Chiesa di San Mattia Apostolo – Collelungo di San Venanzo (TR)

Nella chiesa fu rinvenuto miracolosamente l’affresco delle “Madonna della Luce” conservato presso l’omonimo Santuario posto all’ingresso del castello di Collelungo.

 

Cenni Storici

La Chiesa di San Mattia Apostolo, di origine medioevale e sede parrocchiale fino al 1929, è inglobata nella cinta muraria castellana di Collelungo, con l’ingresso collocato lungo la sola parete laterale accessibile.
Non è stato possibile reperire la data certa di erezione a parrocchia della Chiesa, la documentazione, rinvenuta presso lo stato civile del Comune di San Venanzo, ne attesta l’attività dal 1680.
E’ ancora in funzione con il nome attuale di Parrocchia di San Mattia in Collelungo ed è compresa nella Diocesi di Orvieto-Todi.
La chiesa, costituita da un vano rettangolare, fu completamente abbandonata agli inizi del secolo; ora, grazie agli interventi della Soprintendenza ai Monumenti di Perugia, l’edificio sta per essere riportato al suo aspetto originario.
 

Aspetto

L’unica aula di cui è costituito il tempio, molto lineare a rigorosa, è coperta a falde impostate su capriate lignee.
Intonacato è anche l’unico prospetto esterno senza modanature o decorazioni, la cui linearità è interrotta dalla sola presenza delle bucature; il portale principale è delimitato da una cornice in cotto, così come in cotto sono le mensole su cui poggia la gronda. La torre campanaria, collocata sul fondo dell’edificio, si presenta in pietra a facciavista.
 

Interno

Le pareti interne, intonacate e tinteggiate, sono caratterizzate dalla presenza di alcune porzioni di affreschi databili a partire dal XIII secolo di scuola umbro-senese riportati alla luce intorno alla metà del secolo scorso; tra questi spiccano una Crocifissione sulla parete d’altare tra la Vergine e San Giovanni e un’austera volitiva Madonna con un altrettanto insolito pensieroso bambino.
Un’altra Crocifissione con gli stessi personaggi la troviamo nella parete destra, ma di epoca molto più recente rispetto alla prima.
Nella parete sinistra si trovano resti di affreschi di epoche differenti sovrapposti di difficile interpretazione per le scalpellature, in quelli più vecchi, e per il deterioramento per quelli più recenti.
Tra quelli più vecchi spicca un volto di San Benedetto di autore ignoto, ma che rassomiglia in modo eclatante all’immagine dello stesso Santo affrescata nell’abside della chiesa di San Pietro in Valle a Ferentillo.
Sempre nella stessa parete una bella Madonna del Latte di un anonimo pittore della prima metà del XV secolo restaurata nel 1999 dal Lions Club di Perugia.
Nella parete opposta all’altare accanto alla porta due stendardi processionali della Madonna del Latte.
Su una colonna troviamo un affresco con la Madonna con il Bambino in fasce nella parte alta, mentre in basso troviamo San Bernardino da Siena.
In un altro brandello di affreschi si vede un San Giacomo, una Madonna con Bambino e l’ultimo quadro non è più leggibile.
All’interno della chiesa è presente inoltre un originalissimo fonte battesimale di epoca più tarda, forse protoromanica, in pietra bianca calcarea dalla caratteristica forma a calice con coperchio.
Ciò che colpisce di questo particolare elemento è la precisione e la cura con cui è stata realizzata la coppa costituente il bacino che risulta essere monolitica e così anche lo stelo che la sorregge.
Al fonte battesimale, risalente con ogni probabilità a non prima del XV secolo, fa seguito un tabernacolo del XV sec. a muro in pietra arenaria grigia con fregio floreale.
Di particolare rilievo è la devozione profonda all’immagine della cosiddetta “Madonna della Luce” che fu rinvenuti nella chiesa di S. Mattia Apostolo ed ora è nella chiesa parrocchiale.
 

Cippo d’altare

Nel marzo del 1986, mentre erano in corso i lavori di sistemazione del terreno circostante la nuova chiesa parrocchiale, appena fuori dal perimetro delle mura castellane, è stato rinvenuto un blocco di pietra tufacea di colore grigio chiaro.
La sagoma ben squadrata, si è rivelata subito opera d’arte di arte cristiana antica e di epoca alto medievale forse longobarda.
Il casuale ritrovamento, seguito da un rinvenimento di una lastra marmorea, ha dato a breve distanza di tempo la possibilità di ricostruire un altare a mensa su cippo databile tra il VIII ed il IX secolo.
Particolare importanza merita il cippo dell’altare, che viene a rappresentare, in virtù del caratteristico rilievo frontale, un unicum, perché in territorio umbro non se ne conoscono dirette corrispondenze.
 

Fonti documentative

P. Caruso – San Venanzo le sue frazioni, la sua gente ieri e oggi – 1996

http://siusa.archivi.beniculturali.it/

http://necrologie.repubblica.it/

http://www.fabruaria.it/

 

Nota di ringraziamento

Si ringrazia la Diocesi di Orvieto-Todi per la disponibilità e per aver concesso le autorizzazione alla pubblicazione.
 

Da vedere nella zona

Castello di Collelungo
Santuario della Madonna della Luce
 

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