Eremo di San Paterniano – Sellano (PG)

E’ uno dei posti più suggestivi dell’intera area sia dal punto di vista naturalistico che religioso.

 

Cenni Storici

Sulle pendici di monte Cammoro, presso le sorgenti del torrente Fauvella, si apre un’ampia radura circondata da una faggeta secolare su cui si affaccia la chiesa di San Paterniano di origine romanica, sorta nel luogo dove la tradizione vuole che il Santo, vescovo di Fano, abbia sostato in eremitaggio durante uno dei suoi viaggi per Roma. Secondo il mito di fondazione, la reliquia del cranio di San Paterniano ritornò più volte sul luogo dove il Santo voleva fosse edificata la chiesa, finché questa volontà non venne esaudita.
L’edificio, nominato nelle “Rationes Decimarum” e nel “Codice Pelosius“ del XIV secolo, è stato più volte restaurato e modificato nel corso degli ultimi tre secoli.
Sulla facciata a capanna, preceduta da un portico a trasanna, si apre il portale con due finestrelle laterali e una superiore tra le cui travi è stata inserita anche la campana.
La chiesa è munita sul retro di una piccola cella adibita a romitorio, occupata da eremiti religiosi e laici fino ai primi decenni del ‘900.
Dopo un lungo periodo di abbandono la chiesa è stata restaurata all’inizio degli anni ’90 per iniziativa della comunità di Cammoro che provvede alla sua cura attraverso i santesi.
In occasione della festa di San Paterniano, la chiesa è meta di pellegrinaggi che muovono dalle tre località confinanti: Cammoro, che lo ha scelto come patrono, Orsano e Pettino.
Per favorire la visita al santuario e la sosta dei fedeli, la Comunanza Agraria di Cammoro ha realizzato un’area attrezzata nella radura sottostante la chiesa.
Nel giorno della festa del Santo, i fedeli, provenienti da un ampio territorio circostante, si radunano sul piazzale di fondovalle che un tempo raggiungevano attraverso un lungo tragitto compiuto a dorso di un mulo; gli uomini indossavano il camice della confraternita e ciascuna comunità saliva in processione fino alla chiesa.
Addossata sul lato destro della facciata c’è una grande pietra con un’incisione ed un foro che la devozione popolare attribuisce alle impronte lasciate dal ginocchio, dal gomito e dal bastone del Santo.
Tale pietra conferisce al Santuario proprietà terapeutiche in quanto i fedeli, inginocchiandosi nella stessa posizione del Santo, ne invocano l’intercessione per la cura delle malattie delle ossa, inoltre ad avvalorare ancor di più la sacralità dell’area c’è una sorgente chiamata di S. Paterniano, da cui sgorga un’acqua fresca e pura che le tradizioni locali indicano come un’acqua avente proprietà terapeutiche, confermata anche da una nota del vescovo Carlo Giacinto Lascaris in occasione della sua visita pastorale.
All’interno della Chiesa si venera il simulacro di San Paterniano, dove vengono appesi gli ex voto, per sollecitare l’intervento miracoloso o testimoniare la grazia ricevuta.
Il santuario è posto a 1020 m di altitudine ed è completamente circondato da splendide foreste: intorno alla chiesa è possibile osservare una notevole varietà di tipi di vegetazione e nell’ambito di pochi metri si alternano foreste igrofile, boschi a prevalenza di cerro, zone più rade una volta pascolate e attualmente in fase di riforestazione, boschi di faggio in conversione a fustaia, che si spingono sino alla sommità dei monti prospicenti all’eremo.
In particolare, possiamo osservare un imponente faggio, tra i più grandi dell’Umbria, poco al di sotto della strada che conduce alla chiesa.
 

