Eremo di Sant’Angelo – Civitella del Tronto (TE)

Abruzzo – Cenni Storici

La Grotta di Sant’Angelo è una delle cavità rupestri più interessanti della preistoria italiana. Situata a poca distanza dalla splendida Città-fortezza di Civitella del Tronto, la Grotta è stata per molti secoli un importante luogo di culto e ancora oggi è meta di pellegrinaggi in onore di San Michele Arcangelo. Gli scavi archeologici condotti a partire dagli anni ‘60 hanno restituito reperti che vanno dal Neolitico (V millennio a. C.) fino all’età del Ferro (I millennio a. C.), mentre i resti di epoca medievale sono relativi all’eremo che qui si insediò attorno al XIII secolo. Un’imponente parete stratigrafica, alta circa 3 metri, custodisce la storia più antica dei popoli italici attraverso materiali di straordinario valore: punte di frecce, raschiatoi e lamelle realizzate con osso di Sus, cilindretti cavi in osso, la ceramica impressa o quella dipinta più antica d’Italia con le famose produzioni di Catignano e Ripoli. Ad avvalorare la tesi che nella grotta si praticassero riti di fertilità vi sono i numerosi resti ossei umani, principalmente di soggetti giovani. Su iniziativa del Parco Nazionale del Gran Sasso-Monti della Laga, è stato allestito un Museo all’interno della Grotta che, attraverso pannelli e immagini, racconta la storia del sito. Nel vicino Centro Visite di Ripe di Civitella, inoltre, è stata ricostruita una capanna protostorica a scopi didattico-educativi.

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La Grotta Sant’Angelo, denominata anche eremo o grotta di San Michele, si trova nel territorio di Ripe di Civitella, frazione del comune di Civitella del Tronto, in provincia di Teramo, nella parte settentrionale della regione Abruzzo. Ubicata all’interno della Riserva Naturale Gole del Salinello, una delle aree più suggestive del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, la Grotta Sant’Angelo rappresenta la più grande grotta abruzzese dedicata al culto di San Michele Arcangelo, protettore dei longobardi, da sempre conosciuto sotto il soprannome di Sant’Angelo, culto che risulta essersi radicato soprattutto in Italia centrale e meridionale, specialmente in Abruzzo ed in Molise. Il connubio tra San Michele Arcangelo e le grotte, che molto spesso portano il suo nome, deriverebbe dal fatto che la tradizione vuole che l’Arcangelo, dopo aver sconfitto Lucifero, l’avrebbe relegato nelle viscere della terra. La Grotta di Sant’Angelo è considerata anche una delle caverne rupestri più importanti della preistoria italiana. Dopo essere stata, per secoli, un rilevante luogo di culto, ancora oggi è meta di pellegrinaggi in onore di San Michele Arcangelo ed il 1 Maggio e il 29 Settembre di ogni anno vi si celebra ancora Messa. Scavi archeologici hanno restituito importanti reperti che vanno dal Neolitico, dal V millennio a.C., all’età del Bronzo, dal 3.500 al 1.200 a.C., fino all’età del Ferro, intorno al I millennio a. C.. Sono stati rinvenuti diversi strumenti in pietra, come punteruoli, raschiatoi e lame. Importante è il rinvenimento di antichi piccoli cocci di ceramica, attività, in quel tempo, fiorente in tutta l’area, quali ciotole, scodelle, vasi e tazze relativi all’età del bronzo medio. Sono stati rinvenuti anche numerosi resti ossei umani, in parte bruciati, principalmente di soggetti giovani, che fanno ritenere che nella grotta si praticassero riti di fertilità, e resti faunistici di orsi, stambecchi e camosci. Tutti i reperti sono oggi custoditi nel Museo Archeologico di Teramo.

Per approfondimenti maggiori: www.comune.civitelladeltronto.te.it

 

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