Castello di Montecolognola – Magione (PG)

Il castello si presenta in posizione elevata, munito di torri, ben fortificato e domina il lago Trasimeno con un panorama incantevole e vastissimo.

 

Cenni Storici

Il castello risulta abitato sin dall’epoca romana, le prime abitazioni e un oratorio furono costruiti nella seconda decade del secolo XIII quando gli abitanti della sottostante Pian di Carpine (oggi Magione) si ribellarono ai cavalieri Templari che avevano il controllo di una parte del territorio intorno al lago e di un ospedale.
Negli anni ’50 del secolo XIII, i servi dell’ospedale gerosolimitano di S. Giovanni di Pian di Carpine avevano acquistato, dal vescovo di Perugia, del terreno sulla sommità del colle e avevano provveduto ad edificarvi un oratorio e delle abitazioni, con il chiaro intento di andare ad abitarle, sottraendosi in tal modo dal giogo servile cui erano costretti.
Nelle cronache si trova citato col nome di Mons Columnas, Mons Colomna o Colonna, è un vocabolo composto, derivato dai termini latini mons, monte, e colonia che, come evidenziato dai linguisti, sta ad indicare una “stazione di coloni” ma anche una “tenuta, (terra), fattoria, possessione, masseria” e coloniola ne è diminutivo.
Qualche studioso di etruscologia ne ravvisa l’esistenza fin dai tempi in cui l’esercito di Paolo Emilio era impegnato contro gli Etruschi e la località viene indicata con l’appellativo di oppidum e con il nome di Colonia.
Se fosse esatta questa indicazione l’esistenza del castello, naturalmente in dimensione e forma diverse, risalirebbe al 302 a.C.
Il nucleo originario venne distrutto dal Comune di Perugia nel 1261, in seguito alla richiesta di Alessandro IV datata 17 maggio di quell’anno che chiedeva l’intervento della città in favore dei Cavalieri Gerosolimitani; questo però non servì a sedare la rivolta che continuò per molti anni ancora fino a quando lo stesso Comune permise la costruzione di un insediamento fortificato sul colle.
Nel 1282, nell’elenco dei toponimi del contado perugino, Montecolognola non è menzionato.
I lavori presero avvio nel 1293 anche per mettere al riparo gli abitanti dalle continue aggressioni di aretini e cortonesi, ma Perugia obbligò gli stessi e gli abitanti del sottostante Pian di Carpine a prestare opera gratuita.
Nel 1295, essendo ancora la popolazione impegnata in questa opera, per ordine del Magistrato fu esentata dalle tasse e dal concorrere alla costruzione della strada che Perugia stava costruendo per recarsi al lago e verso Cortona; la strada fu iniziata nel 1284, ma per la contemporaneità delle due opere i lavori del Castello procedevano a rilento perché gli uomini di Villa Carpine, sfuggendo al controllo, non vi lavoravano e allora quelli del Castello il 20 marzo 1299 pregarono il Magistrato di autorizzare i Sopraintendenti ai lavori di poter obbligare gli uomini dell'”Università del Pian di Carpine” a prestar la loro opera per terminare i lavori; e così fu stabilito, in più fu decretato che se questi si fossero rifiutati, avrebbero dovuto pagare venti libbre di denari per ogni rifiuto.
Dopo quattro anni il castello era stato portato a termine ma i contadini della pianura si rifiutarono di andarvi ad abitare.
Posto sotto il contado di porta Santa Susanna, nel 1334 fu assediato e incendiato da Pietro Tarlati signore di Sansepolcro e Arezzo, fu l’anno in cui l’esercito perugino prese San Sepolcro.
Nel 1352 Bartolomeo Casali, signore di Cortona, entrò nel territorio perugino con duemila cavalli e diretto verso Perugia pose l’assedio al castello di Montecolognola, ma la resistenza delle mura, fecero desistere gli assalitori che per ben quindici giorni si accanirono con impeto per espugnarlo, ma alla fine dovettero desistere.
Nel 1370 era definito castrum Montis Colognole e unito insieme a villa Plani Carpinis.
Il 16 aprile 1383, il Comune di Perugia concedeva agli abitanti di Pian di Carpine, “quasi totalmente distrutto e disabitato“, di poter fare il mercato il lunedì nei pressi della porta di Montecolognola perché “è un luogo di pace adatto e sicuro“; nonostante le sue condizioni era comunque fra i più sicuri ed era punto di riferimento degli abitanti di Pian di Carpine e nel 1410, si censirono in essa 561 abitanti.
Nel 1416 Braccio Fortebracci alla testa dei fuoriusciti perugini ne fece uno dei suoi avamposti e nel 1479 fu occupato da milizie fiorentine comandate da Carlo Fortebracci e Deifobo Piccinino le quali, dopo aver duramente Sconfitto l’esercito pontificio e prima che la fortezza potesse ricevere soccorsi, lo misero a ferro e fuoco; i soldati, cui fu lasciata ampia libertà, commisero varie atrocità e terribili stragi, non salvarono neppure i bimbi che giacevano.
Gli abitanti salirono progressivamente nel corso dei secoli a venire fino a 133 famiglie nel 1501 e divenne uno dei castelli più abitati del territorio perugino dipendente dal contado di porta Santa Susanna dopo Passignano (156 famiglie), Piegaro (146 famiglie) e Paciano (129 famiglie), questo perché nonostante diversi assedi, i danni furono sempre limitati.
Il 18 luglio 1523 il magistrato perugino sospese il mercato settimanale in quanto in quel periodo stava imperversando un’epidemia di peste.
Ritornato sotto lo Stato della Chiesa, nel 1530 alla comunità fu assegnata la somma di 30 fiorini per costruire una cisterna all’interno delle mura ma i lavori procedevano a rilento per le varie difficoltà tecniche e i denari finirono e la Comunità, non avendo altri mezzi per terminarla si rivolse ai Magistrati che l’autorizzarono, nell’agosto del 1533 a “vendere le gabelle de’ cenci nel mercato di Magione al migliore ablatore“.
Otto anni più tardi i Magistrati concessero altri 35 fiorini per risistemare la cinta muraria dinanzi a una spesa molto superiore.
Nel 1559 vi morì Braccio II Baglioni, figlio di Federico e Zenobia Sforza, marchese di Montalera e signore anche di Tordandrea e di Torchiagina.
Nel 1643 il castello si arrese a Ferdinando II de’ Medici duca di Toscana, anzi sembra l’unica volta che questo castello sia capitolato senza colpo ferire.
I fiorentini non mancarono di spogliarlo e tra le cose che rubarono vi fu anche la campana, opera di Ser Giovanni da Montone, che si custodiva gelosamente nel campanile della chiesa parrocchiale la quale fu regalata successivamente dal Granduca alla città di Bibbiena.
Questa comunità continuò ad essere il centro politico e amministrativo della zona fino al 1644 quando si ebbe il distacco dalla stessa di Magione, divenuta autonoma in quell’anno.
Nel censimento del 1861 contava 124 abitanti.
 

