Eremo di San Leonardo – Roccantica (RI)

Due antichi eremi rupestri e un territorio da scoprire.

 

Cenni Storici

L’Eremo di San Leonardo risale, presumibilmente, all’VIII-IX secolo; lo si raggiunge a piedi con circa 30 minuti di cammino da Roccantica.
Si trova in una zona assai frequentata nel Medioevo: il corridoio naturale che dalla Valle del Tevere, attraverso il valico del Tancia, portava alla valle reatina.
Non è compreso nell’elenco di chiese del Registrum Iurisdictionis Episcopatum Sabinensis del 1343.
Nella zona relativa a Roccantica è citata una “capellam sancti Claudii et sancti Leonhardi“, ma non sembra essere riferita all’eremo che non risulta mai avere avuto una doppia titolazione, e che appare improprio essere definito come cappella.
Giambartolomeo Piazza nella sua “Della Gerarchia Cardinalizia” (1703) afferma:
S. Leonardo, Chiesa distante dalla Terra per un miglio, in forma di grotta, nella quale si celebra una volta nel giorno del medesimo Santo, il qual è in molta venerazione appresso il popolo“.
Il Cardinale Corsini, nella sua visita pastorale del 1781, cita il “romitorio” ma, soprattutto, nomina “l’eremita“: dunque, alla fine del XVIII secolo l’eremo assolveva ancora alla sua propria funzione.
 

Aspetto

L’arco di ingresso e i resti delle mura delimitano l’area dell’eremo; saliti i pochi gradini, si trova di fronte l’abitazione dell’eremita: due stanze minuscole, al piano terra si trova un forno, probabilmente c’era la cucina, al piano superiore, con accesso indipendente, v’era, probabilmente la camera da letto.
Nello spazio antistante l’abitazione v’era, forse un piccolo orto.
Di lato alla misera abitazione, la grotta, una cavità carsica: suo interno v’è un ciborio con la volta a vela che accoglieva un tempo un altare; scavati nella roccia rudi sedute.
Davanti al ciborio, sul limitare della grotta, si scorge un pozzetto d’acqua, che aveva fama di essere miracolosa.
All’estremità di sinistra della grotta si trova un malridotto affresco della metà del ‘400 di Jacopo da Roccantica che, nel 1451, firma alcuni dipinti murali della chiesa di S. Pietro a Montebuono, e che fu attivo nella cerchia del noto pittore privernate Pietro Coleberti, conosciuto in Sabina soprattutto per le pitture dedicate alla vita di Santa Caterina a Roccantica.
Vi sono raffigurati due Santi: il primo da sinistra è identificato comunemente come San Leonardo, potrebbe essere San Giacomo maggiore, lo si riconosce dal bastone di pellegrino; la seconda figura, il cui volto è completamente perso, è certamente Santa Caterina d’Alessandria, riconoscibile dal libro che sorregge con la mano sinistra dalla ruota, strumento della sua tortura, che sorregge con la destra.
 
 
 

Il mulino

Poco a valle si trovano i resti di un antico mulino medioevale con deliziose cascatelle, risalendo attraversando il torrente, dopo un’impegnativa risalita, si gode una magnifica vista dall’alto della grande dolina carsica del Revotano.
 
 
 

Dolina di Revotano

Si tratta di un impressionante fenomeno naturale che ha dato vita a molte leggende.
Secondo una di queste qui un tempo vi era un modesto villaggio, i cui abitanti però erano malvagi e blasfemi; uno di loro aveva per moglie una graziosa ragazza dalla bionda chioma e un tenero figliolo.
Un giorno la bella si recò al ruscello a lavare i panni, qui udì una voce salire dalle acque, preannunciava che Dio avrebbe scatenato la sua ira contro i miscredenti facendo tremare la terra, ma rassicurò la giovane dicendole che lei e suo figlio si sarebbero invece salvati.
Fu così che venne davvero un grande terremoto, ma il ruscello chiamò la sposa e le disse: “Corri bionda che la terra sprofonda“; in tal modo lei si salvò e fondò un nuovo villaggio che divenne poi Roccantica.
Il Revotano è una voragine, originatasi dal crollo della volta e delle pareti, che presenta delle impressionanti proporzioni, circa 250 m di diametro, ed è una delle formazioni carsiche più importanti dell’Appennino centrale.
Il Revotano è posto sulle pareti del monte di fronte a Roccantica, e vi si accede liberamente attraverso un percorso escursionistico indicato da segnavia e descritto in un cartellone presso la Chiesa di San Valentino.
 
 
 

Eremo di San Giovanni

Sempre nei pressi si trova l’eremo di San Giovanni, ricavato in una cavità naturale mostra segni di frequentazione eremitica: i resti di un arco gotico in pietra bianca e rossa inquadrano un minuscolo altare su cui è una nicchia, forse un tabernacolo, ed è dipinta una croce patente.
Non ne sono state rintracciate notizie.
L’itinerario proposto, pur non presentando particolari difficoltà, presenta tratti esposti, occorre adottare le necessarie precauzioni per una passeggiata in montagna e dotarsi di un abbigliamento adeguato.
 

Nota

Testi e foto di Pierluigi Capotondi e Silvio Sorcini.
 

Fonti documentative

https://www.sotterraneidiroma.it/sites/eremo-di-san-leonardo-di-roccantica
www.lazionascosto.it
 

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Mappa

Link alle coordinate: 42.31233237923404, 12.705269466354268