Chiesa di Sant’Egidio – Liè di Foligno (PG)

La piccola chiesa seicentesca è costruita nella parte più alta dell’abitato di Liè.

 

Cenni Storici

Una prima antica chiesa dedicata a Sant’Egidio nella frazione di “Liei” la troviamo fra le Carte dell’Abbazia di Sassovivo già nel 1300 ed era posizionata sul colle dirimpetto all’attuale paese di Liè che proprio per questa presenza ha preso il nome di “Monte di Sant’Egidio“.
Il documento citato porta la data del 1364 ed è un contratto di affitto privato dove sono nominate le quattro località di “S. Titii, Fragnani, S. Victoris, Liei“.
Il contesto comprendeva anche una fortificazione che secondo lo Jacobilli, nelle sue “Cronache di Foligno“, fu fatta costruire dalla famiglia dei Merganti Conti di Uppello nel 996 nelle vicinanze di Belfiore, di Ravignano, e “Liei“.
Andando poi in rovina la rocca per il venir meno dello scopo difensivo per cui era stata costruita, andò in rovina anche la chiesa, sempre lo Jacobilli afferma che agli inizi del 1600 questa rocca (detta di Pasanello) era oramai mezza diruta e di proprietà degli Elisei, ricca famiglia folignate proprietaria tra l’altro del Castello di Pale.
L’edificio religioso che vediamo oggi fu fatta costruire nel 1690 “al tempo del prior Mancia” dal nobile Curzio degli Onofri di Foligno e da sua moglie Diana Roncalli che nel suo testamento lasciò scritto che fosse fatta questa chiesa in onore di S. Egidio; questa fu costruita in posizione elevata rispetto al paese proprio perché questa nobile famiglia che lassù aveva delle proprietà terriere, mise a disposizione l’area e aveva cura della stessa vi si celebrava la S. Messa nei giorni festivi.
L’edificio venne a trovarsi all’incrocio tra un antico sentiero che, attraversando una costa ricoperta di olivi, fa raggiungere l’Altolina e Pale, mentre scendendo verso valle prende il nome di “Strada delle fasciaiole” e raggiunge la fonte di Sant’Eutizio ed il nord-est di Belfiore.
Questo edificio di fatto duplicò l’intitolazione a Sant’Egidio, essendo lo stesso presente anche nel diruto castello di Pasanello, nella collina di fronte con l’omonima chiesa anche se non più officiata dal sec. XVI, per cui fu necessario attribuire un elemento di distinzione per non confonderle;
infatti fino alle Visite Pastorali dei vescovi Feliciani (1621), Montecatini (1646) e Vicentini (1670), la chiesa antica era ancora detta di Pasanello, ma, una volta costruita la nuova chiesa di Sant’Egidio di Liè e per ben distinguerla da quest’ultima, sarebbe stata indicata come Sant’Egidio ad montes (Troili, 1699-1701) o ne’ monti (Malvicini, 1713-1716; Battistelli, 1718) o addirittura supra montibus poichè era ubicata sull’altura di fronte al paese, mentre la nuova fu detta di “Sant’Egidio de Lieo“.
Nel 1671, peraltro, si dava ancora l’indicazione di Sant’Egidio di Pasanello juspatronato de Morgantibus nonostante il castello fosse ormai da molto tempo patrimonio degli Elisei.
Successivamente passò alla nobile famiglia dei Morotti che, come erede della famiglia Onofri era in obbligo di mantenere la chiesina “de Lieo de omnibus ad sanctam missam celcbrandam necessariis, omnibus eorum sumptibus” come scritto nello strumento notarile del 1698 sottoscritto dalla nobil donna Diana.
I Morotti provvedevano quindi all’arredo e alla cura della chiesa nonché all’invio di sacerdoti per celebrare la messa in occasione della festa di Sant’Egidio, il primo settembre.
Questa chiesa venne alle dipendenze della parrocchiale di S. Nicolò di Belfiore che già aveva sotto la sua giurisdizione altre piccole ville limitrofe, Scanzano, Ravìgnano, S. Vittore, Carpineto, nonché frazione di Vescia.
In un inventario sottoscritto “di mano propria” dal rettore Girolamo Saccardi redatto il 30 giugno 1730 veniamo a conoscenza delle proprietà acquisite attraverso i lasciti.
Inventario di tutti li beni spettanti al beneficio sotto l’invocazione di S. Egidio di Lié fatto da me
sottoscritto rettore li 30 giugno 1730.

