Eremo di Sant’Onofrio – La Costa di Ocenelli di Spoleto (PG)


 

Cenni storici

Si trova in un luogo isolato, a ridosso di una ripida scarpata in prossimità di una sorgente.
Il romitaggio di Sant’Onofrio, databile al XIV secolo, era dipendente dalla pieve di Santa Maria in Rupino.
Fu visitato nel 1712 da Monsignor Carlo Giacinto Lascaris che lo definì più che una chiesa, un “Sacello“.
Ad esso era annesso un romitorio costituito da tre stanze umide.
Nelle vicinanze del piccolo complesso vi erano un orto ed una fonte sacra “la cui acqua veniva bevuta dal popolo con devozione“.
Il luogo era all’epoca abitato da un eremita di nome Onofrio Ferretti da Spoleto.
 

Aspetto esterno

L’eremo è costituito da una chiesa superiore ed una inferiore, non comunicanti tra di loro, con ingressi separati.
Alla chiesa superiore si accede tramite un semplice portale privo di ornamenti, sul lato destro si apre una finestra, sul lato sinistro ve ne è un’altra, oggi murata.
 

Interno chiesa superiore

Il piano superiore è costituito da un’unica piccola navata con copertura a capriata, nel presbiterio posto ad est, l’intera parete è affrescata con una Crocifissione tra i Santi.
A sinistra del Cristo crocifisso vi sono il Committente orante, Sant’Onofrio, San Girolamo e Madonna, a destra, San Giovanni Evangelista e San Barnaba.
L’opera, ascrivibile alla seconda metà del XV secolo, è inscritta in una cornice a stampini e fasce policrome.
In basso si trova una scritta con i nomi dei Santi in caratteri gotici.
Sulla parete destra è affrescata una Morte di Sant’Onofrio, quasi illeggibile.
 

Interno chiesa inferiore

Si accede alla chiesa inferiore attraverso una piccola porta sul lato destro voltata a tutto sesto, perché l’accesso principale posto nella parete opposta, è in parte tamponato.
Sul lato sinistro si aprono due finestre rettangolari.
L’aula che costituisce la chiesa inferiore è voltata con arco leggermente acuto.
Nella parete sinistra, prima della porta parzialmente murata si scorgono tracce di affreschi non più leggibili.
Dopo la porticina è affrescata una raffigurazione di Sant’Onofrio, poi si trova una Crocifissione trecentesca, con iconografia che richiama il “Volto Santo di Lucca“: il Cristo triunphans è raffigurato ad occhi aperti, con lo sguardo sereno e penetrante, vestito di tunica manicata e con la corona regale.
Ai piedi si scorgono due figure molto deteriorate, probabilmente la Madonna e San Giovanni.
Sopra, inserito in una decorazione a motivi floreali, è raffigurato l’Agnus Dei.
Sopra la finestra si trova un’altra raffigurazione di Sant’Onofrio.
Chiude la parete di sinistra un Santo Stefano con dalmatica, palma del martirio e il solito sasso sulla testa come attributo iconografico.
La parete d’altare è completamente ricoperta da affreschi del XV secolo, incorniciati da fasce policrome verdi, rosse e bianche.
A sinistra è raffigurata una Madonna del latte in trono.
Al centro una Crocefissione con ai piedi del Cristo Santa Maria Maddalena e ai lati la Madonna e San Giovanni Evangelista.
A destra è affrescato Sant’Onofrio con un angelo che gli porge l’eucarestia.
Sopra l’altare a sarcofago, trova posto una monofora strombata.
A destra, a ridosso della parete del presbiterio, è raffigurata la Morte di Sant’Onofrio con i leoni in atto di deporre il corpo del Santo e il monaco Pannuzio che indica con il bastone il luogo della sepoltura.
A sinistra di Sant’Onofrio, la committente dell’opera e sopra ad esso il suo scapolare e due angeli che portano in cielo la sua anima.
Sotto, la scritta “S C S PANNUTIUS” e, più in basso, la figura di un Santo illeggibile.
Appena dopo la porta vi è una suggestiva raffigurazione di Sant’Onofrio, ritratto con lunghi capelli e barba, il perizoma di foglie, il bastone a forma di Tau e una rustica corona del Rosario.
Seguono altre immagini non più leggibili, si distinguono appena due teste di sante non riconoscibili.
 

Bibliografia

ANGELINI ROTA G. Guida di Spoleto e del suo territorio, A.G. Panetto e Petrelli, 1929
DELPRIORI ALESSANDROLa scuola di Spoleto Immagini dipinte e scolpite nel Trecento tra Valle Umbra e Valnerina QUATTROEMME, 2015
FAUSTI L., I Castelli e le ville dell’antico contado e distretto della città di Spoleto, Editoriale Umbra, Perugia, 1990
FAUSTI L., Le Chiese della Diocesi di Spoleto nel XIV secolo secondo un codice del XVI secolo, Archivio per la storia ecclesiastica dell’Umbria, Foligno, 1913
FILIPPONI F., Indagine su una terra di confine Terni 2012
NESSI-CECCARONI, Da Spoleto a Sangemini, Itinerari Spoletini 3, Spoleto, 1975
Sacra visita di Carlo Giacinto Lascaris vescovo di Spoleto, 1715, in Archivio Storico Diocesano di Spoleto
Sacra visita di Pietro de Lunel vescovo di Gaeta, 1571, in Biblioteca Comunale di Foligno
ZAPPASODI EMANUELE Consonanze pittoriche Trecentesche di qua e di là dell’Appennino
 

Nota di ringraziamento

Sia l’eremo di Sant’Onofrio che quello di San Girolamo sono di proprietà della famiglia Merini che li ha fatti riedificare, ne ha curato il restauro e ne cura la manutenzione.
Tale encomiabile opera di salvaguardia, tutela e conservazione, ha fatto sì che queste realtà storiche pressoché sconosciute al grande pubblico, arrivassero ai nostri giorni e testimoniassero la grande vocazione al silenzio della nostra terra.
 

Nota

La galleria fotografica è di Alberto Monti, il testo di Silvio Sorcini.
 

Da vedere nella zona

Castello di La Costa
Chiesa di San Pietro
chiese di San Girolamo
Castello di Ocenelli
Chiesa di San Giovanni – Ocenelli
Chiesa di San Gregorio – San Gregorio di Ocenelli
 

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