Eremo del Beato Pietro Crisci – Foligno (PG)

Si tratta di un eremita urbano infatti nella parte antica della torre campanaria è conservato un ambiente dove Pietro Crisci ha vissuto la sua vita penitente, venerato dalla cittadinanza e diventato compatrono della città.
(L’eremo al momento non è aperto al pubblico).

 

Cenni Storici

Di Pietro Crisci, detto popolarmente Pietrillo, si ignora la data di nascita, Ludovico Jacobilli in “Vite de’ Santi e Beati dell’Umbria“, assegna l’anno natale del beato intorno al 1243.
Era un ricco borghese che all’età di trent’anni distribuì i suoi beni ai poveri decise di vivere una vita penitente ed eremitica, senza però aderire a nessuna delle religioni approvate.
Indossò un abito penitenziale di canapa bianca senza mantello né cappuccio e a piedi scalzi anche in inverno si ritirò in un vano della torre campanaria della Cattedrale di San Feliciano.
L’iconografia rappresenta il Beato con gli arti nudi come i “Pazzi per Cristo” e lo sguardo fisso verso il sole.
Pregava in continuazione e altrettanto si genufletteva, sottoponeva il suo corpo ad aspri digiuni e a prolungate discipline, raccoglieva ciottoli lungo il fiume Topino, li bagnava con le sue lacrime, li metteva in una grossa cesta e li portava per la città depositandoli davanti a qualche edicola mariana.
Era preso in giro un po’ da tutti e la stessa beata Angela, sua contemporanea, prima della sua conversione se ne era fatta beffe.
Queste sue stranezze attirarono l’attenzione di un inquisitore che lo denunciò per sospetta eresia a causa di presunte connivenze con gli “spirituali“.
All’epoca il tribunale dell’eretica pravità si trovava a Spoleto, per questo fu portato in questa città a dorso d’asino, per essere giudicato; riconosciuto come perfetto cattolico fu però rilasciato.
Tornato a Foligno riprese il suo abituale stile di vita penitenziale, dedicandosi ai lavori più umili.
Si preoccupava soprattutto che nessuna delle lampade a olio poste nelle chiese, o dinanzi alle edicole, rimanesse senza olio e si spegnesse; una passione, peraltro, che sarà propria dei frati Minori dell’Osservanza.
Dopo una breve malattia morì il 18 luglio 1323, ed ai funerali partecipò sia il clero che il popolo e fu sepolto nella stessa cattedrale di San Feliciano e fu anche dichiarato compatrono della città.
Ebbe così inizio il culto ufficiale del Crisci, con tanto di festa civile, inserita nello Statuto della Città di Foligno, redatto nel sec. XIV, sotto la rubrica “Feste civili e religiose“.
La sua cella fu trasformata in luogo di culto e fu ornata di dipinti che, ai primi del Seicento, come racconta Io Jacobilli, erano ancora in ottimo stato; uno spazio ristretto in cui tuttavia si potevano ammirare “alcuni misteri della nostra redentione, come l’Oratione, la presa nell’horto, la flagellatione et la morte del Salvatore, oltrechè lo sposalizio mistico di S. Caterina“.
La cappella del Beato Crisci nella cattedrale fu eretta nel 1385 e restaurata nel 1870 (come riporta Faloci Pulignani) dalla Confraternita della Carità dei Preti fondata nel 1350 e che scelse come protettori san Domenico abate e il beato Pietro Crisci.
Con i restauri della Cattedrale di San Feliciano, dopo il disastroso terremoto del 26 settembre 1997, si è provveduto alla trasformazione della cappella del beato Crisci, già di Maria SS.ma della febbre, in Battistero e la traslazione dell’urna nella cappella della Madonna e dei Santi e Beati di Foligno, già cappella Jacobilli.
 

La cella eremitica

Il piccolo ambiente scelto dall’eremita urbano fu una celletta inserita nella torre campanaria della cattedrale.
La fortuna ha voluto che dopo il disastroso terremoto del 1732 che fece crollare il campanile, la cella rimase integra, infatti crollò la parte più alta del campanile fino ad un’altezza di circa 8 metri e questo ambiente, trovandosi proprio li si salvò.
La parte superiore del campanile fu poi rifatta pochi anni dopo in mattoni aumentandone anche l’altezza.
La nota curiosa di questa struttura è che la rampa che sale all’interno è priva di scale ed è costruita con rampe inclinate a forma di spirale che sicuramente permettevano la salita e la discesa con animali da soma.
Una porticina sovrastata da una croce e abbellita con due lampade in ferro, segna l’ingresso del minuscolo ambiente.
L’interno è costituito da un piccolo vano di poco più di due metri quadrati dove la parete di destra presenta un arco sotto il quale l’eremita aveva fatto il suo giaciglio.
Questa parete presenta ancora delle tracce di affreschi nella stanza eseguiti nel 1400 da un ignoto pittore folignate dopo la morte del Crisci: sopra l’arco è affrescata una Crocifissione, nella parete di fondo della nicchia dove dormiva c’è lo sposalizio mistico di Santa Caterina, nella parete della porta Cattura di Cristo e Orazione nell’orto.
 

Fonti documentative

Mario Sensi e Fortunato Frezza – Pietro Crisci Beato confessore Compatrono di Foligno – Diocesi di Foligno Supplemento n. 8 “Bollettino storico della città di Foligno“.
 

Mappa

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