Un pezzo di terra arativo nelle pertinenze di Ravignano, vocabolo manciano, di stara cinque in circa.
Un pezzo di terra nelle medesime pertinenze, lavorativo, vocabolo la fossa di stara uno in circa.
Un pezzo di terra nelle medesime pertinenze, vocabolo la fonte de’ lupi di stara due in circa.
Un pezzo di terra lavorativo nella contrada vocabolo la fonte de’ lupi, di stara tre in circa.
Un pezzo di terra scoltivo nelle medesime pertinenze, vocabolo castello, di stara tre in circa.
Un pezzo di terra nella medesima contrada di stara due in circa.
Un pezzo di terra silvato, vocabolo li vingiali nelle medesime pertienze di stara due in circa.
Un pezzo di terra scoltivo nelle medesime pertinenze, vocabolo li vinghiali di stara uno e mezzo in circa.
Un pezzo di terra lavorativo, in detto vocabolo, di mezzo staro in circa.
Un pezzo di terra silvato nelle medesime pertinenze, vocabolo col turante, di stani quattro in circa .
Un pezzo di terra scoltivo, contigua alla chiesa di S. Egidio di stara quattro in circa, lati
da più i signori Elisei.
Un pezzo di terra lavorativa contiguo alla piaggia di Ravignano di stara tre e mezzo in circa.
lo Girolamo Saccardi al presente rettore.
Li sopradetti beni rendono l’annuo frutto per rata domenicale sotto sopra un anno per l’altro: grano un quarto e mezzo in circa, legna scudi due che riportati in cinque o sei anni ne’ quali possono tagliarsi, scudi 1,10 scudi 0,40 scudi 1,50 e così fruttano in tutto scudi uno e cinquanta per esser la maggior parte di detti beni scultivi e infruttiferi.
Ha di peso una messa l’anno, il giorno di S. Egidio, primo settembre.
paga di catedratico bai. venti; di spoglie e galere bai. cinque e quattrini quattro.
Io Girolamo Saccardi, mano propria.

Sin dal 1697 in S. Egidio di Liè si celebravano sino a 20 messe.
La chiesa fu visitata dal Vescovo Maffei nel 1751 e nella scaletta delle visite alle chiese di montagna Sant’Egidio di Liè compare nella mattina dell’11° giorno dopodiché il visitatore va a pranzo a Belfiore, dove tra l’altro gli viene servita anche la cena.
Sant’Egidio si festeggia con una processione la prima domenica di settembre, giorno in cui si celebra anche a Ravignano.
E’ piuttosto singolare questa reduplicazione della devozione al santo e della ricorrenza religiosa principale, senza che, tra l’altro, ci sia alcuna compartecipazione o scambio tra le due comunità.
A Liè è ancora in uso il santesato, un’istituzione riservata alle donne appartenenti a quattro famiglie della zona, che si alternano annualmente; esse provvedono così alla cura della chiesa ed alla raccolta delle offerte per le festività.
Per l’Ascensione gli abitanti di Liè, insieme a quelli di Ravignano, San Giovanni Profiamma, Scanzano e Vescia, partecipavano alla processione al santuario terapeutico di Santa Maria Giacobbe.
 

Aspetto esterno

L’edificio fa parte del gruppo di chiesine rurali della montagna folignate con impianto semplice: pianta rettangolare, copertura a travi e facciata caratterizzata da una stretta porta d’ingresso fiancheggiata da due finestrelle quadrate; in questo caso alla base delle stesse sono state collocate due pietre di riutilizzo.
Sul fianco sinistro è annesso il locale della sacrestia e siccome la chiesa è stata posizionata su una scarpata, nella parte inferiore del fabbricato è stato ricavato un locale ad uso agricolo come rimessa. Il campanile a vela in mattoni è posizionato sul fondo sinistro dell’edificio, ha subito lesioni durante il terremoto del 1997 ed è stato restaurato.
Sul fianco destro sporge una piccola abside della nicchia che contiene la statua del Santo all’interno.
 

Interno

L’interno è ad aula unica e nella parete destra troviamo un’acquasantiera in pietra e salendo si arriva alla nicchia che contiene una statua di Sant’Egidio in stucco policromo raffigurante il Santo con il cervo che lo nutriva; nel presbiterio l’altare è rialzato di un gradino sovrastato da un Crocefisso e fiancheggiato da due steli contenenti ex voto in lamina d’argento.
Nella parete sinistra del presbiterio si apre la porta della sacrestia che contiene una bacheca che riporta foto della vita della chiesa e delle feste che si sono succedute negli anni; scendendo poi nella parete sinistra si nota una campanellina e a ridosso della controfacciata è stata posizionata una statua di San Pio da Pietralcina in gesso.
Purtroppo dopo il sisma del 1997 complice l’abbandono del paese, dalla chiesa sono spariti vari arredi di valore fra cui un confessionale, una tela custodita sopra l’altare e un tabernacolo in legno dipinto, databile al Settecento.
 

