Castello di Preggio – Umbertide (PG)

Nel paese è conservata sul muro esterno della vecchia chiesa della SS. Trinità una curiosa scritta che ricorda un’eclisse di sole durata circa un’ora nell’anno 1239.

 

Cenni Storici

L’ antico borgo di Preggio si trova a 630 m. di altezza a circa 18 km a SW di Umbertide vicino al confine con il comune di Passignano sul Trasimeno; il territorio è circondato da una ricca vegetazione e da boschi che ne fanno un luogo di villeggiatura per chi ama la natura incontaminata e la quiete della collina umbra.
La Rocca di Preggio, per la sua posizione dominante, era considerata tra le più importanti del territorio Perugino e dell’Alta valle del Tevere.
L’antropizzazione del territorio ha origini antiche, i primi popoli italici trovarono qui il luogo adatto per i loro insediamenti e le alte vette divennero il luogo ideale per venerare le loro divinità.
Presso Preggio era situato un importante insediamento italico costituito dall’”oppidum” di Bellona, sul crinale di Monte Murlo, di cui le ricerche effettuate nel 1969 da parte della Soprintendenza Archeologica per l’Umbria hanno messo in luce i resti della cinta muraria megalitica (IV secolo a.C.), e fu rinvenuta, nei dintorni, una statua acefala ma imponente che forse rappresenta la stessa dea Bellona.
La località viene indicata con il nome di Bellona o Bellonia, e costituiva un importante snodo stradale, giacché si trovava lungo la via più breve che congiungeva Perugia a Cortona, e sulla strada che unisce l’Alta Valle del Tevere al Lago Trasimeno.
Sul vicino Monte Acuto un santuario italico attirava a sé fin da epoca protostorica, si parla di età del Bronzo finale innumerevoli pellegrini, che vi si recarono anche durante tutto il primo millennio avanti Cristo fino al periodo della dominazione romana.
Tanto che nella stipe, o fossa votiva, in cima al monte, oggi deturpata dalla presenza di un ripetitore elevato praticamente al centro dell’antico recinto sacro, sono stati rinvenuti dalla Soprintendenza Archeologica per l’Umbria, negli scavi effettuati tra il 1986 e il 1995, circa 1800 ex-voto di varie epoche: figurine bronzee piatte raffiguranti uomini e donne, a volte animali come il maiale, la pecora, oppure il dio Marte, protettore di greggi e raccolti.
Col trascorrere del tempo gli Etruschi occuparono tutta l’Italia centrale e con essa le colline intorno Preggio, che si trovano proprio al centro dell’Etruria, tra Toscana e Umbria.
Le testimonianze della loro presenza si hanno in località Sagraia dove è venuta alla luce una tomba del II secolo a.C., dove lo stesso nome attesta la sacralità del luogo, e poco lontano in linea d’aria la splendida tomba del Faggeto.
Le due tombe, entrambe in travertino, ci testimoniano la presenza nella zona di ricche famiglie etrusche.
Di epoca romana sono invece le tombe a cassone in terracotta e le due lucerne votive del l – Il secolo d.C. dedicate alla dea Fortuna, rinvenute a S. Bartolomeo dei Fossi e a Monte Murlo.
Sulla derivazione del nome Preggio si sono fatte diverse interpretazioni.
La prima ipotesi prende in considerazione la battaglia del Trasimeno il 25 giugno 217 a.C.,dove Annibale vittorioso avanzò in Umbria evitando Perugia, che sapeva ben fortificata e decisa a difendersi.
L’esercito cartaginese attraversò così le colline a Nord del Trasimeno e nelle vicinanze dell’odierna frazione di Preggio un nucleo di Romani sarebbe stato sconfitto e, dalla peggio che ebbe, c’è chi sostiene che il primitivo nome della località sia stato quello di “Peggio”.
Questi avvenimenti sono ricordati da un gran numero di toponimi locali: Pugnano, Monte Corvino, Peggio (ora Preggio), Pian di Marte.
Altre fonti indicano la fondazione di Preggio da parte da alcuni “milites” dell’esercito del console romano Flaminio dopo la sconfitta subita presso il lago Trasimeno e qui avrebbero costituito un Presidio, quindi da Praesidium sarebbe poi derivato Praedium che vuol dire possesso terriero e successivamente Preggio.
Le prime mura furono costruite certamente tra il V e il VI secolo d.C. con una tecnica artigianale piuttosto modesta e affrettata, a difesa “urgente” dalle prime invasioni barbariche.
Nel frattempo il cristianesimo si diffuse tra la popolazione anche ad opera di santi eremiti e tra essi Giovanni Laudesi (1069) da Fonte Avellana.
