Chiesa di Santa Maria Assunta di Scirca – Sigillo (PG)

Chiesa posta lungo la via Flaminia anch’essa assoggettata alla sfera Templare.

 

Cenni Storici

E’ una delle più antiche chiese di Sigillo e la sua architettura risale al sec. XIII.
Il santuario della Madonna Assunta in cielo è chiamato, nei documenti, S. Maria di Scirca, o S. Maria di Montecupo.
Le prime notizie risalgono al 1330: nello Statuto di Sigillo si legge di una festa in onore della Madonna Assunta che si teneva alla Scirca (Sirca), con un’offerta votiva costituita da una “torcia di libbre due“.
Vi era infatti una chiesa, utilizzata dai monaci dell’Abbazia di Santa Maria di Sitria, dedicata a Maria Assunta, sin dal XIII secolo.
In un decimario vaticano del 1334, c’è scritto che “il suo rettore Rinaldello paga 8 soldi cortonesi di sussidio al Papa“.
Nel 1400 la troviamo come chiesa filiale dipendente dall’abbazia di Sitria, monastero benedettino nelle vicinanze di Isola Fossara.
Aveva adiacente la casa parrocchiale che nel 1573 era in rovina e gli abitanti del luogo narrarono al Visitatore Apostolico vescovo di Ascoli Piceno, che una volta la chiesa era parrocchia.
Aveva la sagrestia nel luogo dell’attuale, ma certamente più ampia perché i vescovi nocerini più volte rinnovarono la proibizione di tenerla come se fosse un magazzino per il grano.
La chiesa aveva due altari; il secondo poi fu demolito e la volta andò in rovina nel 1633.
Il cappellano, che officiava la chiesa, era stipendiato dall’abbate commendatario di Sitria, che dava 4 mine di frumento l’anno, mentre la popolazione del villaggio ne dava 3, lo stesso celebrava la messa ogni giorno festivo e la festa maggiore della chiesa era il 15 agosto, la Madonna Assunta in Cielo.
In tale occasione l’Abbate Commendatario dava ai sacerdoti che vi intervenivano il doppio della ricompensa solita e la magistratura di Sigillo processionalmente portava l’offerta di un cero e vi si poteva acquistare l’indulgenza plenaria.
Durante il periodo napoleonico, terminati gli abbati commendatari, la chiesa fu affidata al monastero di Fonte Avellana, da parte di Gregorio XVI e anche la chiesa di Scirca passò alle dipendenze dei Camaldolesi.
Nel 1860 venne acquisita dal nascente stato italiano.
Oggi è ufficiata e amministrata dalla Parrocchia di Sigillo e ultimamente la Chiesa di Scirca è stata restaurata completamente dal Provveditorato alle 00. PP., sotto la direzione del Genio Civile di Perugia.
 

Esterno

Esternamente presenta una costruzione in stile romanico molto semplice, priva di abside e con tetto a capanna.
La facciata è liscia con un portale arcato e un piccolo oculo nella parte alta. Presenta un piccolo campanile a vela con una campana risalente al 1250.
 

