Isola Polvese – Lago Trasimeno (PG)

Un gioiello da visitare

 

Cenni Storici

L’isola Polvese ha antiche origini, infatti, restano testimonianze di probabili resti etruschi nel basamento del campanile della chiesa di San Secondo. Inoltre, il muro antistante la chiesa di San Giuliano ha una porzione di opus reticulatum che indica la presenza dei Romani sull’isola, mancano, tuttavia, riferimenti storiografici più precisi.
L’etimologia del nome è incerta forse proviene dal latino “ Pulvis ” ( polvere ) con riferimento alla bruma che spesso circonda il lago, o da “ pauvese ” uno scudo medievale usato dalle milizie a piedi di cui ricorda un po’ la forma oppure più semplicemente da “ polvento “ antica locuzione avverbiale che indica un luogo protetto dal vento.
Le date che vengono riportate partono dal primo documentò in cui l’isola viene citata.
817 d.C. L’imperatore Ludovico il Pio conferma al papa Pasquale I le donazioni fatte alla Chiesa di Roma da Carlo Magno e Pipino: “Perusiam cum tribus insulis suis, idest, Maiorem et Minorem et Pulvensim et lacum” .
1139. Nel mese di maggio la comunità di isola Polvese, costituita prevalentemente da pescatori e contadini, invia 13 messi che, a nome del loro popolo, si sottomettono alla città di Perugia. Essi, in cambio di difesa e protezione, giurano di concedere aiuto in pace e in guerra, accettano di non dare mai più ospitalità a nobili, conti e cavalieri senza espressa licenza dei consoli di Perugia e infine si impegnano a pagare un tributo annuale di 1.000 tinche, trecento delle quali nel mese di maggio.
Nel 1262. La Comunità dell’isola era tra le più importanti del bacino del Trasimeno con i suoi 88 focolari ( tra 450 e 600 persone) e occupava il terzo posto tra le altre comunità lacustri: Castiglion del Lago ne aveva 38, Passignano 52. E’ in questo periodo che sull’isola si contano ben 6 chiese; San Giuliano, San Secondo, Sant’Angelo, San Pietro, San Leonardo e Santa Maria della Cerqua.
1342. L’isola diventa sede di un Podestà ed è abitata da circa 500 persone; ciò a dimostrazione del suo crescente ruolo che esercitava nel comprensorio lacustre. Eletto in aprile, il podestà entrava in carica il mese di maggio ed esercitava il suo potere per sei mesi.
1431. Data in cui hanno fine i lavori di ampliamento e consolidamento del castello.
Registrazione fatta dal tesoriere “ per pagare le spese facte et che se faranno in la edificatione et constructione de la fortezza che se fa al presente in la decta Ysola Polvese. Fiorini 168 Libbre 8
1438. La Polvese è identificata non più come villa ma come Castrum. Il tipo di insediamento abitativo più diffuso in Umbria era il villaggio sia circondato da mura, il castrum, che aperto, la villa. L’appellativo di castrum per la Polvese poteva indicare sia un avvenuto incremento demografico o la presenza di un luogo fortificato.
1482. La chiesa di San Secondo viene trasformata in Monastero con a capo, come priore, fra Nicolò da Volterra.
Egli ne prende possesso il 1° giugno durante una solenne cerimonia alla presenza di molti religiosi e nobili. Fin oltre i primi del ‘600 il monastero è abitato da otto monaci e quattro servitori; essi hanno a disposizione due barche per i necessari collegamenti con la terraferma.
1624. Il Monastero di San Secondo viene chiuso con la seguente motivazione: “… vista l’inclemenza dell’aria paludosa e malarica del lago Trasimeno, ove i monaci molto spesso si ammalavano di malaria e morivano“. Gregorio XV trasferisce la famiglia di San Secondo nel monastero di Sant’Antonio di Perugia. L’interesse vero, da parte degli abati, è quello di costruire un grande monastero a Perugia per aumentare il potere economico e politico. San Secondo viene abbandonato e subisce la spoliazione di tutte le suppellettili sacre e profane tra le quali la pala d’altare di Bernardino di Mariotto (ora si trova a Perugia nella Galleria Nazionale dell’Umbria) e una tela di Sinibaldo Ibi (ora a Roma nella chiesa di Santa Francesco Romana).
1643. Gli abitanti del lago Trasimeno e delle sue isole vivono le fasi più cruente della guerra di Castro. Le cause che dettero origine a questa guerra vanno ricercate nell’astio tra le famiglie Farnese e Barberini. La guerra interessò la Romagna, la Toscana, l’Umbria e il Lazio. La Polvese riportò enormi danni ad opera delle trame fiorentine alleate dei Farnese, mentre Perugia era alleata dei Barberini: vennero distrutte le abitazioni, le barche e le attrezzature da pesca. Si verificò un forte calo demografico. L’isola Polvese aveva perduto il ruolo di luogo sicuro conservato per tanti secoli e, per ragioni anche di grande precarietà economica, si assisteva ad un crescente abbandono da parte dei suoi abitanti.
1772. I conti Baldeschi ottengono la licenza esclusiva di caccia sull’isola, cosicché per gli isolani rimasti 80 persone circa viene meno un ‘altra fonte di reddito derivante dalla cattura della selvaggina.
1823. Papa Gregorio XVI soppresse gli ordini religiosi presenti sull’isola e i beni venduti a privati.
Nel 1833 il conte Pianciani di Spoleto, dopo la soppressione dell’ordine degli olivetani, aveva acquistato dai camaldolesi parte dell’isola.
Nel 1840 comprò tutte le terree le case degli isolani e vi impiantò una fagianaia con caccia riservata introducendovi anche le lepri. Vi abitava il solo custode con la sua famiglia.
1841. Il 3 marzo don Domenico Pompei, parroco della Polvese, vende gli immobili della Cappella di San Giuliano allo stesso conte Pianciani di Spoleto che diventa l’unico proprietario dell’isola.
1857. Il Pianciani affitta l’isola a tre coloni e la rimette in coltivazione. In alcuni anni la quantità dell’olio prodotto arriva a 190 quintali.
1893. Il l° ottobre viene soppressa la parrocchia di San Secondo i cui beni sono acquistati dal perugino Cesaroni. Egli riporta nell’isola circa 3.000 fagiani.
1939. L’isola viene acquistata da Biagio Biagiotti che migliora le coltivazioni e si dedica alla sistemazione di strade e d edifici.
1959. L’isola passa al conte Citterio che la destina a riserva di caccia e vi fa realizzare una piscina con giardino acquatico su progetto dell’architetto Pietro Porcinai.
1973. La Provincia di Perugia acquista l’isola il 21 settembre e la dichiara “Oasi di protezione faunistica“.
1995. L’isola trasformata in Parco Scientifico Didattico viene inserita nel Parco naturale regionale del lago Trasimeno.

