Monastero e chiesa di San Liberato – Mugnano in Teverina di Bomarzo (VT)

La chiesa è ora in completa rovina, le possenti volte sono crollate ed il tutto è completamente avviluppato da una rigogliosa vegetazione.

 

Cenni storici

La chiesa si erge nei pressi del cimitero del piccolo abitato di Mugnano in Teverina, frazione di Bomarzo.
La prima menzione si avrebbe in un documento avente data incerta, risalente al pontificato di Pasquale I o III, quindi al IX o XI secolo.
La chiesa di San Liberato deve identificarsi con quella donata all’abate Alberto dell’abbazia di Santa Croce di Sassovivo dal conte Guidotto di Ruberto di Mugnano, poco prima della sua morte avvenuta il 14 febbraio 1121.
L’atto di donazione fu poi confermato nel 1168 dal conte Pietro, figlio di Guidotto.
È pertanto certo che il monastero in esame non sia lo stesso menzionato in una bolla di Alessandro III del 24 marzo 1177, con la quale si conferma all’abbazia di S. Elia “… in Comitatu Ortano Monasterium Sacti Liberati et Sanciti Bartholomei“.
Da documenti del 1223 e dalle rationes decimarum relative al periodo 1279- 1298, risulta che San Liberato fosse un priorato.
Papa Innocenzo II, nel 1138.,conferma all’abbazia alcuni beni tra cui: “… in episcopatii Balneorensi ecclesiam Sancti Liberati de Mugnano.. ”
Il possesso della chiesa è poi confermato anche negli anni 1172, 1188 e 1191.
Il 4 novembre 1209 l’imperatore Ottone IV prende sotto la sua protezione la chiesa di San Liberato, ordinando al castellano di Mugnano, Enrico Tedesco, di difenderla e proteggerla in suo nome.
Nel 1216, “…l’ecclesiam Sancti Iacobi de ponte Ortano et ecclesiam Sancti Liberati de Muniano que sunt subiecte Monasterio Saxivivi” sono concesse a Iacopo, priore del monastero romano dei SS. Quattro Coronati.
Nel 1217 Onorio III concede la protezione apostolica al monastero di Sassovivo e le conferma il possesso dei beni, tra cui la chiesa di San Liberato.
Ancora negli anni 1227, 1311 e 1335, a Sassovivo è confermato il possesso “Nella Diocesi di Bagnorea, il Monastero di San Liberato di Mugnano“.
Il possesso è confermato ulteriormente dal privilegio di papa Paolo III dell’11 agosto 1536.
L’ultima menzione di San Liberato come possesso di Sassovivo la si trova nel repertorio delle chiese in possesso all’abbazia del 1586.
Nel frattempo il convento, già soppresso nel XV secolo, nel 1522, divenne proprietà della famiglia Orsini che avviò nell’edificio che lo aveva ospitato i lavori di costruzione di una nuova residenza, indicata nei documenti come “palazzo di fuori” a sottolineare la diversa collocazione rispetto a quello che sorgeva all’interno di Mugnano.
In una descrizione datata alla fine del XVI secolo, il palazzo di fuori mostra già i primi segni di abbandono:
“…nel cortile vi è cisterna grande con cinque camere, cocine, stanza per il coco, loggie a pilastri della quale ne ha gettata in terra una saetta, la scala di peperigni larga scoperta a man ritta del primo piano un gioco di palla e stantiolino, a man sinistra la sala con sei stanze magiori del palazzo di dentro con fregi et solari malratati per non vi esser chi l’abiti e perciò il terzo piano bisognaria ammattonarlo per dar magior comodità alla famiglia et migliorare l’habitatione del padrone: Credo che mille scudi lo ridurrà a perfetione, vi sono stalle e cantine sotto fuori del palazzo, scomode, vi sono alcune chiusette di muraglia dove si pono far gìardinetti, vi è la chiesa ataccata al Palazzo chiamata S. Liberato et vicino vi è un capo d’acqua che dicono che quei signori la volevano tirar dentro al palazzo che se ne serve tutto il castello.
Et sotto detto palazzo vi è la vigna del signore di quindici pezza,…
“.
Nella storia di Bomarzo e del suo territorio scritta dal Vittori alla metà del XIX secolo sembra essersi persa anche la memoria del Palazzo di fuori, il luogo è ricordato come .. di una storia, non fa alcuna menzione di questo palazzo ma ricorda come “abbazia dei monaci Benedettini… tuttora rimiransi le ruine dell’antico monastero congiunti alla chiesa di s. Liberato. …. Demolito il monastero nel secolo XVI o per violenza dei terremoti o per logorata vecchiaja, la comune di Mugliano ottenne dal pontefice Clemente VIII, tutti i frammenti del caduto monastero per il restauro dell’attigua chiesa di S. Liberato. Il chirografo emesso dal papa è in data dei 26 gennaio 1615, furono prescelti a tener conto di ciò Messer Dedato Fortunato, ed Alessandro Liberati“.
 

Aspetto

La chiesa è ora in completa rovina, le possenti volte sono crollate ed il tutto è completamente avviluppato da una rigogliosa vegetazione.
All’esterno mostra caratteristiche tardo cinquecentesche, con un bel portale rinascimentale sopra cui si apre un oculo circolare che dava luce all’interno, ai fianchi sono poste due finestrelle devozionali.
L’interno è a navata unica a tre campate, rimangono poche tracce dell’antica decorazione a fresco, molto bella sulla parete sinistra è una figura muliebre, retinata per evitarne il distacco.
Nei pressi della chiesa, sotto la rupe tufacea su cui si erge si incontrano numerose cavità ipogee, alcune utilizzate come sepolture.
 

Nota

Grazie a Luca della Rocca per le informazioni fornite e a Pierluigi Capotondi che mi ha accompagnato nella visita.
 

Fonti documentative

T. Gasperoni, G Scardozzi – Bomarzo, Mugnano, Bassano in Teverina. IGM F. 137, I SO Attigliano – II NO Soriano nel Cimino – Carta Archeologica d’Italia.
G. Cencetti (a cura di) – Le carte dell’Abbazia di S. Croce di Sassovivo – Volume I, Firenze, 1973
V. De Donato (a cura di) – Le carte dell’Abbazia di S. Croce di Sassovivo – Volume II, Firenze, 1975
A. De Luca (a cura di) – Le carte dell’Abbazia di S. Croce di Sassovivo – Volume V, Firenze, 1979
A. De Luca (a cura di) – Le carte dell’Abbazia di S. Croce di Sassovivo – Volume VI, Firenze, 1976
 

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Mappa

Link alle coordinate: 42.495120516169415, 12.275062412569067