Castello di Beroide – Beroide di Spoleto

Il Castello è ben tenuto ed interessante da visitare.

 

Cenni Storici

Beroide sorge nel mezzo della fertile piana Spoletana, in uno dei siti posti a più bassa quota. Nonostante la vicinanza con la via Flaminia, la ricchezza della pianura e l’abbondanza dei prodotti agricoli che questa poteva assicurare, non vi sono tracce di un nucleo abitato risalente all’epoca romana; probabilmente il luogo, ancor oggi ricco di acque, era in tale periodo impaludato, occupato dal relitto del Lacus Clitorius, la parte meridionale dell’antico Lacus Umber.
Solo intorno all’anno 500 l’opera di bonificazione intrapresa dal goto Re Teodorico consentì il prosciugamento del territorio.
La prima notizia documentata risale al 1241 ed è contenuta nell’atto di donazione al comune di Spoleto ad opera dell’imperatore Federico II.
Il Cardinale legato Raniero Capocci, nel 1247, ne confermava il possesso alla città ducale.
Nel catasto delle ville del Comune di Spoleto risalente al 1279, mentre era podestà Orso degli Orsini, Beroide ci risulta essere la più importante, sia per il numero dei fuochi, 208, sia per il valore del reddito.
Nel 1279 il Comune di Spoleto delibera di far fortificare Beroide, ma o la delibera non ha avuto seguito o le mura sono state poi abbattute, Beroide non figura tra gli elenchi dei castelli del 1352 e del 1361, in tali date era pertanto ancora villa aperta.
Fu munita di mura sulla fine del XIV secolo, forse nel 1378; faceva pertanto parte del complesso sistema di insediamenti fortificati costruiti nella pianura spoletina, susseguentemente alla restaurazione albornoziana.
Nel 1414 i Beroitani si ribellarono una prima volta a Spoleto, sottomettendosi al re di Napoli Ladislao.
Alla sua morte, non volendo tornare sotto il dominio del Comune di Spoleto, nominarono loro signore Rodolfo da Varano, costringendo così alla guerra la città ducale, che nel 1215 ne riacquistò il possesso.
A seguito di una vasta ribellione dei castelli contro Spoleto, cui partecipò anche Beroide, il Cardinale Legato Vitelleschi, con una legge del 18 Febbraio 1440, disponeva che gli abitanti dei castelli del piano, fabbricati da sessant’anni in poi, fossero tenuti ad abbattere le mura, entro il termine di tre mesi dalla data del decreto, tornando ad essere ville aperte.
Lo stesso stabiliva una multa di venticinque mila ducati, da corrispondere per metà al comune e per metà alla camera apostolica, per ogni castello che non avesse eseguito l’ordine e una multa di cinquantamila fiorini per chi vi avesse ricostruito fortificazioni.
Nell’aprile del 1440, però gli abitanti di Beroide si ribellarono nuovamente a Spoleto, uccisero un priore del Comune, tale Luca Antonio Nicolai, sette cittadini e molti altri uomini che si erano recati a Beroide per distruggere le mura del fortilizio.
Ciò costò ai Beroitani la distruzione totale della villa e la perdita dei beni.
Lo stesso papa Eugenio IV, con una bolla del 10 novembre 1441, vietò che fosse ricostruita la rocca di Beroide, onde evitare i conflitti con la città.
Nel 1444, grazie alle esortazioni del Cardinal legato, i Beroitani furono rimessi in grazia, senza però ricostruire le fortificazioni.
Solo dopo aver ricevute particolari garanzie e promesse di fedeltà e sottomissione da parte dei massari della villa di Beroide, nel 1475 Spoleto diede il consenso affinché si potessero riedificare le mura del castello.
Da allora il riottoso castello visse in pace con la città ducale e nel 1490 Beroide figura nuovamente tra i castelli del distretto di Spoleto.
Beroide, come la vicina Azzano era celebre per la coltivazione di una canapa di ottima qualità.
In un volume del 1787 si trova scritto: “Le canape della provincia dell’Umbria sogliono in generale essere poco buone fuorché a Bevagna e a Beroide dove nascono canape di ottima qualità, specialmente a Beroide“.
Ricorda altresì l’Ancaiani: “nelli sudetti Luoghi d’Azzano, e Beroide si raccoglie più Canapa, che in tutto il restante de’ Luoghi del nostro Territorio“; la coltivazione è facilitata dalla disponibilità di guano di piccione, la zona di Beroide e località limitrofe, è infatti uno dei luoghi a maggior concentrazione di torri colombaie esistente in Italia.
 

