Santuario della Madonna della Luce – Collelungo di San Venanzo (TR)

Il Santuario costruito quasi un secolo fa per accogliere l’immagine mariana nel centenario della sua fortunosa riscoperta, è ancora oggi meta costante di pellegrinaggi e sentita devozione.

 

Cenni Storici

La chiesa sorge fuori dalle mura del castello di Collelungo ed è di recente costruzione, infatti come si è detto fu fortemente voluta dall’allora parroco Don Salvatore Nucci nel 1929 che qui volle conservare il prezioso affresco riaffiorato miracolosamente nella vecchia chiesa di San Mattia Apostolo.
L’Immagine della «Madonna della Luce», ormai molto nota è un affresco del 1300 circa attribuito a Pietro di Nicola di Orvieto, rimasto par diversi secoli nascosto nella vecchia chiesa da uno strato consistente intonaco che miracolosamente cadde il 24 aprile 1827 alle ore 9 durante il rientro di una processione (forse la processione di S. Marco).
In un primo momento apparve solo il volto della Vergine, ma l’evento assunse il carattere di prodigio anche per un particolare molto singolare, infatti l’intonaco continuò a cadere pezzo dopo pezzo, fino alla quasi completa scoperta dell’immagine.
Da quel momento iniziò un costante andirivieni di ammalati, soprattutto pellegrini e curiosi.
Presenza storica presso il Santuario, negli anni seguenti dell’ultima guerra, fu quella dell’allora Mons. Montini, il futuro Papa Paolo VI, il quale rimase diverso tempo a Collelungo, ospite della famiglia dei Conti Righetti-Faina, e da Papa scriveva ai suoi amici umbri chiedendo di pregare per lui presso l’immagine della Madonna della Luce perché da Papa ne aveva ancor più bisogno.
Il popolo di Collelungo e dei dintorni si raduna due volte all’anno in questo Santuario per celebrare una delle Feste più sentite e partecipate di questa porzione di Umbria.
 

L’affresco

L’affresco è una ‘autentica opera d’arte di scuola umbro-toscana, umbra per impostazione, toscana per quel sottile riferimento alla tradizione pittorica di quella regione ed in particolare a quella della vicina Siena.
La Madonna della Luce, come gli altri affreschi di Collelungo, si pone in evidenza ed in risalto, sia come monumento artistico e sia come documento iconico che attesta la capillare e curata diffusione del culto mariano, giunto ormai nel sec. XIV ad un altissimo livello artistico, così come testimoniano le tante chiese umbre dedicate alla Vergine e la moltitudine di edicole piccole e grandi, urbane e rurali sparse in tutto il territorio dell’Italia centrale.
La Madonna, seduta in trono, incoronata regina e con il capo nimbato, vestita con i colori della più classica iconografia cristiana: il suo vestito rosso, simbolo della sua umanità rivestita con un manto azzurro cobalto, che sta a significare la divinità che riveste l’umanità della Vergine.
Il capo e le spalle sono coperte da un velo bianco è il bianco della Luce, della Resurrezione.
Sulle ginocchia della Madre, Gesù Bambino benedicente rappresentato nel viso e nel vestito come un re, che regge il cartiglio con la scritta “Qui sequitur me non ambulat in tenebris” (Giovanni 8,12), “Chi segue me non camminerà nelle tenebre“; il tutto compone esattamente la parte centrale dell’opera.
Sulla sinistra l’immagine di San Cristoforo e sulla destra la figura di San Sebastiano Martire.
 

Aspetto esterno

Si tratta di un impianto in stile sostanzialmente neoromanico.
Le pareti esterne sono a loro volta intonacate, eccezion fatta per il prospetto principale, sul quale le superfici con finitura in cotto a cortina, sia cornici che fondali, prevalgono su quelle tinteggiate. Lo stesso prospetto, con timpano triangolare di coronamento, è simmetricamente caratterizzato dalla presenza di paraste laterali binate, montate su un alto basamento, e da un arco centrale, poggiato su un secondo ordine di paraste, che racchiude nella sua geometria portale e rosone.
 

Interno

L’interno è costituito da un’unica navata coperta con cassettoni lignei, decorati con motivi geometrici e floreali, presbiterio, oltre la balaustra, appena sollevato e voltato con crociere non costolonate, e due cappelle laterali coperte a botte, delle quali solo quella di destra ospita un altare in terracotta.
Il verso di percorrenza della navata interna, intonacata e tinteggiata, è scandito da una successione di tre arcate a tutto sesto, interrotte da paraste con capitelli ionici; l’arco di trionfo che separa l’aula dal presbiterio raffigura due stemmi episcopali.
 

Fonti documentative

Opuscolo in loco

http://www.comune.sanvenanzo.tr.it/

P. Caruso – San Venanzo le sue frazioni, la sua gente ieri e oggi – 1996

http://necrologie.repubblica.it/

 

Nota di ringraziamento

Si ringrazia la Diocesi di Orvieto – Todi per la disponibilità e per aver concesso l’autorizzazione alla pubblicazione delle foto degli interni della chiesa.
 

Da vedere nella zona

Castello di Collelungo
Chiesa di San Mattia Apostolo
 

Mappa

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