Aspetto

Il castello è costruito in pietra calcarea con inserti in cotto, ha forma ellissoidale ma solo le mura, nelle quali si aprono due porte d’accesso, seguono questo andamento, mentre l’impianto urbano è a schema ortogonale con case e strade distribuite parallelamente all’asse principale.
Ben conservata è la doppia porta d’accesso, la cinta muraria e parte dei torrioni.
 

Nota di ringraziamento

Il mio più sincero grazie va a Don Stefano di Magione senza l’aiuto del quale queste pubblicazioni non sarebbe stato possibile farle. Grazie alla sua disponibilità e al tempo che mi ha dedicato.
 

Fonti documentative

Don Egidio Binachella – Il Lago Trasimeno e i suoi dintorni
Daniele Amoni – Castelli Fortezze e Rocche dell’Umbria – 2010
Luciano Festuccia – Guida al Lago Trasimeno ed al suo territorio – 2002
Publio Trento Bartoccini – Castelli e isole del Trasimeno
A. FABRETTI, Documenti di storia perugina, II, Torino 1892
G. RIGANELLI – Religione e strutture religiose in area magionese dall’antichità ai primi secoli dell’età moderna, in Magione: venti secoli di storia, cultura, ritratti e spiritualità – Magione 2001, pp. 1-177.

http://www.magionecultura.it/

 

Da vedere nella zona

Chiesa di Santa Maria Annunziata – Montecolognola
Chiesa di San Cassiano – Torricella
Chiesa di Sant’Andrea – Monte del Lago
Santuario della Madonna delle Fontanelle
Chiesa di San Cristoforo – Cimitero di Passignano
Chiesa di Santa Maria de Ancaelle – Sant’Arcangelo
 

Mappa

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