(tratto da: “Vicende storiche dell’Isola Polvese” di Eliseo Pisinicca)

 

Descrizione

Il lago Trasimeno è, con i suoi 124 chilometri quadrati, il quarto lago italiano per superficie e il maggiore dell’Italia peninsulare. Di origine tettonica, il Trasimeno è un lago Laminare chiuso, soggetto a forti oscillazioni pluriennali del livello, ha un perimetro di 54 km, una profondità media di 4,72 metri e una profondità massima di appena 6,30 metri. Le tre piccole isole che emergono dalle acque: isola Maggiore, isola Minore e isola Polvese, insieme non raggiungono la superficie di 1 chilometro quadrato.
La Polvese, con i suoi 69,60 ettari, è la più estesa delle tre isole. Ha la forma di un poligono irregolare con altezza massima di 313,40 metri sul livello del mare. Antichi oliveti la ricoprono nei versanti più caldi ed assolati. Il lato esposto a nord si presenta interamente ricoperto da un bosco di lecci.
Le rive sono caratterizzate dalla presenza di piante acquatiche come la cannuccia palustre che forma estesi, ma discontinui, tratti di canneto. Molto interessante è, soprattutto, la fauna ornitica tipica degli ambienti umidi e ripariali. Fra le opere recenti un fascino particolare esercita il giardino di piante acquatiche.
Interamente di proprietà della Provincia di Perugia, l’isola è stata dichiarata Parco scientifico-didattico. La Polvese fa parte del Comune di Castiglione del Lago e dell’Area protetta regionale del parco del Lago Trasimeno istituita nel 1995. Oltre ai servizi e alle strutture ricettive, sono a disposizione dei visitatori un centro di accoglienza per le informazioni, le attività didattiche e di studio.
 