Aspetto attuale

Beroide conserva ancora molti elementi del suo passato di importante castello di pianura.
Notevole l’esterno della chiesa parrocchiale che utilizza, come abside e torre campanaria, un torrione poligonale del castello.
Il fronte della Chiesa di San Michele presenta forme goticheggianti e rende l’idea dell’antico prestigio del paese che ha ancora leggibile nel suo interno l’andamento a schiera delle abitazioni. Addossato alle mura si trova l’interessante Oratorio della Confraternita dei Disciplinati.
Al centro dell’abitato si ammira un’edicola, realizzata probabilmente quando Beroide poté nuovamente essere cinta di mura, nell’architrave del portale è, infatti, incisa la data 1478.
Vi è raffigurata una Madonna del latte, della seconda metà del XV secolo.
L’affresco, in cattivo stato di conservazione, è un tipico esempio del tardogotico locale, con qualche influenza da Niccolò Alunno e Benozzo Gozzoli.
Nella modanatura dell’architrave si legge l’iscrizione:
HINC TRANSIRE CAVE NISI PRIUS DIFFERIS;
nel cartiglio dipinto in basso:
RESTAURATO / NELLE MISSIONI / 1924.
Le due porte sono ancora ben conservate, così come larga parte delle mura.
Al di fuori del nucleo fortificato si trovano molte chiese e casali di notevole interesse.
Appena fuori dalla porta settentrionale, vicino alla Chiesa di Sant’Antonio Abate, si incontra un vecchio casale abbandonato, forse un vecchio mulino.
Sul lato lungo si trova un’edicola, raffigurante la Madonna col Bambino.
Il Bambino è raffigurato benedicente in posizione eretta, espressione di gratitudine per la nascita di un figlio sano o di augurio per la buona salute della prole, vicino si trova un’edicola, dall’interessante struttura, ma ormai priva di immagine.
Tornando verso Beroide, dopo un bel casale con torre colombaia nei pressi della porta meridionale, proseguendo in direzione sud, si incontra la Chiesa di San Rocco.
Di fronte si trova un vecchio casale abbandonato.
La struttura originaria, una torre colombaia quattrocentesca di dignitosa architettura, si mantiene ancora in buone condizioni, mentre sono in completa rovina le aggiunte edilizie più recenti.
Si segnala per la sua elegante decorazione una finestra in pietra e laterizio sul lato verso Spoleto. Nei pressi del casale vegeta un imponente esemplare di Pioppo, Populus nigra, il più grande tra quelli conosciuti in Umbria, con una circonferenza del tronco pari a 4,93 metri.
Proseguendo in direzione sud si incontrano la Chiesa di Santa Maria in Campo e la Chiesa di Sant’Angelo di Nace.
Vicino si trova il piccolo abitato di Camporoppolo, nei pressi del quale la tradizione popolare ricorda due sanguinose battaglie, nell’82 a.C. lo scontro tra le residue armate di Mario il giovane e l’esercito di Pompeo e da Crasso, pretori di Silla, concluso con la strage dei primi, e la disfatta dell’esercito spoletino che, anziché saggiamente difendersi entro le mura, il 27 di luglio 1154 attaccò in campo aperto il possente esercito dell’imperatore Federico Barbarossa.
Ritornando verso Beroide, superati i Chiesa e Casali di Sant’Anna, si incontrano altri interessanti complessi agricoli, sulla facciata di una casa si trova una moderna edicola decorata con un affresco di piacevole fattura, raffigurante la Madonna della Stella.
Un altro nucleo di Beroide è quello idealmente polarizzato attorno alla chiesa di San Paolo, costituito da case sparse nella pianura, caratterizzate dall’uso del mattone di terra cotta e di fango crudo, quale materiale edilizio.
Fa spicco una bella casa con torre colombara.
 

Feste e Tradizioni

Nel mese di agosto vi si svolge la Sagra dell’anguilla e del gambero di fiume.
 

Fonti documentative

AA. VV. Edicole Sacre nel territorio della Comunità Montana dei Monti Martani e del Serano
AA. VV. Beroide e il giro delle sette chiesePro Loco di Beroide 2016
ANCAIANI A. Commercio attivo e passivo della città di Spoleto, e suo territorio, secondo il calcolo formato nell’anno corrente 1761, Stamperia di Giovanni Tordelli, 1762
ANGELINI ROTA G. Guida di Spoleto e del suo territorio, A.G. Panetto e Petrelli, 1929
CASALETTI ARCANGELO, Istruzione per ben esercitare l’impiego di Provisioniere dei lini e canape filabili, MDCCLXXXVII, Roma
CORDELLA –INVERNI, San Brizio di Spoleto – La Pieve e il Santo – Storia arte territorio, Spoleto, Accademia Spoletina, Spoleto, 2000
FAUSTI L., I Castelli e le ville dell’antico contado e distretto della città di Spoleto, Editoriale Umbra, Perugia, 1990
FAUSTI L., Le Chiese della Diocesi di Spoleto nel XIV secolo secondo un codice del XVI secolo, Archivio per la storia ecclesiastica dell’Umbria, Foligno, 1913
MANNI, QUIRINO, Paesaggi distorti – Spoleto, Rocca e dintorni, Italia Nostra Sezione di Spoleto, 2004, Spoleto
NESSI-CECCARONI, Da Spoleto a Montefalco, Itinerari Spoletini 2, Spoleto, 1974
NESSI-CECCARONI, Da Spoleto a Trevi lungo la Flaminia, Itinerari Spoletini 5, Spoleto, 1979
SANSI A., Storia del Comune di Spoleto, Accademia Spoletina, Spoleto, 1876
SPERANDIO BERNARDINOLe Colombaie dell’Umbria Meridionale, Accademia Spoletina

https://www.montagneaperte.it/itinerarinellastoria/spoleto/

http://www.itinerari.regioneumbria.eu/

http://www.umbria.ws/

 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
 

Da vedere nella zona

Chiesa di San Michele
Oratorio della Confraternita dei Disciplinati
Chiesa di Sant’Antonio Abate
Chiesa di San Rocco
Chiesa di Santa Maria in Campo
Chiesa di Sant’Angelo di Nace
Chiesa di San Paolo
Chiesa e Casali di Sant’Anna

Azzano
Castello di Azzano
Chiesa di San Lorenzo
Chiesa di Santa Maria del Soccorso
Chiesa di Santa Maria
Chiesa di San Donato
Chiesa di Santa Lucia
Torre di Azzano

Camposalese
Villa di Camposalese
 

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