Si narra, inoltre, che San Pier Damiani, di cui fu discepolo, giunse in questa località provenendo da Orvieto per fondare altri ”habitacula eremitarum”.
A Preggio, dice il monaco, San Pier Damiani trovò la cella nella quale San Romualdo aveva abitato e sempre a lui si attribuisce l’erezione della chiesa di San Niccolò di Virgiliano “Nicolai de Virgiliano Pregii” ora scomparsa.
Un primo documento che fa riferimento a Preggio si ha nell’anno 917 quando l’imperatore del Sacro Romano Impero Berengario I, in un suo Diploma, confermò al marchese Uguccione II, della famiglia dei Bourbon del Monte con sede in Santa Maria Tiberina di Città di Castello, la signoria di Preggio e di altre terre limitrofe.
Preggio fu dunque feudo imperiale ma anche dominio ecclesiastico.
La storia ecclesiastica si intreccia con quella civile e Preggio, relativamente ai beni parrocchiali, è citato tra i possedimenti dell’Abbazia di S. Maria di Valdiponte, già esistente alla fine dal X secolo e oggi nota col nome di Montelabbate.
Verso la fine del feudalesimo il borgo chiese la protezione a Perugia invece che ad Umbertide allora “Fracta filiorum Ubertis”.
Dal 1189 Preggio, pur mantenendo diritti e privilegi, segui le sorti degli altri castelli perugini e fu molto considerato per la posizione che occupava nel sistema difensivo della città.
Nel XIII secolo (1282) era il castello più popolato del Comune di Perugia, avendo alle sue dipendenze quattrocentoventidue famiglie, e, forse, anche il più temuto per la sua turbolenza e per le iniziative di reazione contro le autorità perugine, capeggiate spesso dallo stesso priore (si ricorda che nel 1225 la comunità si ribellò a Perugia).
Perugia, ogni sei mesi, vi eleggeva un podestà che amministrava la collettività e ne rendeva conto ai magistrati.
Nel 1313 il castello di Preggio aveva necessità di interventi ed i priori perugini dettero ordine di restaurare le mura, esentando gli abitanti dal pagamento di tutte le imposte per tre anni.
Nel libro degli Atti dei Conservatori della libertà di Perugia si legge che nel 1389 fu ordinata la costruzione della Rocca di Preggio, ma nel 1392 non era ancora ultimata, si provvide invece a scavare pozzi per approvvigionare di acqua la città in caso di assedio.
Nel secolo XIV i Perugini rafforzarono il castello e stipendiarono soldati per la minaccia dei fuorusciti appoggiati dai Fiorentini, cosa che avvenne nei primi giorni di marzo del 1390 quando i nobili fuorusciti occuparono Borghetto e si spinsero fino a Reschio e Preggio.
Dopo un’accanita battaglia quattro assalitori furono uccisi e i compagni, sconfitti, costretti a darsi alla fuga.
Nel 1392 Biondo Michelotti, capitano di ventura e signore di Orvieto, giunse nel territorio perugino.
Accompagnato da due celebri capitani, Broglia di Chieti e Brandolino di Forlì, e dal conte Giovanni da Barbiano con seimila cavalli e un gran numero di fanti, il Michelotti portò lo sgomento tra i soldati che difendevano Perugia, facendone molti prigionieri.
I priori della città trattarono la tregua con Biordo, promettendo di pagare seimila fiorini d’oro purché si allontanasse da Perugia.
Il Michelotti accettò, ma non poté impedire che venissero distrutti castelli, molini, abitazioni.
Nel 1427 i Perugini scoprirono che alcuni abitanti del castello aizzati dal parroco, tramavano coi fuorusciti per farli diventare padroni del luogo; scoperti, i cospiratori vennero arrestati, condotti a Perugia e decapitati sulla pubblica piazza.
Nel 1438 i priori perugini ordinarono che al castello di Preggio si rifacessero le mura, dove ne avesse bisogno e si fortificassero tutte le sue parti e per questi interventi furono assegnati duecento fiorini di danari pubblici.
Nello stesso anno venne scoperta un’altra congiura per ribellarsi a Perugia e Don Nicolò di Preggio, svelato come capo dell’iniziativa, fu denunciato ed imprigionato ma dopo molti anni di reclusione evase dal carcere perugino con la complicità di Nicolò Montemelini.
Nel 1439 Preggio subì la scorreria dei Tifernati, che ne rivendicavano il possesso, e con l’aiuto di alcune compagnie di cavalieri di Pietro Torcilo agli ordini del Patriarca, ne invasero il territorio e si abbandonarono al saccheggio.
Per intervento dello stesso papa Eugenio IV, che mandò un ordine fulminante a Lorenzo di Todi, governatore di Città di Castello, gli uomini catturati furono rilasciati e i Castellani ammoniti severamente.
