Torre Templare di Casalvento – Sassoferrato (AN)

Quello che oggi è un paesino sperduto sulle montagne un tempo era un luogo di transito molto importante verso l’Adriatico.

 

Cenni Storici

Prima di parlare del manufatto è necessario spiegare un po’ la storia della vicenda Templare in quest’area appenninica interessata da una intensa viabilità che dall’Umbria si spostava verso l’Adriatico.
La Precettoria di Perticano fu l’ultima ad essere colpita dal mandato dell’Inquisizione infatti ciò avvenne il 28 febbraio 1310
Negli atti del processo tenuto nel Lazio, in Umbria ed in Abruzzo, abbiamo notizia dell’insediamento templare di Perticano, diocesi di Nocera Umbra, ma frazione di Sassoferrato.
Siamo in una piccola valle dell’Appennino umbro-marchigiano, sulla riva destra del Rio Freddo, un affluente del Sentino tributario a sua volta dell’Esino; la dedicazione a S. Paterniano, vescovo di Fano, ci ricorda che siamo in prossimità della Flaminia, non lontano dal Passo di Pascelupo.
Sulla porta di questa chiesa (non è quella che vediamo oggi) il 28 febbraio 1310 la commissione inquirente fece affiggere la pergamena con il mandato di comparizione per Giacomo di Montecucco, maestro generale in Italia; tale atto partì da Assisi, monastero di S. Pietro il 25 febbraio 1310.
Il processo fu celebrato a Gubbio in due distinte sedi (una di queste è Santa Croce alla Foce) tra il 3 e il 7 marzo 1310.
Dopo il processo del 1310 la precettoria fu chiusa e trasformata in domus sancti Paterniani de Rigo Petroso con ospedale per pellegrini e commendata al frate precettore fra Angelo sicuramente un giovannita; la mansione disponeva di una quindicina di terre, di una rendita enfiteutica di 40 soldi e ogni anno doveva pagare 36 soldi e 8 denari al vescovo di Nocera pro parte unius hospitii; nella casa c’era anche un oblato che viveva dei propri beni insieme al figlio.
Come ogni precettoria con ospizio che si rispetti tendeva a stabilirsi lungo un corso d’acqua perenne al fine di impiantare un mulino per macinare i cereali e in questo caso Perticano non è da meno; non trascuravano nemmeno l’uso dell’acqua per allevare pesci in apposite vasche, i quali erano indispensabili nelle dieta dei monaci per motivi rituali e liturgici (anche qui troviamo un toponimo detto “Piscaria” che conferma la tesi).
Di preciso non si sa dove fosse situata esattamente la sede della precettoria, ma si suppone con poco margine di errore che questa coincidesse con la chiesa di San Paterniano, ma di certo non era l’edificio che vediamo oggi in quanto molto più recente; sicuramente nel XIII secolo la chiesa (ora scomparsa) era lungo il versante sinistro del “Rigo Petroso” oggi Rio Freddo quindi in Umbria in quanto il fiume divideva le Diocesi di Nocera, da cui dipendeva Perticano da quella di Fabriano.
La strada che oggi costeggia il fiume in quel tempo era sicuramente sulla sponda opposta.
 

La Torre

A protezione e guardia di questa precettoria e della strada di fondovalle che entrava nella Marca di Ancona diretta a Sassoferrato, c’erano delle torri posizionate sulle alture e presenziate da militari; due di queste erano a San Felice, dove persiste solo il toponimo “Torre” in quanto il manufatto è andato distrutto e a Casalvento accanto alla chiesa di Santa Croce anch’essa templare; questa torre è ancora in piedi in parte, ma a forte rischio di crollo.
Questo manufatto tardo medievale, è posizionata nelle vicinanze della chiesa di Casalvento di Sassoferrato con una vista privilegiata sul ripido versante orientale del Monte Cucco chiamato anche “Balza di mezzogiorno“.
Da questo punto di osservazione strategico, si può avere una vista ampia sia di chi va verso il mare e di chi dalla costa intraprendeva la via del passo appenninico; infatti da qui si vede sia Ruocce, sia San Felice, nonché Perticano e Pascelupo, un controllo a vista di svariate decine di chilometri, che in mezzo a quelle montagne non è cosa facile né da poco.
Casalvento era un passaggio obbligato per chi dal versante Umbro del Monte Cucco si dirigeva verso l’Adriatico, infatti la via per il mare più breve e più trafficata all’epoca, per coloro che arrivavano da Fossato di Vico, Costacciaro, Sigillo Scheggia, era proprio svalicare il monte per il “Passus lupi” ovvero Pascelupo e puntare da Casalvento verso Arcevia, Ostra e Senigallia.
 

Aspetto

L’edificio era costituito da piani sovrapposti, ma ne rimane solo uno, quello inferiore con una meravigliosa copertura voltata a forma di cupola in conci di scaglia rosata che presenta una evidente apertura di crollo.
Ha due aperture di accesso, una più ampia a sesto ribassato, un’altra più stretta e una finestra.
L’edificio è in uno stato di totale abbandono e resta in piedi questa minuscola porzione solo grazie ad una grande edera che l’avvolge per intero e costituisce una gabbia che al momento ne impedisce il crollo.
 

Fonti documentative

http://www.fabrianostorica.it/appello_casalvento.htm

Carlo Castignani – Templari e Ospitalieri nelle Marche (XII-XIV Secolo) – 2011
 

I Templari del Monte Cucco

 

Mappa

Link alle coordinate: 43.385731 12.782087

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