La leggenda

Collegata all’isola Polvese è la leggenda della ninfa Agilla che follemente innamorata del principe Trasimeno lo sedusse e lo trascinò nel lago che prese così il suo nome.
 

PARCO SCIENTIFICO – DIDATTICO DI ISOLA POLVESE

All’isola Polvese sono affidate quattro funzioni fondamentali: quella produttiva, costituita dalle attività agricola e turistica, quella scientifica, articolata in attività di ricerca e sperimentazione, quella educativa, con le attività di formazione e didattiche, quella ludica, rappresentata dalle attività ricreative e dal tempo libero.
 

Attività produttive

Le attività produttive comprendono l’agricoltura biologica e il turismo ambientale: L’isola mantiene il suo carattere di “azienda agricola” dedicata in particolare alla realizzazione di orti biologici e alla coltivazione e produzione dell’olio di oliva con il marchio “Frantoio dell’isola“.
I saperi dell’esperienza e le conoscenze scientifiche sono utilmente associati per privilegiare la qualità dei prodotti e dell’ambiente. La fruizione turistica dell’isola è estesa all’intero arco dell’anno mediante la realizzazione di attività culturali come: mostre, convegni, corsi di formazione, campi scuola e turismo ambientale.
 

Attività scientifiche

Le attività scientifiche prevedono la realizzazione di un progetto per la conservazione e la valorizzazione della biodiversità. L’isola è una riserva biogenetica ed è sede di una banca del germoplasma e di una “collezione” vivente delle specie minacciate di erosione genetica.
Nelle attività scientifiche rientrano anche gli interventi di conservazione ambientale, di risparmio energetico (programma CEE “Altener“), di monitoraggio strumentale “intelligente” (a integrazione delle stazioni di rilevamento installate dal SIGLA) e di biomonitoraggio, che caratterizzano l’Isola come laboratorio di tecnologie ambientali.
 

Attività educative

I caratteri ambientali dell’Isola, le attività, scientifiche previste e le strutture ricettive disponibili forniscono le condizioni ideali per l’organizzazione di programmi di formazione.
Queste condizioni favoriscono anche l’organizzazione di seminari e convegni, con finalità di creare un “ambiente per la formazione” specializzato in campo ambientale.
Il Progetto “Ambiente come Alfabeto” – Laboratorio Territoriale della Provincia di Perugia – propone l’isola come “aula verde“, dove sono da tempo operativi progetti didattici nel campo della Educazione Ambientale.
Il Laboratorio Territoriale è inserito nel più vasto contesto del Centro Regionale per l’Informazione, la Documentazione e l’Educazione Ambientale, istituito dalla Regione Umbria nel 1997 e nella Rete Nazionale per l’Educazione Ambientale promossa dal Ministero dell’ Ambiente.
 

Attività ricreative

Tutte le realizzazioni previste in campo scientifico ed educativo verranno organizzate in modo da essere proposte anche ai visitatori dell’isola, così da alimentare nuove correnti di turismo ambientale. Nell’isola si svolgono attività sportive e del tempo libero compatibili con la natura e le finalità del luogo.
 

Fonti documentative

Cartellonistica sul posto
 

Da vedere sull’isola

Abbazia di San Secondo
Chiesa di San Giuliano
Chiesa di Santa Maria della Cerqua
Rocca dell’isola Polvese
Parco Scientifico Didattico di Isola Polvese
 

Mappa

Link alle coordinate

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