Interno

Di stile romanico, semplice nella sua austera bellezza, arricchito di pregevolissimi affreschi di Matteo da Gualdo, il santuario è un gioiello d’arte che testimonia la fede dei padri e la meravigliosa fioritura artistica della scuola umbra.
Nella parete di destra il lavoro pittorico migliore è quello della Madonna del Gonfalone, o Madonna della Misericordia, che in piedi, sotto il suo largo manto, accoglie il popolo orante: figure di laici, e di ecclesiastici, tendono lo sguardo alla Vergine che guarda affettuosa e amabile.
Sei angeli le fanno corona e pregano e cantano, estasiati della sua bellezza.
L’altro affresco, indovinatissimo nella sua concezione, rappresenta S. Anna, su di un seggio, intagliato, con velo a soggolo, monacale, e manto violaceo, che tiene sulle ginocchia Maria bianco-vestita, nel cui amplesso c’è il Bambino Gesù in fasce: Maria e Gesù amorosamente si guardano tra loro.
La delicatezza dei colori, la dolcezza dei visi, la morbida ricchezza dei panneggiamenti, l’accuratezza e la precisione di ogni minimo particolare, pongono questi affreschi tra i migliori della nostra zona. V’è pure la Madonna in trono, con Gesù Bambino, che tiene tra le braccia un cagnolino.
Le indicazioni storiche dei dipinti si trovano in uno dei consueti cadigli che Matteo da Gualdo fingeva attaccati con ceralacca, disegnato sull’affresco del Gonfalone, in cui con qualche difficoltà si legge “Matteus de pinxit sub anno Domini MCCCC”.
La data di questi affreschi è stata graffita sulla tonaca dell’ultimo devoto, vestito da frate.
Sulla stessa parete c’è un quadro raffigurante S. Carlo Borromeo, di scarso valore del sec. XVII.
Nella parete opposta non si vedono più affreschi.
Secondo il Mariotti vi dovevano essere dipinti la Cena del Signore, la Madonna col figlio, S. Giuseppe, S. Caterina, e il Rosario.
Ma una inconsulta imbiancatura, di non so quale epoca, ha tutto mortificato e cancellato.
Nel 1862 il perugino Mariano Guardabassi annota le proprietà della chiesa, descrivendo all’interno la presenza di una pala in stile apparentemente bizantino, di cui ora rimane solamente la fotografia a colori in quanto pare che fu venduta.
Sopra l’altare maggiore si erge un retabulum a colonne e bella trabeazione, sul cui fondo la scuola del Perugino ha affrescato l’Eterno Padre in atto di incoronare Maria SS.ma Assunta in cielo.
Gli sono dintorno alcune testine di angeli.
L’immagine della Vergine, deteriorata dal tempo, è stata restaurata dal pittore Alessandro Bianchini, perugino.
Ai lati del tempietto, lungo le colonne sono effigiati piccolissime immagini, tra cui l’Annunziata, S. Francesco d’Assisi e Santa Chiara d’Assisi.
L’altare è in pietra e così pure i gradini intorno.
Nella piccola sagrestia vi è una piccola colonna romana rinvenuta nei pressi della chiesa durante gli scavi e che forse serviva da base all’altare primitivo.
Sopra il canterano si ammira una bella tela dell’Assunta, sec. XVIII, chiusa da ricca cornice.
 

Scirca e i Templari

Alla fine del secolo X, in una località imprecisata, compresa tra Purello (Villa Sancti Apollinaris) e Villa Scirca (Sirca) si ergeva un castello di fondazione altomedievale, passato alla storia con il nome di Ghelfone.
E’ assai probabile che esso fosse di proprietà dell’antichissima ed illustre famiglia nobiliare d’origine germanica De Guelfonibus, Guelfoni o Ghelfoni, signori di Costacciaro e Colmollaro un cui discendente, un certo Ubaldus fu abate dell’abbazia di San Benedetto Vecchio nei pressi di Gubbio, dalla cui famiglia il maniero potrebbe aver mutuato anche la propria specifica denominazione.
E’ altresì possibile che quest’antichissimo castello, di cui si è completamente perduta la memoria storica, possa essere identificato con gli imponenti resti di mura che sorgono, ad oriente del paese Villa Scirca, sopra altrettante alture, “ il Poggio de le Salarexe “ il Poggio de le Salare ed “ il Poggio degli Ortaccixe “ il Poggio degli Ortacci, facenti entrambi parte del monte Sassubaldo.
In quest’area doveva, infatti, sorgere un castello assai vetusto, “ Castelvecchioxe “ Castelvecchio, ricordato ormai più solo dal nome di un’abitazione del paese.
A memoria dell’abate della Famiglia dei Guelfoni presso l’Abbazia di San Benedetto Vecchio c’è una lapide con una scritta preceduta da un simbolo una piccola croce “a coda di rondine”, vale a dire del tipo di quella adottata dagli Ospitalieri di San Giovanni che dice:
«A. D. M.C.C.C.X.VII: TM. D. UBALDI . ABBIS: DE . GELFONIBUS: DE . COSTACIARIO
Che tradotto: «Anno del Signore 1317al tempo di don Ubaldo abate dei Guelfóni di Costacciaro».
La presenza d’un presidio templare, seppure, probabilmente, di modesta importanza, a Villa Scirca si presume assai probabile se si pensa alla posizione geografica del centro, ubicato in luogo confinario a controllo e guardia della Via Flaminia, inoltre sta di fatto che una croce d’apparente tipologia templare, incisa sulla roccia insieme ad un calice, esista sul muro di una rimessa agricola a Villa Scirca di Sigillo.
Nella località Colmartino di Costacciaro, già nell’anno 1156, esisteva una Domus Berardelli, nella quale, il giorno otto di settembre, si riuniscono il vescovo di Foligno Anselmo, i monaci dell’abbazia di Fonte Avellana e quelli di Sant’Andrea dell’Isola dei Figli di Manfredo.
Era questa, forse, una domus templare?
 

Fonti documentative

D. Bartoletti – Sigillo dell’Umbria nella storia nell’arte nella fede e nel folklore – 1965

I Templari del Monte Cucco

 

Mappa

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