Castello di Montemassi – Roccastrada (GR)

A poca distanza da Roccatederighi questo secondo castello dell’Alta Maremma grossetana.

 

Cenni Storici

Il castello di Montemassi si trova sulla sommità di un colle di 280 m situato sopra l’omonimo paese, una piccola frazione di Roccastrada in provincia di Grosseto.
Le prime fonti documentative risalgono al 1076, dove se ne attesta la proprietà da parte del Conte Ildebrando della famiglia degli Aldobrandeschi, che possedettero numerosi castelli nella Maremma, come il vicino castello di Sassoforte.
Intorno alle origini di questa potente famiglia sono state fatte tante ipotesi da parte degli storici, ma la più attendibile sembra essere quella che siano di origine longobarda e che siano arrivati in Italia centrale al seguito del re Autari, quando questi tentò di conquistare la Penisola.
Con la separazione della casata Aldobrandesca nel Duecento tra i filoguelfi dei Conti di Sovana e Pitigliano e i filo ghibellini dei Conti di Santa Fiora, il castello rimase sotto il controllo dei primi.
Nel 1260 la rocca venne quasi completamente distrutta durante un assedio dei senesi ghibellini ma, in seguito ad una successiva vittoria della parte guelfa, il castello venne nuovamente ricostruito da parte del ramo sovanese degli Aldobrandeschi; già alla fine del secolo, per cause non ben note, gli stessi lo cedettero alla famiglia guelfa dei Conti Pannocchieschi.
Nel 1328 il castello fu conquistato da Castruccio Castracani degli Antelminelli, un condottiero ghibellino lucchese che sostenne una ribellione contro i senesi; questi ultimi, tuttavia, grazie alla forza delle loro milizie guidate da Guido Riccio da Fogliano di Reggio Emilia (detto anche Guidoriccio), riuscirono ad espugnare la roccaforte e a riprenderne il possesso.
Questa importante operazione bellica da parte di Siena venne dipinta da un famoso pittore senese, Simone Martini; il dipinto si trova nella Sala del Consiglio o Sala del Mappamondo del Palazzo Pubblico di Siena, nella parete opposta rispetto alla Maestà firmata dallo stesso Simone Martini.


I recenti risultati degli scavi in prossimità del castello, la registrazione della stratigrafia degli intonaci e l’analisi iconografica dei soggetti del dipinto hanno spinto alcuni studiosi a ipotizzare una cronologia dell’affresco intorno alla metà del Trecento, più precisamente tra il 1331 e il 1364.
Numerose sono le discussioni tra gli storici dell’arte riguardo l’attribuzione dell’affresco al pittore Simone Martini, che viene messa in discussione, nonostante in fondo al dipinto sia presente la data a caratteri romani MCCCXXVIII (anno dell’assedio del castello di Montemassi) e un documento dell’archivio comunale attesti un pagamento di sedici fiorini a Simone Martini per aver dipinto un affresco sull’assedio di Montemassi e di Sassoforte (quest’ultimo andato perduto).
Tra i critici sostenitori di questa tesi vi è lo studioso americano Gordon Moran che rafforzò la sua idea quando nel 1980, in seguito a dei lavori di restauro, venne scoperto un ulteriore affresco sotto al dipinto, rappresentante la conquista del castello di Arcidosso da parte di Guido Riccio nel 1331.
Prese piede, dunque, l’ipotesi che il dipinto scoperto nel 1980 fosse opera del Martini, mentre “il Guido Riccio da Fogliano” fosse un’opera realizzata da Domenico e Francesco d’Andrea nel XV secolo, sopra l’affresco originario di Simone Martini.
La sorte del castello di Montemassi andò nelle mani della nobile famiglia dei Salimbeni, ma nel 1375 venne di nuovo assaltato dai senesi quando i Salimbeni armarono un esercito contro la stessa Siena; in seguito fu venduto per ottocento fiorini alla famiglia Verdelli di Montalcino e poi riacquistato nuovamente da Siena che, nonostante i tentativi di recupero, lo mandò in rovina.
La situazione non migliorò nemmeno con il passaggio dello Stato senese sotto il controllo dei Medici.
Ferdinando II di Toscana, con diploma del 19 settembre 1632 assegna in feudo Montemassi ai Malaspina; il 7 aprile 1770 i Malaspina lo vendono ai Marchesi Cambiaso di Genova.
Da allora il castello ha subito un degrado dovuto all’abbandono e venne rivalutato come patrimonio storico-artistico solo nella seconda metà del XX secolo.
 