Nel 1444, temendo l’arrivo dei soldati fiorentini e di Simonetto loro comandante, i Perugini restrinsero le mura del castello per meglio organizzare la difesa ed in seguito a questa decisione furono stanziati duecento fiorini e Preggio fu esonerato dal pagamento di tasse per dieci anni.
I Fiorentini, come previsto, giunsero in Umbria e invasero le terre del Pontefice nel giugno del 1479 e dopo aver tentato invano di prendere Perugia, occuparono e saccheggiarono molti castelli del contado, tra i quali Preggio e Cartel Rigone; i due castelli furono riconquistati non molto tempo dopo dai Perugini aiutati dai Napoletani.
Le occupazioni da parte dei Fiorentini però non cessarono fino a quando Lorenzo de’ Medici firmò la pace col Papa e Preggio tornò sono la giurisdizione di Perugia.
Nel 1540 si ebbe la famosa “Guerra del Sale” decisa dalla Bolla del 21 gennaio di papa Paolo III con la quale se ne aumentava il prezzo.
La rivolta che si ebbe fu stroncata dalle truppe papaline e Preggio, fu occupato da trecento militari spagnoli.
Gli abitanti del castello piombarono nella più avvilente costernazione e nella più squallida miseria.
Con suppliche commoventi chiesero soccorsi ai Conservatori dell’Ecclesiastica Obbedienza di Perugia per non essere costretti ad abbandonare la loro terra e andare raminghi altrove con le famiglie.
La precaria situazione fu presa in tale considerazione che per dieci anni il territorio di Preggio fu esentato da qualsiasi tassa.
Nel XVII secolo Il territorio perugino era entrato così a far parte dello Stato Pontificio: con Perugia anche Preggio passò sotto la giurisdizione papale, e il potere si accentrò nelle mani del clero locale.
Secondo le norme dettate dal Concilio di Trento i parroci, avevano l’obbligo di tenere i registri delle anime, i “libri dei fuochi” in cui segnare accuratamente non solo nascile, matrimoni e decessi, ma perfino le pratiche religiose dl ciascun fedele.
A seguito della guerra tra il Pontefice e il Duca di Toscana, nel 1643-44 furono distrutte in maniera irreversibile la cinta muraria, la Rocca e la sede comunale; furono danneggiate la Canonica ed altri edifici.
In conseguenza di questa guerra il Priore della SS. Trinità trasferì stabilmente la sua sede dove trovasi tuttora, presso la Collegiata di S. Francesco.
Un anno dopo gli alleati Fiorentini, Modenesi e il duca Edoardo Farnese, in seguito ad un accordo col papa Urbano VIII, lasciarono il territorio perugino.
Nel periodo tra la fine del 1797 e i primi del 1798 a Roma venne istaurata la Repubblica, con il diretto appoggio dei Francesi, il papa Pio VI fu fatto uscire da Roma e si proclamò la fine del potere temporale.
Perugia fu occupata dalle truppe francesi il 4 febbraio 1798.
In Umbria furono innalzati numerosi alberi della libertà, ma molti non durarono a lungo perché i repubblicani non avevano che scarsissimi legami con le popolazioni rurali, delle quali non riuscirono a comprendere i problemi e le aspirazioni.
Preggio partecipò alla rivolta scoppiata contro i repubblicani la sera di domenica 22 aprile 1798 a Castel Rigone e soffocata nel sangue, i Francesi rioccuparono Preggio e le terre circostanti, restaurando il governo repubblicano.
Tra le novità positive del liberalismo illuministico, dall’esempio francese derivò il riassetto amministrativo; Fratta divenne capoluogo di Cantone e Preggio, che sino al 1810 era rimasto sotto il Comune e la Diocesi di Perugia, pur restando aggregato a quella Diocesi, entrò a far parte del Dipartimento del Trasimeno in cui era compresa anche Perugia, passando però sotto il Comune di Umbertide dove è rimasta fino ai nostri giorni.
Nel 1801 a Preggio fu istituita una scuola di grammatica affidata ad un sacerdote, che aveva anche il compito di celebrare ottantotto messe all’anno; questo sacerdote veniva pagato dall’Ospedale della Misericordia di Perugia con tre rubbi di grano (circa nove quintali), dodici barili di vino (circa sei quintali), sessanta libbre d’olio (circa diciotto Kg), cento libbre di carne salata e dieci scudi all’anno.
Nonostante i vari tentativi di indipendenza nessuno andato a buon fine è rimasto nel comune di Umbertide; fra questi si ricorda la richiesta di separazione dal Comune di Umbertide per formare, insieme a Castel Rigone, il Comune della Montagna Cartel Rigone – Preggio.
 

