di Terni – Narni – Amelia per la collaborazione e per l’autorizzazione alla pubblicazione delle immagini.
 

Da vedere nella zona

Chiesa di San Francesco
Chiesa di San Gemine
Castello di San Gemini
Chiesa di Santa Maria de Incertis
Ex Convento di Santa Maria Maddalena
Abbazia di San Nicolò
 

Mappa

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