Chiesa di San Leonardo – Gole del Forello Baschi (TR)

La chiesa quasi completamente diroccata, domina la stretta gola del Forello come un paladino a guardia dell’invaso di Corbara

 

Cenni documentativi

La chiesa sorge in una sommità della parete che si affaccia sullo specchio del bacino artificiale del lago di Corbara e non è rimasto in piedi che una fetta di muro laterale e l’abside.
Ai suoi piedi a pochissima distanza in linea d’aria sorge l’Eremo della Pasquarella mentre poco più a monte l’abitato di Scoppieto reso famoso dai Romani che vi avevano collocato una delle fabbriche di ceramica fra le più note dell’antichità.
L’edificio di impostazione romanica è pressoché a strapiombo sulle gole che in quel tratto il fiume Tevere (oggi lago di Corbara) ha scavato nel corso dei millenni.
La chiesa dedicata a San Leonardo era all’interno del castello di Forello e nel Catalogo del Petti relativo agli anni 1399 e 1467 era registrata come pagante una decima di 16 libbre; non se ne trova più traccia invece nella visita Camaiani nel 1574.
Presenta ancora visibile una pavimentazione il lastre di pietra e brandelli di muro lasciando immaginare due ambienti, uno certamente dedicato alla navata del luogo di culto e uno per abitazione o sacrestia.
L’ambiente che circonda la chiesa è piuttosto aspro e difficile, dovuto alla stretta via in cui è costretto fiume dalle ripide pareti calcaree delle montagne, chiamata appunto Gole del Forello, attribuzione che è dovuta allo stretto passaggio tra le rocce.
L’ambiente molto impervio caratterizzato da rocce, bosco e cavità sparse per tutto il tracciato hanno fatto fiorire nella memoria popolare leggende e aneddoti legati a figure demoniache che trovavano rifugio nelle grotte del posto.
Su tale luogo però era legata la viabilità secondaria che si snodava attraverso strette mulattiere che costeggiavano la riva del Tevere e collegava la bassa Umbria alle pianure laziali e verso la capitale, lungo un tracciato romano prima e medievale poi che risalendo dalle Gole del Forello raggiungeva l’abitato di Scoppieto; la strada molto ripida in quel tratto veniva denominata “Straccalasini“.
Tracce primitive della presenza umana sono documentate nelle grotte dove pare sia stata confermata la presenza di insediamenti Paleolitici.
Sicuramente l’isolamento attuale della chiesa non corrisponde alla situazione che era presente in epoca antica, essa doveva vegliare sui viandanti che attraversavano la strettissima valle dove, secondo le leggende si rifugiavano animali demoniaci e demoni, e talvolta vedere anche da lontano il chiarore di una chiesa era un sollievo e una sicurezza per i pellegrini che sul far della sera cercavano un riparo
La chiesa quindi ha trovato momenti di splendore nel periodo medievale quando era in auge l’Eremo della Pasquerella e il castello del Forello.
 

Leggende

Numerose leggende sono fiorite intorno a questo luogo impervio creato dal lento erodere delle acque del Tevere, fra esse spicca quella di un presenza dell’animale più temuto di tutta la fauna immaginaria che popolava le campagne: il “ Regolo ” o “ piccolo re dei serpenti “, una figura molto simile al mitologico basilisco dei Greci.
Tradizione vuole che il regolo nascesse da un uovo di gallo di sette o quattordici anni, deposto su un mucchio di letame e covato da un rospo o una rana. Una volta nato, poteva assumere la forma di un gallo con la coda di serpente, o quella di un serpente alato. Secondo i classici, questo terribile rettile dal corpo squamoso e tozzo e con la testa da gatto era solito uccidere in tre modi: o col suo alito letale, o con lo sguardo, o scarnificando completamente le vittime al primo contatto.
Nato e cresciuto in un complesso sassoso a destra del Tevere, denominato “Scoglio del serpente”, alcuni sostengono che, una volta uscito dal rifugio, sia stato ucciso da San Giorgio, altri da un mercante di Orvieto che avrebbe usato uno specchio per difendersi dallo sguardo mortale del serpente.
Leggende del posto raccontano che il Diavolo, sotto le sembianze di un toro, facesse la guardia a un cospicuo tesoro sepolto tra i ruderi della vecchia chiesa di San Lorenzo, altre ancora che proprio presso lo “Scoglio dell’Altore” il demonio avesse trascinato con sé il corpo di un vecchio avaro.
Insieme alle leggende delle grotte frequentate da presenze demoniache, spicca però anche la reale presenza di una piccola grotta dove, secondo la tradizione, visse e morì nell’anno 324 d.C. la verginella Santa Romana.
Una leggenda fiorita nel sec. XVIII vuole che la cavità sia stata la tana di un terribile dragone ucciso presso Pontecuti sul finire del sec. XV, a cui apparterrebbe la grande costola conservata tuttora nel Tempio della Consolazione.
 

Da vedere nella zona

Castello di Forello
Area Archeologica di Scoppieto
Eremo della Pasquarella
Voragine del Vergozzini
Buche del Vento
Castello di Civitella
 

Mappa

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