Aspetto

Il paese ha perso gran parte della cinta muraria essendo stata inglobata nelle abitazioni che vi sono state costruite sopra.
Molto ben conservato il vecchio palazzo della Canonica.
Nella parte più alta della collina sono presenti i ruderi della Rocca.
 
 
 

L’Eclisse solare

L’eclisse solare del 1239 dovette avere un effetto notevole sulla popolazione, se si senti la necessità di scolpire sul muro settentrionale esterno della cosiddetta Canonica l’Iscrizione che ricorda l’evento ed é comunque lacunosa; tuttavia, se raffrontata ad una del tutto simile attestata in Foligno, può essere letta compiutamente.

Obscuratus est sol an.(no) Dni (Domini) MCCXXX in D.(ie) III M.(ense) junii die Veneris circa Nomam”.
(Preggio)

MCCXXXIX Obscuratus est sol per totum Orbem de Mense Junii die Veneris III circa Nonam. Et stetit obscuratus per horam; et fuit in renovatione Lunae” .
[Foligno)

1239 Il sole fu oscurato su tutta la Terra nel terzo giorno del mese di Giugno venerdì verso l’ora Nona. E restò oscurato per un’ora; e avvenne a Luna nuova
 
 
 

I pozzi medievali

All’interno delle mura, verso la fine del 1300, vennero scavati pozzi per l’approvvigionamento uno di essi è ancora presente sul piazzale della chiesa della SS. Trinità, mentre al disotto del piazzale c’è un’altra cisterna medievale che risale addirittura all’XI secolo e tuttora funzionante.
 

Fonti documentative

Gabriella Vignoli – Preggio: piccola grande storia di un paese dell’Appennino Umbro – 1999
Bruno Pirozzi – Umbertide e il suo Territorio –

http://www.comune.umbertide.pg.it/Turismo/Itinerari/Umbertide-Preggio

https://it.wikipedia.org/

 

Percorso storico

Castello di Polgeto
Castello di Romeggio
Chiesa di San Bartolomeo dei Fossi
Tomba Etrusca di Sagraia
Chiesa della SS. Trinità in San Francesco
Chiesa della Madonna delle Grazie
Letto di San Francesco
 

Mappa

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