Scavi archeologici

Negli anni 1990-1994 e nel 2000 sono state numerose le indagini archeologiche fatte durante gli interventi di scavo della rocca da parte del Dipartimento di Archeologia e Storia dell’Arte dell’Università di Siena.
Il professore e architetto Roberto Parenti del suddetto Dipartimento, coordinatore degli scavi a Montemassi, alla conclusione degli scavi del 2000, a seguito di un’intervista afferma: ”l’attività di scavo ha offerto risposte importanti ad una numerosa serie di quesiti che travalicano le pur monumentali evidenze materiali della Rocca di Montemassi: la natura delle eventuali fasi di occupazione della Rocca anteriori al suo assetto castrense, il ruolo svolto dai poteri signorili e dalla comunità locale nell’esercizio dei poteri sugli uomini e sulle cose ed i mutamenti di tale assetto con il passaggio dalle diverse forme della signoria rurale a quelle del dominio comunale cittadino e al ritorno ad una forma di dominio “feudale” nel XVII secolo”.
Il dott. Roberto Farinelli del Dipartimento di Archeologia e Storia dell’Arte dell’Università di Siena, durante un’importante scoperta nella campagna di scavi del 2000, dice:
nell’area sommitale del castello tra le due torri è stata rinvenuta una struttura, un grande edificio ad aula medievale, presumibilmente una chiesa. Al suo esterno sono state rinvenute inumazioni umane che testimonierebbero la presenza di un’area cimiteriale e a contatto con i muri della probabile chiesa due tombe monumentali in muratura al cui interno sono stati ritrovati resti umani. Questa scoperta, se confermata dalle prossime campagne di scavo, dimostrerà la presenza di una chiesa più antica di quella presente nel borgo di Montemassi, fatta costruire da Nello Pannocchieschi”.
Un altro aspetto che rende interessanti gli scavi del castello di Montemassi le rivela il dott. Roberto Farinelli:
il cantiere di Montemassi sta offrendo l’opportunità di confrontare le acquisizioni delle indagini archeologiche e di quelle documentarie con i risultati dell’analisi iconografica di una straordinaria ed importantissima fonte documentale, costituita dall’affresco del Palazzo Pubblico di Siena raffigurante Guidoriccio da Fogliano all’assedio del 1328 di Montemassi. Dai dati di scavo sono emersi cinque periodi storici, entro i quali si erano riscontrate profonde trasformazioni nell’assetto castrense e dell’edilizia monumentale, cioè dall’età contemporanea alla metà del XVI secolo il primo, dalla metà del XVI secolo al 1392 il secondo, dal 1392 al 1328 il terzo, dal 1328 al 1260 il quarto ed avanti il 1260 il quinto. Questa suddivisione in periodi è attualmente in fase di ulteriore verifica (permessa dall’ampliamento dell’area scavata e dalla maggior quantità di strutture murarie e depositi “orizzontali” investigati e visibili), con un notevole affinamento delle caratteristiche delle diverse fasi storiche già individuate. Si è confermata la straordinaria ricchezza ed articolazione di attività costruttive, di demolizioni e nuove costruzioni, che si era già intravista nelle precedenti campagne e probabilmente da collegarsi alle vicende dei due assedi ben conosciuti (1260 e 1328) sofferti dalla Rocca, anche se rimane ancora da chiarire in molti dei suoi aspetti, il ruolo svolto dalla macchina da lancio (una sorta di catapulta) documentata nell’affresco, nel causare danni effettivi alle coeve strutture murarie.
Anche i materiali mobili sono aumentati di numero, confermando lo straordinario numero di reperti legati alle vicende belliche del sito, e che sicuramente permetteranno, alla fine della fase di registrazione, analisi ed interpretazione, una maggior articolazione delle vicende più legate alle strutture materiali dell’abitare
“.
I risultati di dieci anni di ricerche all’interno del castello sono stati raccolti in un volume dal titolo “Archeologia a Montemassi” curato da Silvia Guideri e da Roberto Parenti, edito recentemente dall’Amministrazione Comunale di Roccastrada, che riporta numerosi contributi sui risultati delle prime campagne di scavo e gli inediti risultati delle campagne di ricognizione topografica del territorio comunale, insieme alla definizione degli interventi costruttivi della Rocca basati sulla documentazione scritta.
Il comune di Roccastrada e l’Università di Siena stanno già lavorando alla realizzazione di un’area museale nel centro polifunzionale ricavato dai locali della ex scuola materna.
 

Architettura

Il castello di Montemassi rimane un alto esempio di architettura gotica nel territorio maremmano, anche se ormai ha l’aspetto di un rudere.
E’ costituito da due corpi preminenti: a nord vi è il Palazzo/Mastio con la base del muro a scarpa con numerose finestre, anche ampie, che fanno pensare ad una funzione più abitativa che militare del sito; all’interno si notano ancora le tracce delle travature dove appoggiavano i solai lignei.
Le mura che costituiscono il castello creano una sorta di cortile centrale dove si vedono i resti di una cisterna per l’acqua ancora intonacata a calce.
Nel luglio 2007 sono stati fatti interventi di consolidamento del mastio e di messa in sicurezza con una scala per l’accesso ad una piattaforma soprastante la cisterna.
A sud vi è una torre quadrangolare dotata di feritoie, con resti di volte in muratura e peducci ben lavorati.
Nel corso del 2008 è stata acquistata dal comune anche la torre sud e le aree circostanti, con stanziamento di circa 250.000 euro per il restauro, iniziato nel Novembre 2008 e terminato nel Gennaio del 2010.
Dal castello partono due cortine murarie, ormai inglobate nelle abitazioni, che scendono verso il borgo a protezione dell’abitato, per ricongiungersi nella parte inferiore all’unica porta di accesso ad arco tondo.
 

Fonti documentative

“Archeologia a Montemassi. Un castello fra storia e storia dell’arte” di Guideri Silvia e Parenti Roberto, All’Insegna del Giglio, Firenze, 2000
www.comune.roccastrada.gr.it
“Trekking Roccastrada”, Edizioni L’Albatro, 1989
 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Camilla Zoppis
 

Da vedere nella zona

Roccatederighi – Roccastrada (GR)
 

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