Gli antichi sentieri “delle Sorgenti e delle Fonti

Gli antichi sentieri delle sorgenti e delle fonti sono presenti in tutto il territorio della Comunanza Agraria e sono una delle peculiarità specifiche di questa zona.
L’intero territorio è ricco di sorgenti, destinate nel corso dei secoli a vari usi.
Testimonianza di ciò è data dalla presenza di fonti pascolo in altura, utilizzate per l’abbeveraggio del bestiame, e di mulini ad acqua nel fondovalle, ad esempio in località Valle di Cammoro e nella frazione Mulini, da cui ne deriva il toponimo.
L’area delle antiche Fonti si incunea dalla Valle di San Paterniano fino alla sovrastante forcatura che separa il Colle di Castelvecchio dalla montagna comunitaria, testimoniata dalla presenza di idronimi come la fonte Paganuccia, la fonte delle Bestie, la fonte di Castelvecchio, la fonte di Cammoro.
L’antico sentiero della via Spoletina si inerpica dalle Valle di Cammoro, ove sono presenti i ruderi di due mulini e le sorgenti della fonte di Cammoro, che la Comunanza concesse nel 1933 al Comune di Sellano per la realizzazione dell’Acquedotto Cammoro-Pupaggi-Apagni-Sterpare-Sellano, per poi proseguire lungo la costa di Cacacciato fino ad arrivare alla località Vene, che lo stesso nome ci descrive come paese ricco di sorgenti.
 

Aula Verde di San Paterniano

L’aula è dotata di una cartellonistica che consente al visitatore di conoscere le varie specie degli alberi che trova nella zona.
Sugli alberi sono apposti dei numeri i quali corrispondono alla specie rappresentata in bacheca.
L’area è attrezzata con tavoli, panche e barbecue che possono esse fruiti liberamente.
La zona è servita di acqua fresca tramite apposite fonti realizzate dalla Comunanza.
Sono a disposizione presso la Comunanza depliants informativi sulla vegetazione dell’ “aula”.
 

San Paterniano

Della vita di questo Santo non si hanno notizie certe.
La Vita Sancti Paterniani, tramandataci attraverso un codice del XII secolo (Codice Nonantolano, Archivio del Capitolo di Fano) è leggendaria e presumibilmente poco attendibile.
Vi si narra che Paterniano, nacque a Fano verso il 275, mentre infuriava la persecuzione di Diocleziano una visione angelica lo avvertì di lasciare la città, riparando in luogo deserto al di là del fiume Metauro.
fu dapprima eremita presso Fano, quindi abate di un monastero e successivamente, quando le persecuzioni cessarono e il Cristianesimo divenne Religione di Stato con l’imperatore Costantino, venne eletto vescovo della città; invano egli tentò di opporsi a questa carica, tanto che “quasi a viva forza” fu portato in città, ove avrebbe pontificato per oltre quarant’anni e dove la cittadinanza fanese lo considerava santo.
Avvertito della fine imminente, intraprese la visita all’intera diocesi, volendo arrivare di persona dove non era giunto il suo insegnamento di Vescovo. Morì alla periferia della città il 13 novembre, probabilmente dell’anno 360.
Sul suo sepolcro si moltiplicarono i prodigi e il suo culto si estese rapidamente anche oltre i confini d’Italia.
La città e la diocesi di Fano, Fossombrone, Cagli e Pergola lo festeggiano il 10 luglio, anniversario del trasferimento delle sue reliquie nella basilica a Lui dedicata nel centro storico.
Le leggende devozionali relative ai “prodigi” sul suo sepolcro fecero estendere rapidamente il suo culto, oggi diffuso nelle Marche, Romagna, Veneto, Toscana, Umbria e Dalmazia.
Molti paesi (si dice 32) lo hanno scelto patrono e molte località portano il suo nome (San Paterniano e San Patrignano).
Le sue reliquie si venerano a Fano, nella Basilica a lui dedicata, e a Cervia, nella cattedrale (femore).
Una reliquia è conservata anche nell’Eremo di San Paterniano in Umbria nei pressi di Cammoro, ove la leggenda vuole che il santo abbia soggiornato in eremitaggio durante uno dei suoi viaggi a Roma.
 

Fonti documentative

www.comunanzacammoro.it

http://www.santiebeati.it/dettaglio/90981

https://it.wikipedia.org/wiki/San_Paterniano

 

Da vedere nella zona

Paese di Molini
Chiesa di San Michele Arcangelo – Molini
Cappella della Beata Maria Vergine della Pietà – Molini
Castello di Orsano
Chiesa di Santa Maria Assunta – Orsano
Chiesa di San Vincenzo Ferrer – Orsano
Castello di Cammoro

 

Mappa

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