Nota di curiosità

Gli abitanti di Liè, come tutti gli altri della montagna, dovevano corrispondere le “Decime” ovvero la tassa “sacramentale” e “predicale” pagata da ogni famiglia al tempo debito e consistente in due “nappe” di grano.
Nei libri contenuti negli archivi della Diocesi di Foligno gli estremi cronologici vanno dal 1564 al 1859.
Nel decimario della chiesa parrocchiale di S. Nicolò di Belfiore, Vescia, Scanzano, San Vittore, Ravignano e Liè, il priore di detta chiesa Jo Michelangelo Marcelli annotò tutte le famiglie che pagavano la decima e lo consegnò a Mons. Antonio Montecatino conte di Fossa di Canna et nobile ferrarese presso la cancellaria episcopale con la precisazione che tutte le famiglie e case della villa di Lieo pagano la medesima decima.
Questi i nomi dei contribuenti riportati e la quantità di grano pagata:
Pietro e signor don Tarquinia Cappabianca, decima prediale, salvo preiudicio etc. nappe 2
Marta del qn. Feliciano, per decime prediali nappe 4
Giuseppe marito della qn. Costantina, decime prediali nappe 4
Franco del qn. Antonio, per decime prediali nappe 6
Carlo di Bernardino e per esso Margarita sorella di Maria Antonia, decima prediale nappe 1
Giovanna relitta di Silvestro e per essa Angelo Chiavarini suo figlio, decima prediale nappe 2
Domenico Orsola e Francesca di Paolo di Nicola, nappe 3
Bernardina di Domenico pigionante de’ signori Onofrii di Foligno, decima sagramentale nappe 2

 

Sant’Egidio

Sant’Egidio è stato un eremita e una figura importante e popolare nel Medioevo.
Non si hanno notizie precise riguardo alla sua nascita, secondo alcuni nacque ad Atene, in Grecia intorno al 640 e in seguito si recò in Provenza dove fondò il monastero di Arles, una cittadina situata nei pressi della foce del fiume Rodano.
In questa città morì il 1° settembre del 725 e il monastero diventò l’Abbazia di Saint-Gilles.
Già in vita fu venerato per il suo potere taumaturgico, per i molti miracoli soprattutto nella guarigione delle malattie legate a febbri alte e delirio.
Sant’Egidio è inoltre uno dei quattordici Santi Ausiliatori, ovvero i Santi che vengono invocati in caso di malattie mentali considerate inguaribili e l’epilessia.
È venerato anche come patrono dei lebbrosi e degli storpi ma anche di pecore e cavalli, dell’allattamento e delle foreste.
La più antica recensione della sua vita, databile al X secolo e riportata anche dalla Legenda Aurea, narra che Egidio, venuto in Gallia da Atene, dopo una breve sosta in Provenza si era ritirato a vivere in vita eremitica in un luogo deserto della Settimania (antico nome della regione francese della Linguadoca-Rossiglione), in compagnia soltanto di una cerva che gli offriva il suo latte.
Durante una battuta di caccia l’animale si salvò perché Egidio fu colpito al suo posto da una freccia scagliata dal re dei Goti, rimanendo ferito ad una gamba.
Il sovrano donò allora all’eremita delle terre sulle quali egli costruì un monastero di cui divenne abate.
Diffusasi ormai la sua fama di santità, Egidio fu invitato da Carlo Martello (o forse Carlo Magno, non si ha la certezza di chi dei due fosse), che lo supplicò di pregare per ottenergli il perdono di una colpa che non osava confessare a nessuno.
La domenica successiva, mentre celebrava la messa, apparve ad Egidio un angelo che depose sull’altare un biglietto sul quale era scritto il peccato segreto del sovrano, che così poté essere perdonato.
In seguito Egidio si sarebbe recato a Roma per porre il suo monastero sotto la protezione papale, ottenendo dal pontefice privilegi che sottraevano il cenobio ad ogni altra ingerenza.
S. Egidio era molto venerato anticamente e molte chiese ricordano annualmente la memoria nella festa, come i piccoli villaggi di Lié e di Ravignano.
La festa ricorre il 1° settembre.
C’è però confusione circa il Santo in quanto sono ricordati due santi con lo stesso nome, il primo (quello qui trattato) nato presumibilmente ad Atene, in Grecia intorno al 640 e in seguito si recò in Provenza dove fondò il monastero di Arles, una cittadina situata nei pressi della foce del fiume Rodano e qui vi morì, mentre un secondo sant’Egidio visse in Umbria entrambi festeggiati il 1° di settembre.
Le due statue di Ravignano e di Liè ne sono l’emblema, infatti presentano evidenti differenze; questa di Liè rappresenta il Santo con la cerva vissuto e morto in Francia, mentre, la statua di Ravignano lo rappresenta in abiti vescovili come descritto dallo Jacobilli.
Tutti pensano che si tratti dello stesso Santo, ma secondo me ci sono dei sensati dubbi espressi poi anche dai devoti che non hanno ben chiaro quale delle due statue rappresenti il vero Sant’Egidio, probabilmente entrambi.
 

Da vedere nella zona

Villa di Liè
Rocca di Liè o Pasanello
Villa di Ravignano
Chiesa di Sant’Egidio di Ravignano
Chiesa di Sant’Eutizio
Eremo di Santa Maria Giacobbe
Edicola di Colfornaro
 

Fonti documentative

Don MARIO SENSI – Belfiore e il suo spazio sacro – 1990
Don Luciano Gregori – La Valle del Menotre – 1990
Fabio Bettoni Maria Romana Picuti – La montagna di Foligno, itinerari tra Flaminia e Lauretana – 2007
S. Capodimonti – Il Menotre e la sua valle – 2017

https://www.santegidio.org/pageID/30192/langID/it/SANT-EGIDIO-LA-CHIESA-E-IL-SANTO.html

 

Mappa

Link coordinate: 42.988035 12.758510

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>